"Sogno di una notte a Bicocca", intense emozioni al "Val d'Agrò"
di Santo Trimarchi | 12/01/2019 | OPINIONI
di Santo Trimarchi | 12/01/2019 | OPINIONI
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Lo spettacolo al "Val d'Agrò"
Si è rivelato straordinario dal punto di vista spettacolare e sociale lo spettacolo "Sogno di una notte a Bicocca", scritto e diretto da Francesca Ferro e andato in scena al teatro “Val d’Agrò” di S. Teresa di Riva su iniziativa della Compagnia Sikilia, diretta da Cettina Sciacca. Una serata che ha regalato emozioni intense, dall'inizio alla fine, passando da uno stato d'animo all'altro senza soluzione di continuità, mettendo in scena la realtà dei carcerati con autentici vissuti, ben interpretati da attori naturali, immediati, creativi. Si è potuto attraversare l'umanità al limite, in difficoltà, a disagio, aggressiva e violenta, rinchiusa dietro le sbarre con il dramma e la poesia, intrisi di pathos, ricchi di esperienza, diversa, cruda, problematica, ma intensa e profonda, che tocca il cuore ed abbraccia la vita! Quale coraggio e sensibilità per trasferire sul palcoscenico l'attualità di una storia colpevole, triste, tenuta nascosta, ai margini, fuori dal mondo cosiddetto per bene! Questa rappresentazione teatrale ha commosso perché ha fatto emergere le ombre di una società che esclude, chiude, nega, punisce e fa pagare malamente gli errori di un uomo precario, deviante, scellerato, per caso sulla strada sbagliata. Inoltre ha messo in evidenza il carcere, non solo fisico, esteriore, fatto di mura e di cancelli, di controllo e di costrizione, di perversione e di paura, ma quello che ci portiamo dentro, uomini di questo tempo, sottomessi all'azione del fanatismo, alla forza della prepotenza, al dominio dell'arroganza, all'esibizione della malvagità viscerale, la presunzione di avere sempre ragione a discapito degli altri, più deboli, difettosi, malati, marginali, stranieri, umani. Da questa performance viene fuori il genuino genio artistico che rende la bellezza e il desiderio della libertà nella fantasia, il teatro della vita, la via di fuga salutare per una società imbrigliata da tante cose, sommersa dalla banalità del male, sopraffatta dalla vanità degli atteggiamenti, dalla manipolazione delle parole e dal vuoto esistenziale. Per tutto questo il pubblico presente è rimasto grato ed ha reso sincero omaggio a quanti hanno contribuito alla realizzazione dell'opera.