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"U camiddu di Casalvecchio", storia di un'allegoria millenaria
di Giovanna Musso | 29/08/2015 | CULTURA E SPETTACOLI
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Il "camiddu" durante la festa di Sant'Onofrio
Sabato 5 settembre, alle ore 18.30, il Comune di Casalvecchio Siculo e la Parrocchia di Sant'Onofrio Anacoreta organizzeranno sul sagrato della chiesa Maria SS.ma Annunziata, una delle più belle del paese, una tavola rotonda dal titolo: “U camiddu di Casalvecchio: allegoria dell'epopea normanna da Ruggero II ai giorni nostri”. Esporranno i loro studi, in qualità di relatori, il prof. Luciano Catalioto, docente di Storia Medievale dell'Università degli Studi di Messina; il prof. Francesco Nicita, docente di Lettere nella scuola secondaria; il dott. Mario Sarica, etnomusicologo e direttore del Museo della Cultura e della Musica Popolare dei Peloritani di Messina. Modereranno gli interventi l'architetto Ketty Tamà e il geom. Santino Mastroeni, che tirerà le somme del dibattito. Lo spunto organizzativo di questa serata nasce sia dall'esigenza di sviscerare l'origine storica e culturale della maschera del cammello, ma anche dalla necessità di preservare l'identità e il ruolo di tale maschera, tuttora in uso a Casalvecchio Siculo in occasione della festa patronale di Sant'Onofrio, che si celebra ogni anno la seconda domenica di settembre. “E già si avanza, urta e finge di cadere sulla gradinata del duomo, dove secondo il costume si adunano i contadini e le contadine venuti dai villaggi […] e dai comuni vicini [...]; e lì ora li addenta, ora li lascia, or li spaventa, or china il capo, abbocca una gonna o una sottana”. Queste le parole con cui Giuseppe Pitrè, nel 1894, descrive la performance del cammello nella sua Biblioteca delle tradizioni popolari, utilizzando come fonte una memoria scritta dallo storico e ricercatore casalvetino, Domenico Puzzolo Sigillo. Dunque la maschera del cammello, animata da alcuni popolani che la muovono e preceduta da un cammelliere, è portatrice di disordine, di scompiglio e di follia all'interno dei festeggiamenti. Un variopinto cammello quasi impazzito scompone, allarga e spaventa la folla, per poi concludere le sue prodezze con un inchino davanti alla chiesa. Quale il significato originario di questo antico rituale, se non quello di annunciare la sottomissione degli arabi di Sicilia all'autorità dei Normanni? Si tratta di una chiara allegoria del trionfo della cristianità sui musulmani, dell'ordine ripristinato sul disordine. La locandina dell'evento presenta nella sua grafica, un'ulteriore testimonianza di tale allegoria: la decorazione di un elegante mantello da parata di Ruggero II, datato 1133-1134, confezionato nella manifattura reale di Palermo e oggi conservato al Kunsthistoriches Museum di Vienna. Leggendo l'iconografia di questo preziosissimo mantello, si nota immediatanente un leone trionfante che sottomette un cammello in atto di devozione. Dunque la Fede cattolica, rappresentata e incarnata da Ruggero II d'Altavilla, sottomette il cammello, ovvero gli arabi e la religione musulmana. A partire da questa e da altre considerazioni si snoderanno gli interventi dei relatori, che tracceranno il profilo storico della Sicilia medievale e normanna, il contesto urbanistico, storico-sociale di Casalvecchio Siculo in epoca medievale, e approfondiranno i significati etnoantropologici e musicologici delle feste popolari di Sicilia. A partire da queste premesse, il convegno vuole essere un'occasione per riscoprire e approfondire le radici storiche e culturali della nostra isola, al fine di salvaguardare e tutelare il ricchissimo patrimonio culturale della Sicilia, che ancora oggi vive e pulsa, grazie all'impegno e alla dedizione di tutti coloro che ne tramandano ancora coraggiosamente l'antica voce. Al convegno anche una copia del mantello dell’incoronazione di Ruggero II
Il convegno sarà impreziosito dall’esposizione di una copia in scala reale, dal diametro di circa 3 metri, del mantello dell’incoronazione di Ruggero II. L’originale di questo preziosissimo ed unico manufatto, realizzato dalle officine reali di Palermo, nel 1133-1134, è tuttora conservato, insieme al tesoro degli Asburgo, presso il Kunsthistoriches Museum di Vienna. La decorazione, di chiara simbologia normanna, ritrae un cammello, simbolo dei musulmani, sottomesso alla fierezza di un leone, simbolo araldico degli Altavilla. Questa riproduzione, tuttora utilizzata dal Comune di Motta Sant’Anastasia (Ct) in occasione delle sfilate in costume medievale, che si svolgono annualmente nel mese di agosto, è stata gentilmente prestata al Comune di Casalvecchio per iniziativa del prof. Santo Puzzolo, consigliere comunale del paese. Il mantello farà da scenografia agli interventi dei relatori.
La locandina dell'evento