Nuovo premio per la poetessa Mariapia Crisafulli, vincitrice assoluta a Torino
di Filippo Brianni | 31/01/2018 | CULTURA E SPETTACOLI
di Filippo Brianni | 31/01/2018 | CULTURA E SPETTACOLI
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Mariapia Crisafulli
Ancora un premio per la poetessa e scrittrice Mariapia Crisafulli di S. Teresa di Riva. Ed è l’ennesimo primo posto assoluto, questa volta alla XXVI edizione del Premio “Poesia per la pace e la giustizia sociale” di Torino, organizzato dal Centro Studi Cultura e Società del capoluogo piemontese, col patrocinio di Regione, Comune e Città metropolitana. La Crisafulli, 21 anni, originaria di Casalvecchio Siculo, già una sfilza di premi letterari in bacheca, ha sbaragliato i concorrenti con “Vidi un soldato”, una poesia dedicata alla guerra. Una poesia, peraltro, che ha anche trovato posto nel libretto-testimonianza sulla prima guerra mondiale realizzato dall’Osservatorio dei Beni culturali dell’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, la cui presidente, Ninuccia Foti, si è detta “particolarmente orgogliosa”, per il successo della poesia di Crisafulli ai piedi della Mole. Una poesia che narra di un incontro tra due soldati, nemici, eppure accomunati da sensazioni che non conoscono le differenze di colore sulla divisa. Questa la motivazione critica redatta dalla professoressa Daniela Zinetti, componente della giuria: “Un uomo, un nemico, le sue lacrime. Sentimenti contrastanti che si confondono e stentano a liberarsi, versi cadenzati che affondano in una terra di dolore. La poetessa, nel silenzio della parola, tesse una speranza, un’empatia inaspettata tra i protagonisti di quest’incontro. Sale la pietas, capace di toccare le corde della nostra anima”. Mariapia Crisafulli, peraltro, si è cimentata anche con la posa, pubblicando meno di un anno fa una raccolta di racconti (“Odòs, storie di strade”, Cavinato editore). Ad appena sedici anni, con Kimerik editore, aveva invece pubblicato “Un’altra notte di emozioni”, una raccolta di poesie che ha fatto da apripista ad una serie di premi, come il Città di Ancona, il Roncio d’Oro, il Bertelli e il “locale” “Onofrio Zappalà. Vidi un soldato, Mariapia Crisafulli
Vidi un soldato
l'altra notte.
Vidi un soldato nemico
che piangeva sotto il cielo.
Era lontano dagli altri
e in quel gemito,
da solo,
riprendeva le vesti d'un uomo.
Forse pensava alla sua donna,
forse contava gli elmi sotto di lui caduti,
forse sognava casa,
forse invocava la pace...
Io non so che sapore avessero le sue lacrime,
ma provai pena per lui:
per quella sorte amara a cui doveva tener fede.
Era un tenente,
riconobbi i suoi gradi quando raccolse la giacca da terra,
quando si asciugò le lacrime
e ritrovò un'espressione da bestia inferocita
diretta sul fronte.
Chissà quanto costava quella viltà celata
-mi chiesi-
chissà quanto dolore provava
al pensiero d'esser carnefice.
Chissà quante volte era già morto,
pur essendo rimasto vivo.
Guardò le stelle come per l'ultima volta
-era l'ultima di altre mille
ai suoi occhi, in quei mesi-
e si mosse verso il campo di grano:
doveva mancar poco alla battaglia.
Lo vidi andar via,
quel soldato;
volevo rincorrerlo,
dare un nome al suo volto
e una speranza al suo nome,
ma non ne ebbi il coraggio.
Era un soldato nemico
-mi dissi-
o solo un uomo dalla diversa divisa
che andava a morire con la morte nel cuore,
perché già impressa negli occhi.
Vidi un soldato,
l'altra notte.
Sì:
era un uomo
che al cielo volle chiedere perdono.