Acquedotti pubblici in gestione alla "Messinacque Spa", da Letojanni arriva un netto no
di Andrea Rifatto | 12/06/2023 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 12/06/2023 | POLITICA
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"Giù le mani dal nostro acquedotto" il motto della maggioranza
“Giù le mani dal nostro acquedotto”. È lo slogan che l’Amministrazione comunale di Letojanni ha ripetuto fermamente in Consiglio bocciando con otto voti contrari (assente Giuseppe Curcuruto) l’adesione alla costituenda società “Messinacque Spa” per la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito territoriale idrico di Messina. La proposta è stata redatta dal commissario ad acta nominato dalla Regione il 4 gennaio, Rosaria Barresi, che il 26 maggio ha deliberato con i poteri dell’Ati e ha approvato la forma di gestione del servizio idrico dei comuni tramite una società a capitale misto pubblico (51%) e privato (49%) in tutti i comuni della provincia, ad eccezione di 16 centri ai quali è stata riconosciuta la gestione autonoma per il cosiddetto regime di salvaguardia, visto che l’Ati non ha provveduto all’affidamento al gestore unico entro i termini di legge. “Non siamo disposti a mantenere ‘carrozzoni’ - ha detto il capogruppo di maggioranza Cateno Ruggeri - la comunità non può pagare per scelte assolutamente non condivise, abbiamo già avuto in passato l’esperienza fallimentare con l’Ato Me4 in materia di rifiuti”. L’assessora Teresa Rammi ha evidenziato come si creerebbe un doppione dell’Ato e che con la costituzione di una società si limiti il potere regolamentare dei Comuni. Sulla stessa linea i consiglieri Emanuele Savoca e Claudio Curcuruto, contrari all’imposizione della Regione “perchè l’esperienza ha dimostrato che sottostare a regole altrui abbia creato solo disservizi”, ritenendo che la nomina del commissario sia avvenuta “perchè si è a conoscenza della contrarietà dei Comuni: l’acqua pubblica non può essere gestita in questo modo”. Adesso si profila l'arrivo di un commissario che assumerà la decisione al posto del Consiglio comunale. Il Comune di Letojanni avrebbe una quota del capitale sociale della società “Messinacque Spa” pari allo 0,216%, corrispondente a 4mila 323 euro su 1 milione 020mila euro, mentre il socio privato contribuirebbe con 980mila euro. Già nei giorni scorsi il Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e i beni comuni aveva scritto ai sindaci chiedendo “di voler rispettare la legge vigente che essi stessi hanno promosso, di rifiutarsi di approvare lo statuto della Spa e di ricorrere in ogni sede contro una decisione unilaterale che condannerà le comunità a condividere gli esosi costi di un servizio i cui profitti saranno invece appannaggio dei soci privati”, ritenendo del tutto illegittime le deliberazione del commissario ad acta che non ha dato seguito a quanto deliberato dell'Assemblea dei sindaci nel 2022, ossia procedere all’affidamento del servizio idrico integrato a società in house providing, tramite costituzione di una newco a totale partecipazione pubblica o in alternativa alla società Amam di Messina. “Un autentico sfregio alla volontà popolare espressa con i referendum del 2011, alla Legge 19/15 vigente, alle determinazioni dei sindaci e dei Consigli comunali - aggiunge il Forum siciliano dei movimenti per l’acqua - ai quali ora si chiede di ratificare una decisione presa in altre sedi che quelle democratiche”.