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Educare al rispetto della differenza di genere
24/03/2014 | CULTURA E SPETTACOLI
24/03/2014 | CULTURA E SPETTACOLI
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La IIB con la prof.ssa Priulla
La Scuola promuove la differenza: educazione al rispetto della differenza di genere. E’ stato questo il tema dell’incontro, organizzato dal Dipartimento di Filosofia e Storia del Liceo Classico di Santa Teresa di Riva, che ha visto protagonisti gli studenti di alcune classi del triennio e la relatrice Graziella Priulla, docente Ordinario di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso la Facoltà di Scienze Politiche di Catania. Dopo il saluto della dirigente scolastica Carmela Maria Lipari, la prof.ssa Priulla ha sottolineato come la scuola debba farsi necessariamente promotrice dell’educazione di genere, per valorizzare e rispettare le differenze tra maschile e femminile, con lo scopo di motivare i giovani alla consapevolezza di sé e alla relazione autentica e positiva tra i generi.
Nella cultura del nostro Paese persistono ancora troppi pregiudizi e stereotipi, la presenza femminile nei luoghi della rappresentanza e della decisione risulta numericamente bassa, esiste una catena infinita e costante di violenza sulle donne e nel mondo del lavoro e delle professioni i diritti non sono sempre garantiti, nonostante la parità giuridica formalmente raggiunta. Educazione di genere significa, quindi, raccontare la storia e la vita così come esse sono, non guardarle con uno sguardo neutro e, quel che è peggio, maschilista e sessista. Nella Storia la differenza è diventata disuguaglianza e la disuguaglianza è diventata discriminazione e la discriminazione spesso è diventata violenza. Anche la Commissione europea, che ha adottato la strategia quinquennale per la promozione della parità tra uomini e donne (2010 - 2015), che traduce in azioni i princìpi definiti dalla Carta delle donne approvata all’inizio del 2010, invita l’Italia a sensibilizzare maggiormente la società sulla parità di genere.
Gli studenti della classe II B hanno, nel corso dell’approfondimento sul tema, rilevato come “la storia sia sempre stata androcentrica e caratterizzata dall’identificazione dell'umanità con l'uomo di sesso maschile e le donne siano risultate esseri umani di secondo livello, ossia mancanti, incompleti e inferiori. Le diverse culture si sono sviluppate, infatti, all’insegna di questo pensiero, che subordina il femminile ed esalta il maschile, in quanto depositario del potere, della cultura e della libertà. Non si può negare - hanno evidenziato gli studenti - che la discriminazione della donna sia, pertanto, millenaria e che non sia situata solo nella sfera delle relazioni familiari, economiche e sociali ma ovunque, poiché ella non è mai stata considerata e non si è mai considerata un soggetto autonomo. Nel flusso dei secoli, tuttavia, questa impostazione ideologica maschilista è cambiata e l’evoluzione del pensiero di genere, inteso come acquisizione di consapevolezza, di autonomia e di autorevolezza del femminile, ha reso le donne soggetti umani di diritto e capaci di una libera e complementare proposta di azione nella società e nella storia. Ecco perché è giusto maturare tutti insieme la coscienza che, poiché l’universo donna è poliedrico ed offre infinite possibilità di essere e di agire, si deve continuare a lottare per raggiungere una vera uguaglianza nella diversità, affinché le donne siano protagoniste della Storia alla pari degli uomini e siano determinanti nei processi di cambiamento della vita. Solo così si realizzerà una democrazia paritaria e le donne, da oggetto pensato, diventeranno pensiero pensante. La diversità è, quindi, una ricchezza e, oggi più che mai, l’umanità deve comprendere che la parità di genere non può non rientrare tra gli obiettivi etici delle nazioni civilizzate e che le battaglie di civiltà si vincono, però, con l'unione, la convinzione e la forza della solidarietà e del dialogo”.