Giovedì 26 Dicembre 2024
Presentata l'ultima fatica della scrittrice. Oggi riceverà un premio Taomoda


Catena Fiorello a Taormina con "Picciridda": storie di emigrazione nella "sua" Letojanni

di Filippo Brianni | 22/07/2017 | CULTURA E SPETTACOLI

4609 Lettori unici

Catena Fiorello durante la presentazione (foto Giovanni Paratore)

Si muove, Catena Fiorello, non sta un attimo ferma, dialogando col pubblico e scherzandoci come il gene dei Fiorello impone. Scova sui divani della terrazza di un hotel di Taormina insegnanti di italiano (“non su liggissi u me libru…”) e indica giornalisti acquattati dietro le schiene dalle gente (“aviti tutti a stissa facci, i giornalisti, vi si riconosce subito”). Esulta quando pesca una comitiva di Augusta, fa finta di restarci male quando scopre che “di Letojanni non vinni nuddu”. Poi volge lo sguardo verso il teatro greco-romano, che la guarda austero e quasi di sbieco da sotto la balaustra della sontuosa terrazza, dove il compito di fare gli onori di casa spetta ad una Maria Teresa Papale - “anima” di “Spazio al Sud” – che gongola per una presenza che ha fortemente voluto, nel suo lungo abito bianco, quasi arabeggiante. La sobria Milena Previtera ci mette la solita passione e competenza per far subito decollare una serata che poi Catena Fiorello si tiene in alta quota con l’ingresso in scena della protagonista: Lucia, “A Picciridda” della sua ultima fatica letteraria, edita Giunti. Lucia appare quasi in penombra, su una copertina, insieme ad una gallina nera, che la caratterizza. E Catena Fiorello, la presenta la sua Picciridda, volgendo lo sguardo oltre il promontorio e quasi accarezzando, con quello stesso sguardo Letojanni, la “Leto” del romanzo, dove tutto si svolge. Chiude gli occhi e li riapre sugli Anni 60’ quando anche la famiglia di Lucia, 11 anni, viene colpita dal morbo che ha decimato la Sicilia e non solo: l’emigrazione. I suoi genitori e il fratellino partono a cercare in Germania quella fortuna che consentirà loro di realizzare un sogno preciso: costruire un giorno una grande casa a Letojanni. Un obiettivo troppo piccolo agli occhi sognanti e disincantati di Lucia per giustificare il distacco da lei, lasciata a Leto a vivere con la nonna, mentre il treno si porta via la sua famiglia. E Lucia vive. Il romanzo ne racconta il come. Gli eventi, l’amica del cuore, i pescatori del paese, le comari, i sacrifici in paese e quelli degli emigranti. La Fiorello descrive quel “quotidiano” con semplicità e intensità catalizzanti. Ad un certo punto, il microcosmo che ruota attorno alla bambina diventa un vortice impazzito ed inarrestabile di dolore e dispiaceri che avvolgono e, alla fine, stravolgono la vita della “picciridda”.

La penna della Fiorello trasforma gli eventi in sentimenti, alimentati e violentati dal senso di nostalgia e distacco che caratterizzava le famiglie emigranti; sentimenti oggi poco considerati quando si parla dell’altra faccia della medesima medaglia, l’immigrazione. Sullo sfondo, quella nonna, rimasta a fare da madre a quella picciridda, proteggendola dal mondo e da un segreto che darà una svolta alla trama del racconto. E quando il lettore comincia a chiedersi che fine – perché di “fine” sembra trattarsi – stia per fare Lucia, “A picciridda” cresce, l’io narrante diventa quello di una donna contemporanea affermata. E, paradossalmente, Lucia adulta ringrazia la “picciridda” che fu, per averla fortificata, anche nel dolore, e quella nonna che ha spinto il proprio amore fino alle più estreme conseguenze. Lucia adulta si confronta con quella “picciridda” che sembra così distante da lei e che invece le vive dentro continuamente, con le stesse inquietudini, gli stessi valori. E l’esempio d’amore di nonna Maria. Quando Catena Fiorello richiude il libro e ci mette sopra una battuta, gli spettatori sono ancora tutti seduti, divertiti da lei ed ammaliati dalla “picciridda”. Resta il tempo per i saluti e ringraziamenti di rito, soprattutto ad Agata Saccone, curatrice di Taomoda, un evento di moda, arte e cultura iniziato il 16 e che si chiuderà proprio stasera al Teatro Antico. E un premio Taomoda, proprio stasera, andrà a Catena Fiorello, che in questi giorni ha girato il comprensorio jonico, in particolare Forza d’Agrò, e da domani sarà sulle Eolie. Naturalmente, sempre tenendo per la mano la sua “Picciridda”. 


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.