"Il ritorno della Torah", a Savoca sulle tracce della presenza ebraica
di Redazione | 14/03/2017 | CULTURA E SPETTACOLI
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I resti della sinagoga di Savoca
La presenza ebraica a Savoca sarà al centro dell’incontro “Il ritorno della Torah”, organizzato dal Comune e dall’associazione “I Marinoti” di S. Teresa di Riva per giovedì 16 marzo, alle ore 10, al Centro filarmonico. Dopo i saluti del sindaco Antonino Bartolotta e dell’assessore alla Cultura Enico Salemi, interverranno la professoressa Anna Rita Fittaiolo, docente di Storia e relatrice dell’incontro; Santo Lombardo, storico e responsabile del museo etno-antropologico di Savoca; Gadi Piperno, rabbino di Roma dell'Ucei (Unione Comunità Ebraiche Italiane); Agostino Giacalone, parroco e vicario foraneo. Ospite d'onore sarà Miriam Jaskierowicz Arman di Tiberiade (Israele), figlia di sopravvissuti e insegnante di cabala della voce, invitata dall'assessore Salemi per conoscere la comunità di Savoca e le tracce del passaggio degli ebrei. All’iniziativa partecipano anche gli studenti del Liceo classico e dell’Istituto comprensivo di S. Teresa, mentre la Libera Accademia Ensamble curerà un’esibizione musicale. Torah, termine che in ebraico significa insegnamento, indica il Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. L’evento servirà a ricostruire le tracce storiche della presenza ebraica nel borgo collinare, rimaste tangibili soprattutto grazie all’esistenza dei resti di un’antica sinagoga nel centro storico. Argomento trattato nel testo “La presenza ebraica nella Terra di Savoca e dintorni" (2006) dallo stesso Santo Lombardo, che da sempre approfondisce la tematica con cura per cercare di unire tutti i tasselli storici così da avere un quadro ben definito sui giudei di Savoca, allontanatisi dopo la cacciata del 1492. La questione è tornata ala ribalta soprattutto dopo il ritrovamento, nel giugno 2014, di una stele di pietra con incisa una stella di David proprio tra i ruderi della sinagoga, anche se nell’agosto dello stesso anno il professor Stefano Di Mauro, rabbino sefardita ortodosso capo della Comunità ebraica di Sicilia, dopo aver visionato la stele lapidea è parso molto dubbioso sull'autenticità del reperto.