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"Il giovane favoloso", il film sulla vita di Giacomo Leopardi
di Massimo Marinacci | 15/10/2014 | CULTURA E SPETTACOLI
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Elio Germano
Approda finalmente in sala dal 16 ottobre, in 250 copie, Il giovane favoloso, film di Mario Martone che ha cominciato il suo viaggio dopo l'accoglienza calorosa alla Mostra del cinema di Venezia, ai festival di Toronto e di Londra e dopo il successo popolare a Recanati dello scorso weekend, con 35 mila persone, moltissime in abiti ottocenteschi. La pellicola mostra il percorso di Leopardi che parte da Recanati, il suo luogo d'infanzia e formazione, passando per Firenze fino ad arrivare a Napoli, città che sarà per il poeta al tempo stesso un un colpo al cuore e un colpo di fulmine. Leopardi si innamora della gente dei quartieri popolari: degli scugnizzi, delle prostitute, delle taverne, dei bicchieri di vino. Finché scoppia il colera e un amico lo trascina a Torre Annunziata, ai piedi del Vesuvio, dove scrive La ginestra, la lunga poesia che racchiude il suo pensiero e con la quale si chiude il film. Il Leopardi di Martone è “essenzialmente un ribelle, un uomo nato alla fine del Settecento, il suo pensiero era mobile, un pensiero che non apparteneva al suo tempo: ha una natura antica che però sa guardare molto in avanti – dice il regista –. Tutto quello che scrive Leopardi è autobiografico. È un poeta controcorrente che non tollerava le ipocrisie con cui siamo costretti a fare i conti”. Il regista aveva già portato “Le operette morali ” nei teatri di tutto il mondo con un grande riscontro di pubblico e tre anni di tournée che ha toccato anche Parigi e New York. Adesso, con questo film, ha provato a mettere in rapporto la scrittura e la vita, l'esperienza e la poesia che brucia, che si fa incandescente. Il motore del film è tutto cinematografico: per vederlo non serve avere già una cultura su Leopardi; è il tentativo di mettere in simbiosi la vita e la scrittura e di capire come il cinema può farlo. Insomma, non è un'opera biografica perché la scrittura di Leopardi nasce dalle sua esperienza individuale, una tecnica rivoluzionaria nell'epoca in cui scriveva. I luoghi scelti dal regista sono quelli veri dove Giacomo Leopardi è cresciuto, si è trasformato da bambino prodigio in giovane intellettuale, ha lottato per uscire dalla sua gabbia dorata, da quella casa piena di stimoli culturali ma povera di esperienze reali quale era Recanati, il suo luogo natìo. Lo lasciò a 24 anni per provare l'esperienza dell'alta società italiana: prima Firenze, poi Napoli, dove venne prima celebrato, poi criticato ed emarginato.
Martone si affida all'interpretazione favolosa e mimetica dell'ormai affermato Elio Germano, capace di immergersi nel corpo e nella mente del poeta Leopardi con i suoi tic, la sua andatura claudicante, il camminare in modo strano per via della sua gobba, il rapporto stesso con la malattia (è affetto da tisi a ventuno anni). Un'interpretazione quella di Germano che avrebbe sicuramente meritato la coppa Volpi come miglior interpretazione maschile al festival di Venezia 2014. Il film è il frutto di una co-produzione Palomar e Rai Cinema ed è distribuito da 01.