Sabato 20 Aprile 2024
Convegno a Limina nell'ambito delle celebrazioni per il centenario


"Terra e Guerra", l'altra faccia del conflitto mondiale

di Redazione | 27/12/2015 | CULTURA E SPETTACOLI

2521 Lettori unici

L'intervento di Fleres e il tavolo dei relatori

“La prima guerra mondiale non fu solo quella che ci racconta la storiografia, ma anche quella di chi restò a casa, in un’altra trincea, quella delle campagne, nella lotta per la sopravvivenza. Una storia scritta da chi non sapeva nemmeno scrivere, in prevalenza donne, sulle quali è calato improvvisamente il peso oltre che della famiglia anche del lavoro contadino e della gestione economica, visto che gli uomini furono chiamati al fronte a combattere una guerra che per loro era pure incomprensibile”. Fotografa così Giuseppe Restifo, docente all’Università di Messina, la storia “raccontata dal basso” della prima guerra mondiale ed oggetto di un convegno “Terra e guerra”, tenutosi sabato scorso a Limina nell’ambito degli eventi per il Centenario. “Abbiamo voluto dare questo taglio all’incontro – ha detto l’assessore Filippo Ricciardi – perché qui da Limina partirono ben 600 persone, oltre quelle che già erano emigrate. Ed i problemi nella case liminesi continuarono anche dopo, visto che 36 morirono in guerra e una decina tornarono mutilati”. Furono donne, bambini, anziani i grandi protagonisti di quel periodo, “come documentano le lettere che si scambiavano con quei contadini chiamati a fare i soldati – descritte da Restifo -  e la cui prima preoccupazione non era la propria vita, ma ciò che accadeva nella lontana casa”. Testimonianze raccolte ed illustrate anche da Mimmo Costa, presidente della sezione comprensoriale di Archeoclub e curatore di una mostra fotografica su “guerra ed agricoltura”, in tandem con Giovanni Saglimbeni Ntantè. Costa ha ripercorso le parole di vari protagonisti locali dell’epoca, da Padre Isidoro da Limina a Filippo Lapi. Ha poi chiuso l’intervento con la proiezione di foto e di un video con un’intervista di Carmelo Smiroldo sulla galleria di Postoleone (sulla strada Mongiuffi-Letojanni), realizzata a picconate nella roccia da trecento prigionieri austriaci proprio durante la prima guerra mondiale. Smiroldo, di quella storia, documentò anche aneddoti, rapporti con la comunità locale e persino una presunta storia d’amore tra un prigioniero ed una ragazza di Gallodoro. La guerra nel comprensorio jonico è stata oggetto di studio anche da parte dell’Osservatorio beni culturali dell’Unione dei comuni, intervenuta con il suo presidente, Ninuccia Foti, che ha presentato un opuscolo in cui vengono condensate cifre, foto, aneddoti e nomi relativi alla prima guerra mondiale nel comprensorio. Presente pure l’associazione combattenti e reduci, intervenuta con una delegazione guidata dal presidente della sezione di S. Alessio, Cetto Fleres. Il convegno, moderato dal giornalista Filippo Brianni, nella sua fase finale ha fatto apripista all’altro evento, “I prodotti agricoli tipici di qualità”, introdotto da un intervento su “sviluppo rurale nel XXI secolo e potenzialità dei fondi comunitari” dell’agronomo Domenico Bongiorno. Questa seconda fase continuerà anche oggi, dalle 10 in poi, con un mercato natalizio di prodotti tipici e punta ad aprire un... “fronte”, assolutamente pacifico, in cui le campagne dell’hinterland jonico possano tornare in qualche modo protagoniste, con gli aiuti comunitari e forme di commercializzazione “a chilometro zero”.


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.