Elezioni a S. Teresa, tanta voglia di vincere ma nessuna idea per il paese
di Santo Trimarchi | 24/01/2017 | OPINIONI
di Santo Trimarchi | 24/01/2017 | OPINIONI
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Appena iniziata la campagna elettorale per il nuovo sindaco e il rinnovo del Consiglio comunale a Santa Teresa di Riva, sono spuntati i primi sondaggi, i vari ragionamenti, le parole grosse, i nomi a effetto, ma di progetti, di iniziative concrete da intraprendere per il paese, non se ne parla. Certo emerge la voglia di vincere e pure di stravincere, il desiderio di affermarsi come squadra e pure di eliminare eventuali opposizioni. Si vede subito che la lotta tra gli schieramenti in campo sarà dura, all'ultimo voto, e già si gioca di brutto a tirare dalla propria parte l'opinione libera, critica e onesta dei cittadini. Si gioca perché appare subito una partita in cui si vogliono togliere le cosiddette "petri nta scarpa", si cerca di dimostrare la forza degli "amici", si tenta di fare lo sgambetto o di entrare a gamba tesa tra gli elettori, piuttosto che cercare un confronto amministrativo sereno e costruttivo. Invece si preparano colpi a sorpresa, schermaglie ad hoc, trame e piccoli tranelli per indurre in errore gli avversari e mettere in cattiva luce i concorrenti. Mentre sarebbe opportuno, almeno in questo tempo di vigilia per l'elezione delle cariche pubbliche, affrontare i problemi più urgenti del paese, discutere sulle proposte e le intenzioni dei candidati in un dibattito aperto, chiarire apertamente le motivazioni di appartenenza ad un gruppo piuttosto che ad un altro. Sarebbe utile creare degli appuntamenti ben precisi di ascolto della cittadinanza, senza comizi, sulle tematiche economiche, culturali, sociali e ambientali. Potrebbe essere interessante iniziare a fare politica, mettendosi a servizio della gente, senza imporre le proprie idee, per un progetto di bene comune, per un sogno da realizzare in coscienza e con responsabilità, con la collaborazione di quanti offriranno la disponibilità. Si può proporre un modo nuovo di fare campagna elettorale, all'aperto, intervistando le persone, chiedendo quali caratteristiche si vorrebbero dal candidato sindaco e dai futuri consiglieri. Si può chiedere agli abitanti, dai bambini agli anziani, dai lavoratori ai disoccupati, dalle casalinghe alle donne impiegate, dagli studenti ai giovani, dagli operatori culturali a quelli sociali, dai volontari ai pendolari che vanno e vengono, come vorrebbero questo paese e quali aspettative hanno nei riguardi della nuova amministrazione. Si potrebbe effettuare una sorta di "brainstorming collettivo" in modo da trovare la soluzione di un dato problema attraverso incontri intensivi di dibattito e confronto delle idee e delle proposte espresse liberamente dai partecipanti. Con un po’ di fantasia e creatività si è del parere che bisogna uscire fuori dagli schemi già sperimentati ed inutili, buoni per riproporre la solita "solfa" a vantaggio di pochi e senza prospettive di bene comune. Ci auspichiamo che si voglia davvero cambiare da una parte e dall'altra all'insegna della riconciliazione e dello spirito di servizio per una città a misura d'uomo e virtuosa.