Ecco il Museo immersivo di San Pietro e Paolo d'Agrò: una scommessa vinta - FOTO
di Andrea Rifatto | 24/06/2024 | CULTURA E SPETTACOLI
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La direttrice Tamà e la prima sala del museo
Ad accogliere il visitatore è la voce dell'abate Gerasimo, che nel 1116 supplica re Ruggero II a finanziare la riedificazione dell’abbazia dei Santi Pietro e Paolo. Da lì si apre un percorso museale che attraverso proiezioni, ologrammi e installazioni interattive incoinvolge i visitatori in un viaggio emozionante, che unisce storia e tecnologia. Cinque anni dopo l’arrivo del finanziamento regionale da 346mila 962 euro, finalizzato anche alla riqualificazione delle aree esterne, apre le porte il museo immersivo dell’abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo, realizzato nell’antico monastero adiacente, ristrutturato nei decenni scorsi ma mai utilizzato. Adesso ospita un gioiello davvero unico, grazie alla sinergia tra Comune, Parco archeologico Naxos-Taormina (che dal 2019 ha tra i propri siti anche il complesso monastico) e Archeoclub Area Jonica, secondo un’idea donata al Comune dall’architetto Ketty Tamà per conto di Archeoclub, di cui è vicepresidente, nominata un anno fa direttrice del museo. Un’apertura che senza la sua attività non sarebbe stata possibile. A tagliare il nastro il sindaco Marco Saetti, l’assessora Laura De Clò e la direttrice Ketty Tamà, che ha poi guidato i visitatori nelle varie sale allestite grazie al lavoro di umanesimo digitale svolto dalla “Odd Agency” di Palermo, presente all’inaugurazione con Fabrizio Pedone, Adriano Di Carlo e Davide Silvestri. Prima dell’apertura del museo, l’abbazia ha ospitato la decima edizione di “Miti, poeti, sogni, pittori e santi nella Valle d’Agrò”, che Archeoclub organizza da dieci anni in occasione del solstizio d’estate in collaborazione con Lions Letojanni-Valle d’Agrò, Comune e Parco di Naxos, con l’intervento della psicologa Carmela Gressini sull’attualità e l’universalità della “Scala del Paradiso”, tratta da un testo di teologia mistica di S. Giovanni Climaco contenuta in uno dei libri “riprodotti” a San Pietro ed oggi conservati al Museo dell’Escorial di Madrid dei quali, negli anni scorsi proprio durante il solstizio, ne è stato celebrato il ritorno seppur in formato digitale. Nella prima sala del museo, “Storia della basilica e del monastero”, viene raccontata la storia della Basilica dalla fondazione nel 1117 ai giorni nostri, con proiezione di immagini, voci narranti e musica medioevale; poi la sala “Ore di preghiera-ore di lavoro” dove viene raccontata la vita quotidiana dei monaci basiliani; al primo piano la sala “La biblioteca perduta” nella quale si racconta la storia dell’antica biblioteca dell’abbazia casalvetina e la sala “Lo scriptorium e i nove libri”, dove sono illustrati in un totem i testi in formato digitale ottenuti della Real Biblioteca dell’Escorial di Madrid, con proiezione di immagini degli antichi volumi. Presenti all’apertura del museo anche l’architetto Daniela Sparacino per il Parco Naxos-Taormina, il parroco di Casalvecchio don Alessandro Malaponte, il presidente di Archeoclub Filippo Brianni e la professoressa Marinella Arena dell’Università di Reggio Calabria, che ha curato il rilievo dell’abbazia. “È stato altro importante tassello sul percorso di valorizzazione di questo monumento – ha detto Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Jonica - che presenta caratteristiche storico-architettoniche uniche e contenenti l’embrione su cui poi si sono sviluppate le opere arabo normanne del Palermitano, divenute patrimonio Unesco. Sarebbero tanti da ringraziare, perché in tanti hanno collaborato all’iniziativa, dalla ricettività del Comune alla disponibilità totale del Parco, ma è evidente che senza Ketty Tamà questo museo non sarebbe nato”. Grande soddisfazione per essere riusciti a realizzare il museo è stata espressa anche dal sindaco Marco Saetti e dal suo vice Nino Santoro i quali hanno assicurato “ogni iniziativa per renderlo adeguatamente fruibile”. Il Comune di Casalvecchio Siculo ha autonomia decisionale su modalità e orari di apertura al pubblico del Museo e dovrà garantire l’accesso ogni giorno (compresi domenica e festivi, con un giorno di chiusura preferibilmente il lunedì) con un biglietto da 4 euro (da ripartire 3 euro al Comune e 1 euro al Parco) o ridotto 2 euro (1 euro al Comune e 1 euro al Parco). Adesso la vera scommessa è far arrivare i visitatori.