Sabato 23 Novembre 2024
Decima edizione dell'evento promosso dall'Amministrazione con Archeoclub e Lions


Gallodoro, cognomi, matrimoni e titoli nobiliari protagonisti della Notte della Cultura

14/08/2022 | CULTURA E SPETTACOLI

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Salvia, Martone, Brianni e Tamà al tavolo dei relatori

“Gallodoro-Storie di cognomi, matrimoni e titoli nobiliari” è stato il tema della decima edizione della Notte della Cultura svoltasi nel piccolo comune della valle del Ghiodaro. L’evento, ideato e coordinato dallo storico locale Salvatore Mosca, è stato organizzato dal Comune con il supporto di Archeoclub Area Jonica e del Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò, moderato dal presidente di Archeoclub Filippo Brianni e dalla vice Ketty Tamà. Filippo Brianni ha espresso “ammirazione per il lavoro che il socio Salvatore Mosca sta conducendo a Gallodoro, dove grazie a lui è già stato possibile mappare in QrCode i beni culturali del paese, e gratitudine all’Amministrazione comunale per lo spazio dato alla cultura”. Tamà ha evidenziato come “ad ogni edizione della Notte della Cultura appare più evidente quanto questo appuntamento sia utile anche ai gallodoresi per preservare, diffondere e custodire la propria identità culturale, le tradizioni, la storia”.  Dopo i saluti del sindaco Alfio Currenti, Salvatore Mosca ha introdotto i lavori (“Storia locale, a che punto siamo?”) con un excursus sui testi di storia locale pubblicati su Gallodoro, primo fra tutti il libro di padre D’Agostino, ed ancora i testi di Giuseppe Lombardo di Scifì di Forza d’Agrò e i numerosi studi redatti dallo stesso Mosca, oltre che da Mario Sarica, Vincenzo Andò, Domenica Mosca e Giovanni Curcuruto. In particolare, padre D’Agostino ha fatto emergere la specificità del contesto storico di Gallodoro, anche nell’ambito territoriale di Taormina; Giuseppe Lombardo ha ipotizzato a Margi il luogo in cui si svolse la scena del sacrilegio dei buoi del dio Sole, riportata da Omero nell’Odissea, e dove si stanziò l’esercito romano prima dell’assalto a Taormina nel 36 a.C.; Salvatore Mosca ha dato vita a importanti e dettagliati studi sui vari aspetti storici del paese: dal famoso Gonfalone, alla storia della confraternita, passando per Castellace (trattata anche da Giovanni Curcuruto) e per i vari passaggi nobiliari che hanno caratterizzato il paese. Sarica si è occupato di tradizioni popolari e musicali come “U sceccu pacciu” che ha luogo il 16 agosto.  

Il professor Eric Martone, della Mercy University di New York, ha illustrato un suo studio, iniziato per motivi personali e divenuto un interessante modello di analisi dei documenti d’archivio storici, i riveli, ovvero schede patrimoniali afferenti i cittadini gallodoresi in cui venivano registrate le proprietà, le tipologie di commercio e gli affari. Ha inoltre analizzato i cognomi più diffusi in paese nei diversi periodi storici, e la loro provenienza dai territori circostanti. L’intervento del professore, in lingua inglese, è stato tradotto in simultanea dal presidente del Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò, Filippo Salvia. Eric Martone aveva iniziato le ricerche dopo la morte della madre, gallodorese, nel 2006 col primo obiettivo di individuare le origini della propria famiglia e ne è venuto fuori uno studio pubblicato da riviste in Usa ed in Italia.  Subito dopo, Domenica Mosca ha raccontato gli usi e costumi matrimoniali in paese nell’ottocento, studio realizzato attraverso meticolosa analisi delle infinite risorse dell’archivio parrocchiale. Ha narrato, tra l’altro, l’interessante scoperta di 20 matrimoni avvenuti contemporaneamente in paese il 15 ottobre del 1900, per ragioni ad oggi ignote. Mario Triolo, storico residente a Milano ma siciliano di origine, ha raccontato di nuove inedite scoperte afferenti alcune contese nobiliari a Gallodoro risalenti al XVII secolo. In particolare le figura di Giulio Zati Guicciardini (marito di Elisabetta Bonanno, figlia del principe di Roccafiorita, Giacomo), Giuseppe Vigo e Michele Busacca, nonché i rapporti con la vicina Letojanni su cui Triolo ha già pubblicato due opere. L’evento si è svolto in piazza S. Maria Assunta, ad un passo dallo scrigno d’arte che è la chiesa madre di Gallodoro, che custodisce uno dei gioielli artistici più importanti del territorio, ovvero il gonfalone antonelliano. Altro tesoro infinito, cosa che è parsa chiara ascoltando gli studiosi del convegno, è l’archivio parrocchiale, anch’esso custodito dal parroco padre Daniele Truscello, profondo estimatore dell’arte e della bellezza del territorio e promotore di iniziative culturali.


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