Alì Terme. "Amministrazione fallimentare, il sindaco Marino si dimetta"
di Gianluca Santisi | 26/05/2017 | POLITICA
di Gianluca Santisi | 26/05/2017 | POLITICA
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Il capogruppo di minoranza Nino Melato
Maggioranza a pezzi e sul sindaco di Alì Terme, Giuseppe Marino, piovono bordate. Dopo le dimissioni dell'ex capogruppo di “Alì Terme nel cuore”, Tommaso Micalizzi, e la costituzione di un nuovo gruppo indipendente da parte di tre ex esponenti di maggioranza, anche il consigliere di minoranza Nino Melato è andato all'attacco del primo cittadino, chiedendo le sue dimissioni. “La settimana scorsa – ha esordito Melato in una lettera rivolta al sindaco - il suo ex capogruppo, ha dato le dimissioni da consigliere comunale con dichiarazioni molto dure nei confronti dell’amministrazione che lei dovrebbe dirigere. Il gesto estremo di chi ritiene che non ci sia più alcuna speranza di rimediare ad un’esperienza politica fallimentare. Alcuni mesi orsono, ben tre consiglieri di maggioranza hanno costituito un nuovo gruppo consiliare prendendo le distanze e criticando aspramente l’operato della sua amministrazione con dichiarazioni che hanno ben riassunto quello che è stato il suo andazzo fallimentare”. Melato ha poi evidenziato che risultano sempre più ricorrenti voci di scontri tra il sindaco e il presidente del consiglio comunale Lorenzo Grasso, con quest'ultimo che “di fatto ha tenuto le redini dell’amministrazione in questi anni tanto da essere considerato il sindaco emerito”. Il consigliere di opposizione ha inoltre elencato tutti i fallimenti dell'Amministrazione. Dall'assenza del Comune dai contributi previsti nel masterplan della città metropolitana di Messina allo svincolo autostradale (“che si è rivelato un bluff”), dal mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza del torrente Mastro Guglielmo al progetto di Mollerino “arenato negli scaffali degli uffici comunali”. “Considerato quanto esposto – ha concluso Melato - la invito, subito dopo l’approvazione del bilancio, a dare le sue dimissioni e a non aspettare l’umiliazione di perdere ulteriori pezzi di maggioranza. Sarebbe una scelta dignitosa che eviterebbe al paese il persistere di questa lunga agonia”.