"Il Rifugio della Morte”, il giallo di Cesare Giorgianni ambientato nella riviera jonica
27/10/2019 | CULTURA E SPETTACOLI
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L'autore e la copertina del libro
Si intitola “Il Rifugio della Morte” (Armando Siciliano Editore) il nuovo romanzo di Cesare Giorgianni, giornalista messinese che dopo “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX secolo” (2015) e “Morte a Taormina” (2016) è arrivato alla sua terza fatica letteraria. La presentazione avverrà martedì 29 ottobre, alle ore 17, nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera” della Città Metropolitana di Messina. Dopo i saluti istituzionali del sindaco metropolitano Cateno De Luca e di Anna Maria Tripodo, dirigente della V Direzione, introdurrà i lavori Angela Pipitò, direttrice della Galleria d'Arte. Seguiranno gli interventi del giornalista Cesare Giorgianni e dell'editore Armando Siciliano. Un romanzo che rappresenta un nuovo impegno letterario per il giornalista, oggi in pensione, che nella sua carriera ha lavorato da professionista per il quotidiano “La Sicilia” dal 1989 sino al 2017, sia nella redazione della città peloritana che in quella centrale di Catania; in passato ha anche redatto servizi per l’emittente televisiva regionale “Antenna Sicilia-Teletna” ed è stato direttore responsabile del settimanale peloritano “Il Soldo” (1987-1988). Dal 2018 collabora con la testata online Tempostretto. “Il Rifugio della Morte” è il secondo giallo della serie ambientata nella provincia di Messina, in particolare nei centri della riviera ionica, nel quale si muove anche qualche personaggio già presente in “Morte a Taormina”. Un fil rouge che non comporta di certo la necessaria lettura del romanzo precedente, essendo le due trame sì legate tra loro, ma solo per la presenza di protagonisti “base”, quali, ad esempio, un cronista “d’assalto” e un capitano dei Carabinieri. Ma anche di un clochard, dal cui assassinio si dipana il racconto, illustrato, come nel caso precedente, con il piacevole ausilio di tante rare cartoline d’epoca, autentiche “chicche” culturali, tratte dalla collezione dello stesso autore. “Il rifugio della morte” si sviluppa, con riferimenti a temi di grande attualità, tra suggestivi e caratteristici angoli, più o meno conosciuti, dei paesi del comprensorio che va da Taormina a Scaletta Zanclea, passando soprattutto per Letojanni, Giardini Naxos, Fiumedinisi ed altri centri. Centri, questi, “familiari” all’autore, per l’attenzione giornalistica quotidiana prestata in circa tre decenni di lavoro in redazione. Un altro “caso” di fantasia, quindi, nel quale il giornalista ha voluto cimentarsi, dopo “Morte a Taormina” e il positivo esordio di “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX secolo”; storia vera dedicata al padre Alfredo, prigioniero dei nazisti in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, in un campo di concentramento del Terzo Reich. Una cronaca reale di lavoro coatto dei cosiddetti “IMI” (Internati Militari Italiani), di paura, fame e sofferenze infarcita di “convenienti” perché vitali intrecci amorosi, narrata in presa diretta, con la voce dal deportato, dal “di qua” del filo spinato. Cartoline e foto d'epoca, nei tre romanzi in “salsa messinese” di Cesare Giorgianni, oltre ad accompagnare i testi, contribuiscono anche alla riscoperta della storia e dell'identità del nostro territorio.