"Fiori di Jaracanda", al Caffè d'arte il romanzo di Marisa Sturiale D’Agostino
di Filippo Brianni | 08/02/2018 | CULTURA E SPETTACOLI
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L'autrice e la copertina del libro
La memoria può essere raccontata. E con arte. È questo il tema del Caffè letterario di venerdì 9 febbraio che l’associazione “Il Paese di fronte al mare” terrà alle 18 presso il Palazzo della Cultura di S. Teresa di Riva. Protagonista, stavolta, sarà un libro, che è memoria e non solo. A scriverlo è stata Marisa Sturiale D’Agostino, moglie del chirurgo e sindaco di Taormina, Carmelantonio D’Agostino, scomparso nel 2007, e madre dell’ex assessore provinciale ed ex vicesindaco della città del Centauro, Mario D’Agostino. “Fiori di Jaracanda”, questo è il titolo, costituisce “un viaggio dentro se stessi per ritrovare la serenità della solitudine. Al caffè d’arte, il testo sarà presentato da Melina Patanè e Antonello Bruno. Seguirà il recital musicale del sassofonista Dario Miano, mentre Daniela Tania Linguanti, nell’ambito della rubrica “Parole d’arte”, illustrerà l’opera di Lucio Fontana. Il caffè d’arte continua nel solco della ricerca dell’arte nelle varie professioni e attività dopo che due settimana fa erano stati proprio gli artisti i protagonisti della serata, con i vari scrittori, poeti, pittori, attori e musicisti che hanno raccontato il loro modo di essere artisti ed il progetto culturale che diventa progetto di vita. Un dibattito, alimentato dal racconto “Dei” di Alex Rizzo, che ha dato l’assist a Melina Patanè e Antonello Bruno di confrontarsi sui temi bene-male e “sul percorso di consapevolezza che l'individuo deve adempiere per accedere al Se' superiore”, come riferisce la Patanè. Carmelo Trimarchi ha invece parlato della sua “storia fra le righe”, una raccolta di poesie scritte fin dal 1966 e che costituiscono specchio del suo modo di vivere. L’attore-cantastorie Carlo Barbera ha invece presentato un pezzo del suo ultimo lavoro, “Fabula”, storie di uomini e animali, di vizi e virtù. In coda, il maestro Agatino Scuderi ed i concorsi Boccavento per poesia (in gara Giovanni Malambrì e Salvatore Cordaro) e pittura (Lara Scuderi).