Domenica 22 Dicembre 2024
L'albergatrice Coralie Mesnier rilancia l'idea di puntare sull'ecoturismo


"Facciamo turismo con i piedi!"

di Sandro Ballisto | 15/07/2014 | ECONOMIA

4363 Lettori unici

Coralie Mesnier

Quando si parla di turismo è d’obbligo sentire il punto di vista di chi opera nel settore, di chi vive quotidianamente l'andamento del mercato, cercando soluzioni concrete per aumentare le presenze nella propria struttura ricettiva. Coralie Mesnier, francese ma siciliana d’adozione, gestisce insieme alla sua famiglia un hotel a Sant’Alessio Siculo. Da buona albergatrice Coralie è sempre attenta al mercato turistico, per questo cerca di essere sempre presente alle fiere del turismo internazionale, come la Itb di Berlino, la più grande fiera del turismo del mondo. L’abbiamo intervistata per conoscere le sue idee sul turismo e le possibili ricette per rilanciare il settore.


Sei stata alla Fiera Internazionale del Turismo Berlino, cosa hai imparato?
"Innanzitutto ho capito che nonostante faccia questo mestiere da più di quindici anni, ho ancora tanto da imparare: mi sono sentita davvero ignorante rispetto ad un mondo che avanza alla velocità della luce. Ho capito che non possiamo più permetterci di camminare, ma dobbiamo correre per stare al passo con l’evoluzione del settore turistico, in mutazione costante. Tra i 180 Paesi presenti per mettere in mostra le proprie ricchezze e provare ad attrarre nuove fette del mercato turistico, mi ha molto stupito la totale assenza di uno stand promozionale della Regione Sicilia. La Puglia, ad esempio, ha partecipato all’Itb di Berlino investendo sulla cura dell’immagine e presentandosi nel migliore dei modi alle migliaia di visitatori della fiera".

Tornata a S. Alessio Siculo, hai deciso, insieme ad altri volontari, di recuperare un vecchio sentiero che conduce a Forza d'Agrò. Da dove nasce questa idea?
"Curiosando nei diversi settori della fiera berlinese, che si estende su una superficie di ben 150mila metri quadri, mi sono soffermata nell’ala dedicata all’ecoturismo, settore che mi interessa in modo particolare perché credo sia il futuro del nostro mestiere. Sono rimasta colpita dal numero di stand dedicati al trekking, attività che stimola l’incontro tra diverse culture, un turismo “slow” alla scoperta dei prodotti e dei produttori, che riesci solo ad apprezzare se cammini lentamente, e non magari scrutando dietro il vetro di un bus climatizzato. Sapevo che i tedeschi e i francesi fossero grandi camminatori, ma non immaginavo che il settore venisse cosi apprezzato tanto da allestire un intero padiglione dedicato. La domanda è in continua crescita e gli operatori rispondono offrendo pacchetti dedicati al trekking, suddivisi in base al tipo di utenti interessati, siano donne, uomini, famiglie con bambini, o anche per l’orientamento sessuale. Ci sono tappe in tutto il mondo, Italia compresa, ma la Sicilia al momento non è ben inserita nel circuito del trekking a parte con le isole di Salina e Lipari, già attrezzate con piste da trekking e segnaletica. Per questo ci siamo messi subito al lavoro con la nostra associazione, “ViviAmo Sant’Alessio”, per ripulire un vecchio sentiero dimenticato utilizzato in passato per raggiungere a piedi Forza d’Agrò. Il panorama è mozzafiato e credo sia un asso nella manica, per una località come Sant’Alessio Siculo, per provare ad offrire quel quid in più rispetto alle altre realtà".

Avete richieste di appassionati di trekking e secondo te la nostra zona è adatta a tale attività?
"Lavoro prevalentemente con una clientela straniera, abituata a camminare. La richiesta è costante ma il servizio è incompleto. In Germania, ad esempio, i sentieri dedicati al trekking sono accompagnati da una segnaletica che indica le distanze e le difficoltà del percorso, con piccoli totem installati lungo i tracciati. Qui ancora questo tipo di servizio è assente. Ma oltre ai gruppi organizzati con guide al seguito, non dobbiamo dimenticare l’utenza del posto, molto spesso abituata a camminare in modo indipendente. Abbiamo la fortuna di avere sentieri per tutte le età e con gradi di difficoltà variabile, praticabili quasi tutto l’anno. Ma mancano i servizi per rendere più agevole una passeggiata in mezzo alla natura".

Cosa si dovrebbe fare per promuovere i sentieri del trekking “nostrani”?
"Manutenzione, mappe, totem, segnaletica secondo gli standard europei, eventi per le scuole ed eventi sportivi. Un programma infinito: un sentiero ben attrezzato e sicuro riuscirà molto più facilmente ad attrarre nuovi utenti e a mettere a loro agio coloro che amano già camminare. Ma alla base è fondamentale la collaborazione da parte di tutte le amministrazioni del territorio e le associazioni del settore, per accedere ai finanziamenti. La nuova programmazione europea 2014-2020 prevede ingenti risorse per il turismo ecosostenibile e i servizi ad esso correlati: bisogna crederci e impegnarsi su questa strada, che alla lunga porterà dei benefici sul territorio, magari non tangibili nell’immediato, come spesso chi amministra una comunità preferisce avere. Servono professionalità che agiscano al di là dei propri interessi, dei “visionari” convinti che puntare su un turismo che offre dei prodotti esclusivi sia la ricetta giusta: un modo, soprattutto, per arrivare alla tanto decantata destagionalizzazione delle presenze turistiche, il vero problema che gli operatori del settore si trovano ad affrontare. In questa direzione c’è ancora molto lavoro da fare e spesso le amministrazioni locali non sono particolarmente sensibili al tema. Non dimentichiamo poi che la vastità del territorio non permette alla nostra piccola associazione di seguire a 360 gradi tutte le iniziative, che però potrebbero ridistribuire benessere agli operatori turistici del comprensorio".

Se la politica sonnecchia, il privato resta a guardare o si attiva autonomamente?
"Chi si ferma è perduto. A forza di parlare di questo tema inizio ad incontrare persone che la pensano come noi e che intravedono il futuro in questo modo di vedere il turismo. Trekking non significa solo camminare ma è un altro modo di fare turismo. Attorno al trekking c’è la scoperta e il rispetto per il nostro territorio, per gli antenati che hanno trasportato pietre per fare armacie (muri a secco tipici del territorio, NdA) in luoghi improbabili. E' incontrare un pastore che ti fa assaggiare la ricotta o un’anziana del luogo che ti fa scoprire il finocchietto selvatico. Sono convinta che l’occhio di uno straniero come me vede il paese di adozione con una angolazione diversa, con più amore. É nell’ordine naturale delle cose. Ne è un esempio Vincenzo Fiocco, siciliano emigrato in Francia, che rientrato nella terra natìa si è dedicato al recupero dei sentieri di Forza d’Agrò. Sono energie del territorio che vanno valorizzate e aiutate, anche se spesso si preferisce ignorarle: persone preziose per lo sviluppo dei nostri paesi, perché animate da una vera ed autentica voglia di rimanere e migliorare la realtà locale. Bisogna poi ascoltare chi opera sul territorio, in modo particolare gli albergatori, che hanno il polso della situazione e sanno esattamente quali sono i punti deboli per quanto riguarda i servizi. Avere amministrazioni locali aperte e dinamiche, che vanno ad incontrare ed ascoltare chi si confronta giornalmente con le richieste dei turisti, può essere un punto di forza: una politica chiusa e poco incline al dialogo serve invece a poco. Anzi è controproducente".

Più informazioni: turismo  trekking  


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.