"Ecco perché 'Il Padrino' venne girato a Savoca e Forza d'Agrò"
di Andrea Rifatto | 01/09/2014 | CULTURA E SPETTACOLI
di Andrea Rifatto | 01/09/2014 | CULTURA E SPETTACOLI
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Una scena del film e il ciak originale conservato a Savoca
Tutti ricordiamo Savoca e Forza d’Agrò, borghi collinari della provincia di Messina, come celebri location scelte dal regista americano Francis Ford Coppola, nel 1971, per girare le scene de “Il Padrino”, (The Godfather), considerato una pietra miliare nella storia del cinema. La maggior parte delle riprese del primo capitolo della trilogia si svolsero a New York: le scene che nel film vengono ambientate a Corleone furono invece girate a Fiumefreddo di Sicilia, Graniti, Motta Camastra, e per l’appunto Savoca e Forza d’Agrò. Il ciak originale del film Il museo storico-etnoantropologico di Savoca
Ma perché Coppola scelse proprio i due centri della Valle d’Agrò per ambientare le scene della pellicola ispirata al romanzo omonimo di Mario Puzo? Una risposta a questo interrogativo ci viene data da Santo Lombardo, responsabile del Museo comunale storico-etnoantropologico di Savoca, al cui interno sono conservati diversi oggetti utilizzati durante le riprese e rimasti poi nella cittadina savocese.
“In quei mesi del 1971 in cui vennero girate le scene in Sicilia – spiega Lombardo – la produzione e la troupe de 'Il Padrino' alloggiavano a Taormina: lì vennero in contatto con il barone Gianni Pennisi, affermato pittore, discendente dei baroni di Floristella, una delle più importanti famiglie nobili siciliane. Il barone Pennisi, le cui tele furono esposte in tutto il mondo e fanno parte oggi di collezioni private e museali, godeva di grande stima anche negli ambienti cinematografici, e spesso collaborava con attori e registi. Fu proprio il barone – ricorda il responsabile del museo di Savoca – ad indicare a Francis Ford Coppola i caratteristici borghi di Savoca e Forza d’Agrò per girare alcune scene del film”. Le location vennero dunque scelte in base ad un criterio di comodità logistica e di caratteristiche storico-ambientali: apparvero infatti subito idonee ad immortalare il capolavoro di Coppola, considerato da molti come il film più bello di tutti i tempi. In tale contesto, per esigenze di copione, venne realizzata sul portone d’ingresso dell’antico Palazzo Trimarchi la scritta “Bar Vitelli“, divenuta nel tempo una delle maggiori attrazioni turistiche per Savoca.
“Oggi intorno al Padrino si è creata un’aureola di leggenda che viene continuamente alimentata perché così esige il filone commerciale – ricorda Lombardo –: eppure 'Il Padrino' è un omaggio al crimine. Non a caso il romanzo omonimo di Mario Puzo contiene nel frontespizio un famosa definizione di Balzac: ‘Dietro ogni grande fortuna c’è un crimine’, che però mal si adatta alla vera storia di Savoca e del suo territorio, fatta di cultura e civiltà”.
Savoca non va ricordata solo per aver ospitato Al Pacino e altri celebri attori del film, ma merita di essere scoperta a fondo a partire dalle sue origini: “Chi ama la storia e vuol conoscere la vera Savoca deve soffermarsi a scoprire tutti i beni storici e culturali che la rendono unica – sostiene Santo Lombardo – fra i quali il Museo, dove, oltre le tradizione, viene spiegata la storia dell’antico territorio savocese”. Un invito, dunque, a quanti raggiungono il borgo della Valle d’Agrò sospinti dal vento del mito cinematografico, a non limitarsi ad una fugace visita alla ricerca di quei luoghi resi celebri dal film, perché in fondo, “The Godfather”, è solo un tassello di un puzzle millenario.