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"Insegnante precario? Meglio aprire un campeggio"
di Sandro Ballisto | 28/09/2013 | ECONOMIA
di Sandro Ballisto | 28/09/2013 | ECONOMIA
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Fare vacanze in campeggio non è da tutti, ci vuole un certo adattamento. Viaggiare con la tenda ha il suo fascino, ci si sente liberi, in pieno contatto con la natura, ed in più è economico. Negli ultimi anni però il mondo dei campeggi è cambiato, l'offerta di servizi come animazione e piscine sta facendo sembrare queste strutture ricettive sempre più dei villaggi turistici low-cost. A molti la cosa può anche piacere, ma per chi nel campeggio cerca le comodità essenziali, ritrovarsi a dover spendere di più per dei servizi che non vuole risulta una cosa inutile. Quando abbiamo deciso di fare qualche giorno di vacanza a Marzamemi, ho iniziato a cercare sul web un campeggio nelle vicinanze. La concorrenza in quelle zone è veramente tanta però, grazie a Trip Advisor, si riesce a fare una buona selezione. Il risultato è che i commenti sui campeggi in quella parte della Sicilia non sono buoni: in pratica il rapporto qualità-prezzo mette in risalto l'incongruenza fra il tanto che si spende e il servizio mediocre che si riceve. Stavo per rinunciare quando trovo il sito dell'Agricamping Sophia, vedo le foto, guardo i prezzi e dico che è proprio quello che fa per noi. Non avrei mai immaginato che oltre ad una buona accoglienza e un bel posto avrei anche conosciuto Antonino Rampulla. Perché hai deciso di fare impresa con un campeggio? Che differenza c'è tra il fare impresa in provincia di Messina e in provincia di Siracusa? Come vedi il settore turistico siciliano visto che tu hai deciso di investirci?
Antonino si è creato un lavoro in una Sicilia che offre poco, ha messo nel cassetto la sua laurea ed ha deciso che era ora di dare una svolta alla propria vita. Così ha dato il via alla sua impresa in una estate che lo aveva già visto vincitore di un'altra impresa memorabile per la sua città, Messina. Antonino è infatti fra i primi che hanno creduto che la candidatura a sindaco del suo amico Renato Accorinti potesse concretizzarsi. La cosa che colpisce di Antonino è che è una persona che ancora sogna, che spera, che crede che in Sicilia ci sia un futuro da scrivere.
“Conclusi gli studi universitari con una laurea magistrale in Filosofia Contemporanea, conseguita a Messina, ho valutato con estremo realismo e cinismo le concrete possibilità lavorative alle quali il mio titolo mi avrebbe permesso di accedere. Escluse tutte le favole descritte a suo tempo nella presentazione del corso di laurea, restava l'insegnamento. Tuttavia avrei dovuto fare i conti con un Tirocinio formativo attivo che non avrebbe garantito un bel nulla. Ho dei preparatissimi colleghi, freschi di Tfa, che dopo anni sono ancora in mezzo a una strada. Dopo anni di studio, ho dunque escluso a priori l'insegnamento come possibile impiego lavorativo. La Sicilia è una terra di straordinaria bellezza, cosa che paradossalmente ci viene ricordata da migliaia di turisti che ogni anno la visitano, nonostante lo sforzo di noi siciliani nell'imbruttirla e inquinarla a tutti i costi. A tal proposito, penso alle magnifiche spiagge di Morghella, nei pressi di Pachino, che lentamente si stanno trasformando in discariche per rifiuti di ogni tipo. La decisione di aprire un campeggio, oltre ad essere stata "stimolata" dai decenni di scoutismo, è nata quindi dal fatto che, nonostante la crisi economica, la Sicilia resiste come attrattiva turistica ancora solo parzialmente espressa. Ho "scommesso" sul fatto che realizzare una struttura ricettiva che consenta al turista di godere di un territorio meraviglioso senza prosciugare, in questi tempi difficili, il portafoglio, fosse una buona idea imprenditoriale. Dopo un solo anno di attività è comunque ancora troppo presto per trarre conclusioni. Tuttavia ancora non me ne pento”.
Cosa ha di diverso dagli altri il tuo camping?
“Probabilmente, se rispondessi fedelmente a questa domanda, finirei per criticare modi di intendere il campeggio non consoni al mio e, di conseguenza, il lavoro e l'impegno altrui. Preferisco descrivere la filosofia che sottende la mia idea di campeggio, senza adoperarmi in confronti. Ribadisco che un paio di decenni di scoutismo sono particolarmente sostanziali al riguardo. Attualmente l'impostazione del mio camping è quasi agli antipodi con quella di un villaggio turistico. Se, ad esempio, una delle caratteristiche dei villaggi è un servizio di animazione che non passa inosservato, l'unica "animazione" che finora abbia avuto l'ardire di proporre è stata musica dal vivo ogni due settimane circa, con band dell'underground nazionale. Anche rimettendoci qualche soldino perché, per farla breve, allo Stato non bastano le imposte relative alla somministrazione, ma pretende anche il pagamento della Siae, che solo in minima parte riguarda la tutela dei diritti d'autore. A me interessa, corollariamente all'attività ricettiva, promuovere arte e cultura. Non ho nulla contro il pianobar o il karaoke ma, dal punto di vista culturale e artistico, si tratta di proposte nemmeno lontanamente paragonabili, ad esempio, allo show di una rock band composta da buoni musicisti che suonano con passione i propri brani. Nel mio camping il contatto con la natura, anche se di matrice agricola, è primario: i servizi sono poco più che essenziali ed il più possibile integrati al contesto. Cerco inoltre di far percepire al campeggiatore di trovarsi in una struttura in cui è considerato innanzitutto una persona e non un turista da spennare il più possibile. A tal proposito, ad esempio, non ho nemmeno preso in considerazione l'idea di inserire la gettoniera per farsi una doccia calda. Il camping è situato in una zona ricchissima di bellezze naturali e culturali: l'obiettivo è innanzitutto farlo essere un comodo ed economico punto d'appoggio per godere della straordinarietà del territorio. La concretizzazione di tale concetto, sta anche nella scelta, a suo tempo, di eliminare la piscina dal progetto originario: ne ho sempre avversata l'idea, non a prescindere bensì in relazione al caso particolare ed eccezionale di ritrovarsi circondato da spiagge paradisiache. Mai dire mai ma riterrò sempre più "furbo" percorrere tanti chilometri per nuotare nelle acque di Vendicari che sollazzarsi in un "non luogo", nell'anonimato di una piscina. Il rapporto umano fondato sul rispetto reciproco, il clima informale e familiare, la pulsione a godere di questo territorio sono gli ingredienti (di cui ovviamente e fortunatamente non ho l'esclusiva) alla base della mia idea di fare campeggio”.
“Metà terreno su cui sorge il camping era di mio nonno, l'altra metà l'abbiamo acquistata dopo la decisione di costruire un campeggio. In una teorica parità di condizioni sarei comunque stato più avvantaggiato nell'avviare questa specifica attività nel siracusano e non a Messina. Tuttavia, le condizioni di partenza dei territori, più che delle provincie in toto, sono ben differenti. Sono sposato e domiciliato a Messina quindi avrei avuto parecchi interessi nell'avviare un'attività imprenditoriale nei pressi della città. Difficilmente però avrei puntato sul turismo, giacché Messina città, a mio modo di vedere, è stritolata tra due colossi: Taormina e le Isole Eolie. Le navi da crociera fanno sì scalo a Messina ma fondamentalmente per imbarcare i croceristi in pullman diretti a Taormina. Messina ha certamente delle eccellenze artistiche (ad esempio il Duomo) e paesaggistiche (come i meravigliosi Ganzirri e Faro) commiste però alla barbarie di certa edilizia indiscriminata e architettonicamente discutibile degli anni '70 e '80. Ha subito due devastanti terremoti nel 1783 e nel 1908 che hanno raso al suolo la maggior parte del patrimonio artistico. Sorte che anche Noto ha subito nel 1693, eppure dalla sua ricostruzione è derivata la celeberrima perla del barocco siciliano. Non vorrei essere frainteso: io amo Messina. Tuttavia non ha le spiagge e il mare di Vendicari, non ha il barocco di Noto, non è artisticamente paragonabile a Siracusa. Con tutta l'umiltà di cui posso essere capace, credo che siano fatti oggettivi. In conclusione, da un punto di vista imprenditoriale, avrebbe avuto più senso aprire un campeggio nel siracusano e non a Messina. Di contro a Messina c'è un fermento politico e culturale, specialmente negli ultimi tempi, che nel territorio pachinese non vedo. Le premesse per una rinascita della città ora ci sono realmente. Dal canto mio continuerò a fare la mia parte ma di qualcosa devo pur campare. Messina è una città universitaria: lì avrei reputato un’idea migliore investire, ad esempio, in struttura ricreativa per studenti”.
“Considero le potenzialità turistiche siciliane non ancora pienamente espresse. I motori economici della Sicilia potrebbero essere l'agricoltura e il turismo. Il primo settore è stato mandato in crisi dai canali di distribuzione che sottopagano le nostre eccellenze agricole rivendendole a peso d'oro. Qui a Pachino, per una cassa di ciliegino acquistata dal coltivatore diretto bastano 5 euro. Il secondo settore decolla lentamente, secondo me, per due fattori: l'incuria del territorio (compresa l'inadeguatezza dei servizi pubblici) e la tendenza da parte degli esercenti ad approfittare del turista. La Sicilia è sporca specialmente a causa dei siciliani. Racconto una vicenda. All'indomani della vittoria al ballottaggio di Renato Accorinti nelle recenti elezioni a sindaco di Messina, il relativo movimento politico, “Cambiamo Messina dal basso”, prende l'iniziativa di pulire volontariamente le spiagge della costa messinese. I giorni successivi queste erano già sporche di bottiglie di birra e resti di cibo a causa degli stessi messinesi. E' necessario un cambio culturale da parte delle nuove generazioni: sono necessari maestri e professori che non si limitino esclusivamente a spiegare la paginetta dei “Promessi Sposi”. Non c'è quindi da stupirsi se a ridosso di spiagge che tutti ci invidiano ci siano discariche di spazzatura: noi siciliani siamo complessivamente profondamente incivili e ignoranti. E' un fatto. Ecco perché potremmo campare soprattutto di turismo e non riusciamo a farlo. La Sicilia è talmente bella e unica che potrebbe diventare un'unica grande riserva naturale. Riguardo al secondo aspetto, ossia la tendenza ad approfittare del turista, racconto uno dei molti episodi di cui sono stato testimone. Faccio noleggiare a un ospite un'autovettura per due settimane a 392 euro. L'ospite mi lascia 400 euro in custodia. Premetto che stavo facendo gratuitamente da intermediario e che, ovviamente, avrei riportato il resto di 8 euro all'ospite. Avevo già il mio guadagno dal fatto stesso che quell'ospite aveva scelto il mio campeggio. Un giorno prima del termine del noleggio, l'ospite (persona correttissima) mi fa capire che gli avrebbe fatto comodo tenere la macchina un giorno in più. Telefono all'esercente e gli spiego di avere in mano 400 euro dell'ospite e che sarebbe stato carino se gli avesse lasciato la vettura quel giorno in più per un costo complessivo di 400 euro. La risposta è stata che se avesse voluto la macchina anche l'indomani avrebbe dovuto sborsare complessivamente 420 euro. L'ospite, con mia grande soddisfazione, decide quindi di rinunciare a noleggiare l'autovettura quel giorno in più. Mi ritelefona quindi l'esercente, che conosco a livello anche personale e non solo professionale, dicendomi che gli avrebbe lasciato la macchina quel giorno in più per 400 euro complessivi ma che io, secondo lui, avrei dovuto chiedergli qualcosina in più e intascarmela. Ovviamente non ho per nulla seguito il suo consiglio. Il motivo di tale "magnanimità" era in realtà che la mattina in cui avrebbe dovuto riprendersi la macchina non avrebbe potuto a causa di un impegno concomitante. Il punto è che io ho rinunciato a intascarmi 10 o 20 euro in più ma ho guadagnato la fiducia dell'ospite, tre bottiglie di prosecco trevisano Doc, una bella spontanea recensione in rete e tanta pubblicità fra suoi amici e conoscenti che bramerebbero passare le vacanze in Sicilia.