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"La ricerca del profitto non è applicabile su tutto"
02/08/2013 | OPINIONI
02/08/2013 | OPINIONI
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Il giardino di Villa Ragno è in vendita
Il consigliere comunale di S. Teresa di Riva, David Trimarchi, ci ha inviato una risposta alla riflessione del prof. Santo Trimarchi pubblicata nei giorni scorsi sul nostro blog. Riflessione che potete leggere cliccando qui. Di seguito la replica del consigliere che propone, tra le altre cose, la creazione di un comitato referendario "sganciato dalla politica" per far sì che siano i cittadini a decidere su temi importanti per la comunità come la vendita di alcuni beni di proprietà comunale (il giardino di Villa Crisafulli-Ragno, l'ex palazzo municipale, l'area degli impianti sportivi). Egregio prof. Trimarchi, innanzitutto vorrei ringraziarla per la sua lettera, fa sempre piacere sapere che ci sono cittadini, attenti ed interessati ai problemi della propria comunità, che hanno voglia di dialogare con le istituzioni comunali invitando i loro componenti a riflettere su argomenti relativi alla civile convivenza. L'importanza di avere concittadini che stimolano il dibattito fa sì che si possa uscire dalla logica del pensiero unico precostituito e si possa abbracciare la via del dibattito pubblico che è l'unico modo che consente alle comunità di crescere consapevolmente e democraticamente evitando che gli attori politici si affrontino semplicemente sulla base di appartenenze a fazioni prestabilite, tralasciano qualsiasi punto di vista diverso. Una società che esercita una pseudo democrazia in base ai soli rapporti di forza è certamente una comunità primitiva, al contrario l'unica via per uno sviluppo armonico è l'esistenza di un confronto libero,onesto e diffuso fra tutti i concittadini. Il consigliere comunale
La sua lettera solleva dei problemi molto delicati da affrontare. In primo luogo bisogna tener presente che alcuni "beni comunali" spesso rappresentano le radici attorno alle quali si sviluppa e prospera un' intera comunità. Ammirando e fruendo questi beni affiorano alla mente di ogni cittadino ricordi,a volte anche spiacevoli, sensazioni, sentimenti, riflessioni che spesso sono il fulcro attorno al quale si sviluppa il senso di appartenenza ad una comunità sociale, umana e politica. È chiaro che affinché ciò accada è necessario che ogni cittadino abbia la consapevolezza di appartenere ad un corpo sociale in cui crede profondamente e di cui condivide storia e principi fondanti. Certo ci si rende conto che nella realtà che ci circonda molto spesso gli esseri umani vengono trattati come cifre, tabelle, grafici. Una parabola discendente che produce un risparmio è spesso considerata una variabile positiva non considerando che dietro quella rappresentazione grafica, fredda e asettica, ci sono storie di uomini e donne che magari hanno perso il lavoro o non usufruiscono più di servizi che per loro erano essenziali.
In quest'ottica credo che il suo richiamo al concetto di "beni comuni" ci debba indurre a riflettere sul fatto che su alcuni temi non possono essere applicati i valori del profitto e del guadagno a discapito di quelli della solidarietà e della condivisione di alcuni beni, gli stessi che in momenti di difficoltà ci ricordano chi siamo, da dove veniamo e ci inducono a riflettere sul futuro.
È chiaro che se l'argomento della valorizzazione dei beni comunali viene affrontato facendo ricorso all'etica dei principi, tipica dei leader religiosi o dei più beceri rivoluzionari, allora la nostra comunità si appresta ad effettuare un salto nel buio che ci potrà condurre verso un nuovo Eden, come sostengono alcuni, oppure al contrario si potrebbero produrre danni irreparabili nel tessuto sociale santateresino. Se il problema viene affrontato usando come criterio guida l'etica della responsabilità allora qualunque sia la decisione finale ognuno di noi saprà quali saranno le conseguenze delle proprie azioni.
Proprio per far sì che ciò accada sarebbe auspicabile la nascita di un "comitato referendario", sganciato da qualsiasi appartenenza politica, che raccolga le firme e proponga al Consiglio comunale l'indizione di un referendum sulla vendita degli immobili comunali. Si tratta di uno strumento democratico previsto dallo Statuto del nostro Comune, inoltre i quesiti referendari hanno già ottenuto il parere favorevole del segretario generale del Comune.
Così facendo ciascun cittadino si potrà confrontare, al di la delle fazioni, in un dibattito democratico in cui ognuno esprimerà le proprie valutazioni, proposte, idee suggerimenti. Questo è il percorso che, secondo il mio modesto parere, appare più idoneo ad affrontare un problema così delicato in modo da evitare strumentalizzazioni di parte e consentire a ciascun consigliere comunale di operare avendo l'esatta percezione di cosa pensano i cittadini e di quali possano essere le conseguenze delle proprie azioni.
La ringrazio ancora per la sua lettera la quale fornisce degli spunti che consentono di aprire un dialogo che sicuramente contribuirà alla crescita civile del nostro paese.
David Trimarchi