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I migranti e quell'insostenibile indifferenza
di Rosangela Todaro | 03/09/2014 | OPINIONI
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Un'operazione di soccorso in Sicilia (foto Francesco Villari)
Da anni ormai si susseguono notizie e immagini di migliaia di migranti di tutte le età che raggiungono in modo rocambolesco soprattutto le coste siciliane, alla ricerca di “una speranza di vita” nei Paesi industrializzati. Pagano somme enormi se rapportate alle loro limitate possibilità economiche, per fuggire dai Paesi del nord Africa e dagli Stati asiatici, dove non esistono l’ordine e la sicurezza pubblica. Sono territori teatro di guerre, persecuzioni religiose e tribali, dove gli abitanti sono costretti ad abbandonare le proprie case e fuggire per poter sopravvivere. Attraversano il mar Mediterraneo a bordo di barche e gommoni sovraccarichi di essere umani, in molti perdono la vita durante il viaggio. Solo nel 2014 si calcola che le vittime siano già più di duemila e di gran parte di esse non si conosce nemmeno l’identità. Le stesse famiglie di origine, dopo la partenza, spesso non riescono ad avere loro notizie. Lo Stato italiano è intervenuto impiegando mezzi e personale della Marina Militare e della Guardia Costiera in soccorso dei migranti. Dallo scorso anno ha istituito un servizio apposito chiamato “Mare Nostrum”, che con mezzi navali e aerei controlla le coste e le acque territoriali del Canale di Sicilia. Quotidianamente ha permesso il salvataggio di numerosi immigrati, oltre a recuperare le salme dei meno fortunati. Solo dall’inizio dell’anno in corso sono stati soccorse centomila persone, ospitate in centri di accoglienza in varie località italiane, anche se l’organizzazione e il controllo di questa massa di individui non è certamente semplice. Recentemente, in seguito al pronunciamento delle Nazioni Unite su questa emergenza, l’Unione Europea ha assunto l’impegno di intervenire, dal prossimo mese di novembre, per sostituire l’operazione “Mare Nostrum” con la “Frontex Plus”, finanziata dai Paesi europei. Il progetto è quello di fermare il flusso di immigrati con un controllo maggiore delle frontiere, mentre sembra che il problema dei soccorso dei migranti che continueranno ad arrivare sia passato in secondo piano. La grave situazione venutasi a creare è stata sin qui scarsamente considerata e costituisce una nuova forma di tratta di essere umani ad opera di organizzazioni criminali che si arricchiscono approfittando della disperazione di queste persone. Da un altro punto di vista non dobbiamo dimenticare che i flussi migratori, dalle zone più povere a quelle più ricche, si sono sempre verificati e hanno caratterizzato la storia dell’uomo e del mondo. Non possiamo però accettare che nel terzo millennio accadano in modo così drammatico. Non possiamo continuare ad accettare che questi “viaggi” avvengano senza nessun rispetto dei diritti umani fondamentali. Non possiamo continuare a rimanere indifferenti alla sofferenza di tante migliaia di persone che, solo perché nate in una certa area geografica e hanno il colore della pelle e dei tratti somatici diversi da noi occidentali, finiscono per essere considerati di “serie B”. La comunità internazionale deve intervenire in modo incisivo, per arginare e soprattutto regolare con dei corridoi umani questo flusso già nei Paesi di partenza.