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Giovanni Cacioppo, il geometra della comicità
di Giancarlo Trimarchi | 19/08/2013 | CULTURA E SPETTACOLI
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Si è tenuto ieri al lido santateresino "Mamma Mia beach" l'ultimo spettacolo di "Live cabaret" che ha visto come protagonista d'eccezione Giovanni Cacioppo, comico siciliano originario di Gela divenuto famoso per i suoi monologhi in cui vengono messe in evidenza le differenze di mentalità che vi sono tra Nord e Sud. Direttamente dai più famosi ed accreditati programmi di cabaret italiani come Zelig, Made in Sud e Colorado Caffè, il comico siciliano è stato accolto da un numerosissimo pubblico che ha espresso più volte nel corso dell'esibizione il proprio consenso, applaudendolo energicamente. Battute originali e perspicaci, ritmo serrato, naturalezza espressiva, sono solo alcune delle qualità più evidenti che contraddistinguono questo cabarettista capace di tenere sempre viva l'attenzione del pubblico. La sua trascinante verve, mai scontata o banale, rappresenta il suo principale punto di forza in quanto gli permette di rivolgersi agli spettatori con estrema schiettezza e spontaneità. I vari argomenti affrontati da Cacioppo, dalla vita quotidiana alla politica, sono presentati sotto una prospettiva nuova ed originale che stupisce lo spettatore per l'acuta capacità di analisi. Fortemente legato alla Sicilia, il cabarettista non ha esitato durante la propria performance ad inserire nelle proprie battute qualche espressione in dialetto siciliano, a dimostrazione dell'attaccamento nei confronti della propria terra natale. La personalità espansiva e coinvolgente del comico siciliano si evince anche dall'intervista da lui rilasciata per i lettori di Sikilynews. Come è nata l'idea di portare sulla scena il personaggio del delinquente Testa di cane? Nei suoi monologhi lei sottolinea spesso i vari cliché che riguardano la Sicilia ed il Sud più in generale. Ritiene che siano solo pregiudizi o vi è un fondo di verità? In quale misura e maniera l'esperienza teatrale ha influito sulla sua carriera di cabarettista? Potrebbe raccontaci come e quando ha iniziato a fare il cabarettista? Quali sono i comici che più hanno influenzato la sua arte? Qualche consiglio per quanti vogliano intraprendere la professione di cabarettista?
"Testa di cane è un personaggio che è nato molto casualmente seguendo le notizie di cronaca quotidiana. Ho ritenuto che sarebbe stato molto esilarante mettere in scena uno sketch in cui interpretavo un ladro provetto, sintesi di tutti quegli stereotipi propri dei malviventi. Sguardo ostile, voce roca, prestanza fisica, abbigliamento alla gangster americano sono i tratti peculiari del delinquente per eccellenza che io ripropongo con questo personaggio. Testa di cane è un predatore che incute soggezione e timore in chi gli sta dinnanzi e soprattutto non si lascia scoraggiare da nulla".
"Sicuramente qualcosa di vero c'è: l'ospitalità spesse volte invasiva dei meridionali è un dato di fatto. Ciò non significa che tutti gli stereotipi attribuiti alla gente del Sud siano fondati e giustificati. Nei miei sketch io gioco sempre sulla considerazione che magari la gente del settentrione ha dei meridionali, ma naturalmente le situazioni da me portate di volta in volta sulla scena sono esasperate ed esagerate sino al ridicolo e corrispondono ad una realtà alterata".
"Fare teatro ha rappresentato per me un'ottima occasione di crescita artistica; se, infatti, la televisione permette di rivolgersi ad un pubblico più ampio, è in teatro che si vivono dei momenti davvero emozionanti di contatto diretto con gli spettatori. In teatro ti esibisci davanti ad un uditorio più ristretto, ma l'emozione è sicuramente maggiore".
"Ho iniziato all'età di trent'anni, relativamente tardi per un comico, ad esibirmi in spettacoli di cabaret. Prima facevo il geometra e non avrei mai pensato di diventare un cabarettista. Una sera mi trovavo in compagnia di alcuni miei amici e mi sono ritrovato su un palco dove ho incominciato ad improvvisare qualche battuta. Mi sono accorto che la gente rideva di gusto ed era interessata a quanto andavo dicendo. Ho preparato in seguito degli sketch e ho partecipato a diversi concorsi comici fino ad arrivare alla vittoria della "Zanzara d'oro" a Bologna nel 1994".
"Troisi rappresenta per me uno dei capisaldi della comicità e fin da bambino guardavo i suoi film con ammirazione. La commedia italiana deve molto a Troisi in fatto di humour e senso della comicità".
"Impegno, passione, dedizione sono i principali requisiti, ma soprattutto non bisogna pretendere di arrivare immediatamente al successo ed occorre essere consapevoli del fatto che possono esserci momenti di grande notorietà alternati ad altri periodi meno fortunati".