"No al compostaggio a Ligoria, si attuino iniziative di prossimità”
di Santo Trimarchi | 07/08/2017 | OPINIONI
di Santo Trimarchi | 07/08/2017 | OPINIONI
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Un esempio di compostatore di prossimità
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al sindaco, alla giunta e al Consiglio comunale di S. Teresa di Riva dal comitato di cittadini “L’Arca”, a firma di Santo Trimarchi. “Dopo aver letto un articolo di qualche settimana fa in merito alla notizia che l'Amministrazione comunale di S. Teresa di Riva sta pensando di utilizzare l'area dell'ex discarica di Ligoria per situare i ‘compostatori di prossimità’, l’Arca, comitato di cittadini, si rivolge alle istituzioni pubbliche per sollecitare un confronto aperto e costruttivo sulla decisione. Riteniamo che sia lodevole l'obiettivo perseguito dall'Amministrazione di migliorare il trattamento dell'umido della raccolta differenziata porta a porta e trarne benefici economici per l'utenza. Il nostro comitato di cittadini propone alla maggioranza e alla minoranza di affrontare la questione con le dovute precauzioni in difesa del bene comune e della salvaguardia della salute non solo per oggi ma per le generazioni future. É opportuno considerare le rilevanti criticità che potrebbe comportare una scelta approssimata e tendente a trarre un vantaggio immediato a danno di conseguenze future. Innanzitutto ci preme mettere in evidenza che il sito di Ligoria potrebbe risultare pericoloso perché ambiente già scartato per legge nel passato a causa di ex discarica dell'indifferenziato e non regolarmente bonificata. Questa discarica usata per raccogliere la frazione organica dell'intero territorio comunale ed eventualmente del circondario in ciclo industriale, rappresenterebbe una minaccia seria per i cittadini, in quanto lo smaltimento provocherebbe percolato ed emissione di gas serra, con relativi rischi per la salute umana. La stessa Commissione europea suggerisce da tempo la stabilizzazione della frazione organica che non può avvenire in un sito ormai contaminato e le necessarie autorizzazioni impedirebbero il trattamento dell'umido in zona. Piuttosto la strada da percorrere, a sostegno del ‘porta a porta’, secondo le intenzioni degli amministratori, sarebbero le pratiche di autocompostaggio o di compostaggio di prossimità per utenze collettive (condominio, mensa scolastica, ristoranti, piccoli quartieri). Queste proposte rientrano nella gestione dei rifiuti in atto, senza bisogno di aspettare autorizzazioni, e migliorerebbero, adeguatamente incentivate, la qualità del servizio in efficienza ed efficacia, perché si otterrebbe la riduzione dall'inizio degli scarti che non farebbero parte del ciclo di raccolta, recupero e smaltimento, ma si trasformano in fertilizzante utile nelle aree verdi di proprietà. Inoltre, la cittadinanza, opportunamente sensibilizzata, diverrebbe più consapevole e responsabile nello stile di vita alimentare orientato al beneficio personale e comunitario. Siamo certi che i nostri amministratori che hanno avviato la buona pratica della ‘differenziata’ e sono giustamente fieri del risultato, siano ancora in grado di individuare i percorsi migliori e trasparenti della cosiddetta ‘filiera di prossimità’ per trattare il rifiuto organico dalla raccolta alla gestione fino al riutilizzo del compost prodotto nell'ambito comunale. Santo Trimarchi