Ricordato Salvatore Triolo, anima del teatro nel comprensorio jonico
di Redazione | 12/12/2016 | CULTURA E SPETTACOLI
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La consegna della targa ai familiari di Triolo
Salvatore Triolo, nelle compagnie di cui aveva fatto parte, lo si trovava in scena, in teatro e in ogni luogo. Al teatro Val d’Agrò di S. Teresa di Riva lo ricordano fissare bulloni e sostituire prese per trasformare un magazzino nel teatro progettato da Santino Mastroeni e sognato dalla compagnia Liberi Attori Siciliani, che Triolo aveva contribuito a far nascere e crescere, insieme alla moglie Lina Triolo, sulla rotta fissata da Vittorio Bruno. Insieme ai ragazzi di quella compagnia, Salvatore Triolo marchiò a fuoco la cultura teatrale nel comprensorio, in un’esperienza che non si sarà mai ripetuta. Per i Liberi Attori Siciliani, Triolo musicò decine di commedie scritte da Bruno, De Filippo, Pirandello, Martoglio. Le recitò pure. Dal buffo parroco al serio nonno, sempre punto di riferimento per i più giovani della compagnia. Finita la Liberi Attori, Triolo continuò a recitare con Teagros e con i Marinoti. Una figura di grande umiltà, morta nel 2009 e ancora indelebile nella vita di chi ci ha avuto a che fare. Per questo l’associazione “Il Paese di fronte al Mare” ha voluto dedicargli il primo dei tre eventi del Caffè d’arte legato al Natale. Una rappresentazione a più voci, anticipata dalla presentazione di Antonello Bruno, “La cometa si fermò” di Vittorio Calvino, interpretata da Nico Zancle, insieme a Melina Patanè, Mimmo Imbriano, Giusy Amelie Tancredi. Al termine della rappresentazione, Patanè e l’assessore alla Cultura Giovanni Bonfiglio, alla presenza degli attori Vittorio Bruno e Carlo Barbera, hanno consegnato una targa ai familiari di Triolo (presenti il fratello Cosimo ed i figli Francesco ed Alessio). La serata al Caffè d’Arte si era aperta con il concorso di poesia Boccavento con il santateresino Davide Caminiti, il milazzese Giovanni Pione e il liminese Nino Rizzo che si sono esibiti di fronte alla giuria (Antonello Bruno, Nino Smiroldo, Pina Abate, Ninuccia Foti e Franco Campailla). Per la musica, invece, vivace esibizione della Junior Band della banda “Bellini” di S. Teresa di Riva, guidata dal maestro Carmelo Garufi in collaborazione con Maria Celeste Chillemi. La “cometa” natalizia del Caffè d’Arte illuminerà la… “grotta” della sala ex municipio anche venerdì prossimo, per la “nascita” di “All’ombra di un fiore di roccia”, una raccolta di racconti di Filippo Brianni sulle migrazioni e sui luoghi del comprensorio. La presentazione si inserirà in un evento speciale: la consegna del trofeo Boccavento alla carriera ad Antonio Presti. La sala dell’ex municipio ha vissuto momenti interessanti anche con “Don Abbondiu, u parrinu di Ganzirri", messa in scena da Carlo Barbera, Natalia Silvestro e Sabrina Foti: una bella rivisitazione in salsa sicula della figura manzoniana di Don Abbondio. L’opera è stata scritta da Carlo Barbera e si inserisce in quel solco di lavori (I Cantastorie, L’Iliade, L’Odissea) con cui Barbera rievoca importanti lavori della letteratura dando un’impronta personale, forte, siciliana, senza però mai sminuirne il messaggio, anzi rendendolo ancora più comprensibile attraverso l’ironia e la rappresentazione scenica.