Martedì 23 Aprile 2024
Domenica festa con unica processione per il corso principale del paese


S. Teresa, il Corpus Domini come occasione di riconciliazione

di Santo Trimarchi | 17/06/2017 | OPINIONI

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Dopo la domenica delle elezioni comunali, in cui sono prevalsi gli schieramenti di parte, S. Teresa di Riva vive un'occasione propizia di riconciliazione per la festa del "Corpus Domini", in programma domenica 18. Questa ricorrenza acquista un significato particolare perché, per la prima volta, ci sarà un'unica processione cittadina, con il coinvolgimento delle tre parrocchie, partendo dalla chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, soffermandosi per un momento di preghiera alla Sacra Famiglia e finendo alla chiesa di Santa Maria del Carmelo. Finalmente, dopo la processione del simulacro di Santa Maria del Carmelo per la via principale, anche il Santissimo Corpo di Gesù Cristo viene portato attraverso le abitazioni di tutto il paese, attestando l'unità del popolo di Dio e la testimonianza della fede nel Signore vivo e presente in mezzo a noi, che dona la salvezza e la pace nella comunione dei fratelli credenti e non credenti, residenti sullo stesso territorio ed aspiranti al Regno dei Cieli. Proprio questa nostalgia del Cielo e della vita eterna rende più difficile la comprensione della festività del SS Corpo e Sangue di Cristo rispetto alla devozione a Maria e ai Santi, piuttosto rilevante nel nostro ambiente. Si tratta di capire come la salvezza venga dal nutrimento reale e permanente del Corpo di Cristo per tutti i battezzati e i cresimati che costituiscono la Chiesa, la famiglia di Dio. Purtroppo è difficile oggi far passare questo messaggio perché l'uomo, inserito in un contesto di paganesimo diffuso di ritorno, non riconosce più di essere partecipe della divinità dell'Unigenito Figlio di Dio, per cui può diventare come Lui, figlio ed erede del Regno di Dio. Gli uomini, invece, restano attaccati al dominio di questo mondo, alla sicurezza, alla seduzione del piacere, del potere e dell'avere, rimanendo bloccati dalla paura della vita nuova in Cristo, dall'incontro con il prossimo, dall'illusione della felicità terrena, passeggera e relativa. Mentre Gesù Cristo invita ogni uomo a partecipare alla mensa del suo corpo e del suo sangue, memoriale dell'offerta gradita a Dio Padre come vittima sacrificale per la salvezza e la riconciliazione sull'altare della croce, liberando dalla schiavitù del peccato.

Questo beneficio per tutti gli uomini si ripropone nella messa domenicale, celebrazione della Pasqua, per cui l'Eucaristia è “fonte e culmine di tutta la vita cristiana”, dove il popolo di Dio attinge lo spirito della testimonianza, il coraggio dell'annuncio, il sapore del vero amore, dimostrato da Cristo nella sua passione. In tal modo si è impegnati a lasciare abitudini, comodità e riserve per farsi "prossimo" degli ultimi, emarginati, stranieri, svantaggiati e comunicare la bellezza e la ricchezza dell'essere una sola cosa in Gesù Cristo, accettando il pluralismo, il rispetto della molteplicità e del dialogo, l'unità e la ricomposizione della diversità in Lui. L'Eucaristia, ringraziamento e alleanza di ogni giorno sotto le specie del pane e del vino, fa diventare gli uomini che vi si cibano, membra di Cristo, carne di Dio, le sue braccia, le sue mani, il suo cuore, disponibili al servizio dei fratelli, per l'unione della comunità, per la ricerca della salvezza. Il Corpo di Gesù che passa tra la gente, nella strada e tra le case di un paese marca il territorio di sacralità e documenta la sua storia di amore, di dolore, di sofferenza, di gioia e di condivisione con gli altri mediante la parola, lo sguardo, i gesti, l'ascolto, il cuore. Così soltanto possiamo apprendere come stare nel mondo da cristiani, aprendo il cuore ed attivando le mani nei confronti del nostro prossimo, cittadini della stessa città terrena in attesa della città celeste. 


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