Alì. “Amministrazione fallita, il sindaco Fiumara si dimetta”
27/04/2016 | POLITICA
27/04/2016 | POLITICA
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Il municipio di Alì
Toni accesi nell’ultima seduta di Consiglio comunale ad Alì. A far sentire la propria voce è stato il gruppo di minoranza, che ha attaccato il sindaco Pietro Fiumara in merito alle recenti vicende politiche cha hanno coinvolto la sua Amministrazione e sulla gestione della cosa pubblica all’interno del comune aliese. “È giunto il momento di porre fine allo scempio che questa amministrazione sta portando avanti, con una gestione politica scellerata, anacronistica e soprattutto pericolosa, in questo momento di grave crisi” – hanno esordito in aula le consigliere Agata Raneri, Grazia Magazzù, Cristina Interdonato e Giusy Pantò, che durante la discussione sul Bilancio di previsione 2015, giunto in Consiglio con notevole ritardo visto che il termine per l’approvazione è scaduto lo scorso 30 settembre, hanno chiesto senza esitazioni le dimissioni di Fiumara da primo cittadino. Sotto accusa l’operato dell’Amministrazione comunale, ad iniziare dal “ritardo immotivato, irragionevole, insensato e sconsiderato con cui questo bilancio è stato varato dalla Giunta, che tra l’altro – ha sottolineato l’opposizione – non è mai stata presentata al Consiglio comunale. Un fatto gravissimo, poi, che il sindaco non abbia mai presentato al Civico consesso la relazione sulle motivazioni della revoca della precedente Giunta così come prevede la normativa, violando di fatto la legge”. Raneri, Magazzù, Interdonato e Pantò evidenziano in una nota come all’interno del municipio si registri una situazione difficile visto che i dipendenti comunali sono senza stipendio da alcuni mesi. “Ciò non era mai successo nella storia politica di Alì, neanche nei periodi sottoposti al regime di dissesto finanziario. Ci sentiamo vicini ai lavoratori del Comune che svolgono le loro mansioni con competenza e professionalità, pur sapendo che a fine mese non riceveranno il loro meritato compenso. Se il sindaco avesse predisposto tutto nei tempi, senza far commissariare il Comune per ben due volte – proseguono le consigliere di minoranza – ciò non sarebbe accaduto. Doveva essere solerte quando era capo di tutte le Aree, il tempo l’ha avuto e ha avuto in mano tutto. Non doveva nemmeno preoccuparsi di gestire la comunicazione tra i tre capiarea perché non doveva fare altro che conferire con se stesso. Per mesi infatti il primo cittadino ha pensato bene di attribuire a stesso la Responsabilità degli Uffici e dei Servizi dell’Area Amministrativa, dell’Area Tecnica e dell’Area Economico Finanziaria – sottolineano – e persino le funzioni di economo comunale che ad oggi ancora mantiene. Una scelta che non solo non ha prodotto alcun risparmio per le casse comunali ma è avvenuta in palese violazione della normativa che prevede che l’incarico deve essere svolto da un organo o un funzionario in possesso dei requisiti tecnici necessari, senza contare che esiste un principio che stabilisce, all’interno dell’Ente locale, la separazione dell’azione amministrativa dalla gestione di indirizzo politico, ponendo come responsabile dell’azione amministrativa l’organo al vertice della struttura burocratica”. La minoranza di Alì ha ricordato poi di aver già presentato nei mesi scorsi un esposto alle autorità competenti chiedendo a ciascuna di esse, ognuna per le proprie competenze, di effettuare un atto ispettivo urgente, al fine di verificare la sussistenza o meno di violazioni di legge, danni all’erario e alla comunità aliese derivati da un palese immobilismo causato dalla cattiva gestione. “Appare poi paradossale – concludono Agata Raneri, Grazia Magazzù, Cristina Interdonato e Giusy Pantò – che persino la maggioranza abbandoni il sindaco al proprio destino. Il nostro voto contrario all’approvazione del Bilancio è confortato anche dal dissenso registrato in aula dai consiglieri Santino Silipigni e Giuseppi Miceli che astenendosi, di fatto, hanno sancito il fallimento di questa Amministrazione. Se neanche i numeri sono dalla sua parte appare chiaro che l’unica scelta che può fare il sindaco, per il bene del paese, è dimettersi, per non togliere ad Alì la possibilità di rinascere e riappropriarsi del proprio futuro”.