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Tesori nascosti da scoprire, viaggio tra i dipinti della Valle d’Agrò
17/05/2015 | CULTURA E SPETTACOLI
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Salvatore Mosca durante l'incontro all'Unitre
Tesori nascosti, opere spesso preda di ladri, che rappresentano però un importante patrimonio storico poco conosciuto. Sono i dipinti conservati negli edifici religiosi della Valle d’Agrò, al centro dell’ultimo incontro all’Università delle Tre Età di S. Teresa di Riva. Nell’aula magna della scuola elementare “Felice Muscolino” le attenzioni si sono incentrate in particolare sul tema “Pittura e controriforma a Casalvecchio Siculo e dintorni”, argomento trattato da Salvatore Mosca, laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Catania e appassionato di Storia dell’Arte, autore del testo “Il gonfalone antonelliano di Gallodoro. Problemi e congetture” (Armando Siciliano Editore) e di vari articoli su riviste specializzate e quotidiani.
Lo studioso di Gallodoro, che ha in cantiere la pubblicazione di un volume proprio sui temi esposti all’Unitre, ha spiegato come nel ‘500 furono diversi i centri jonici e in particolare della Valle d’Agrò, come Mandanici e Savoca, dove furono abbracciate le idee luterane. La risposta della Chiesa cattolica con la Controriforma contribuì poi a diffondere gli ordini francescani e gesuiti, come nel caso di Savoca, dove i seguaci della Compagnia di Gesù favorirono il diffondersi del culto dell’Immacolata Concezione, come testimoniano alcune espressioni artistiche di carattere devozionale. Mosca ha illustrato in particolare le tele del pittore Gaspare Camarda, nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1570 e attivo nel messinese e nel palermitano dal 1597 al 1629: un manierista riformato, allievo di Antonio Catalano il Vecchio, che ha realizzato numerose opere conservate oggi in varie località della provincia di Messina. Tra queste un’inedita grande tela centinata raffigurante l’Immacolata con simboli mariani, oggi custodita nella chiesa savocese di San Nicolò. Ignorata tanto dalla storiografia locale quanto dalla letteratura artistica, lo studioso gallodorese ha spiegato come la tela savocese si possa inserire in maniera molto prossima alla più raffinata Adorazione dei Magi realizzata dal Camarda per la chiesa di Sant’Onofrio nella vicina Casalvecchio Siculo. Un’altra tela dell’artsta messinese, La Pentecoste, è conservata nella chiesa madre di Sant’Agata, ad Alì. Salvatore Mosca ha così spiegato per sommi capi gli elementi costitutivi dei dipinti illustrati ai soci Unitre, chiarendo diversi aspetti utili a comprendere il messaggio iconologico e l’ambiente nel quale le opere scaturivano e a cui, allo stesso tempo, erano destinate. “I dipinti sono forme di comunicazione – ha sottolineato Mosca – che ci permettono, tramite un linguaggio muto, di ricostruire importanti tracce del passato”. “Un ulteriore esempio – ha ricordato il presidente dell’Unitre, Santino Albano – di come storia e religione siano indissolubilmente legate”. Il prossimo appuntamento con gli incontri organizzati dall’Università delle Tre Età di S. Teresa di Riva è in programma lunedì 18, con la presentazione del testo “Il partito dell’umanità”, redatto dal direttore Antonino Ucchino.