Arresto De Luca, le reazioni politiche: "Era segnalato, così si droga il risultato"
di Andrea Rifatto | 08/11/2017 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 08/11/2017 | POLITICA
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Cateno De Luca si trova agli arresti domiciliari
Arriva da Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, la prima reazione politica all’arresto di Cateno De Luca, appena eletto deputato regionale e finito questa mattina ai domiciliari. "Questo è un fatto gravissimo ma non è il primo, auguriamoci che possa essere uno degli ultimi – dice Bindi – l'esito della nostra inchiesta sarà reso noto non appena completato. Il nome di De Luca – sottolinea in riferimento al lavoro della commissione sugli ‘impresentabili’ – era un nome non solo segnalatoci dal candidato Cancelleri, ma anche dalla prefettura e dalla procura competente. È l'ennesima dimostrazione che gli strumenti di cui disponiamo per tutelare l'elettorato attivo e passivo nel nostro Paese sono insufficienti. "E' evidente – aggiunge Rosy Bindi – che chi è candidabile ma non eleggibile comunque droga il risultato delle elezioni, perché il consenso raccolto, anche nel caso in cui la persona di fatto ineleggibile non venisse eletta, interviene ad alterare il risultato". Sul blog di Beppe Grillo a parlare è Giancarlo Cancelleri, candidato presidente della regione per il Movimento Cinque Stelle: “Cateno De Luca dell'Udc è il primo impresentabile arrestato di Nello Musumeci. Lo hanno eletto all'assemblea siciliana neppure 48 ore fa: un record storico. La notizia non ci coglie di sorpresa, anzi la meraviglia è che ci si meravigli. La presenza di De Luca nelle liste di Musumeci la denunciai un mese fa, il 9 ottobre, con un lunghissimo post con l'elenco di tutti gli impresentabili di Musumeci e un video. Oggi viene arrestato, ma ormai il danno è fatto. De Luca non avrebbe mai dovuto essere candidato al Parlamento Siciliano. Quando lo denunciai i media nazionali stettero in silenzio, complici degli impresentabili. Avrebbero dovuto fare il loro dovere e informare i cittadini sullo schifo che si trovava nelle liste perchè non era una questione politica, ma di legalità. Solo oggi, dopo che le elezioni si sono svolte e gli impresentabili hanno fatto incetta di voti, consegnando una vittoria contaminata al centrodestra, lo mettono in prima pagina. I voti raccolti da condannati, arrestati e indagati per fatti gravi, sono secondo i dati oltre 97.000: ossia senza di loro il Movimento 5 Stelle sarebbe alla guida della Regione Siciliana. E di questo le colpe sono a pari merito della vecchia politica e dei media, che hanno consegnato le chiavi della Sicilia a una banda di impresentabili di cui il primo è stato arrestato dopo un giorno. Da oggi la maggioranza di Musumeci si regge su un arrestato ai domiciliari per evasione fiscale. Senza di lui infatti la maggioranza non c'è. De Luca dovrebbe avere la dignità di dimettersi subito assieme a tutti gli altri impresentabili eletti l'altro giorno. Musumeci chieda scusa ai siciliani per quest'onta indelebile. Commenta l’arresto di De Luca anche l’Udc, nella cui lista era candidato l’ex sindaco di Fiumedinisi e S. Teresa: “L’Udc ha avuto la massima diligenza nella formazione delle liste elettorali a tutela del partito e dei cittadini-elettori, abbiamo chiesto a tutti i candidati dell’Udc e dei movimenti ad esso associati, tra cui anche Sicilia Vera, il certificato del casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti a tutela dei cittadini e della onorabilità del Partito. Abbiamo fiducia nella magistratura che siamo certi porterà all’accertamento della verità e siamo convinti che De Luca sarà in grado di chiarire i fatti e di dimostrare la sua innocenza”. Ardizzone: “La notizia non mi meraviglia”. "La notizia dell'arresto del primo deputato eletto non mi meraviglia, purtroppo avevo chiesto, inutilmente, che i partiti verificassero gli impresentabili, gente nota all'opinione pubblica che non risparmia nessun partito. I partiti avevano questo dovere, ma i candidati presidenti dovevano avere la forza e il coraggio di imporre cio' nella formazione delle liste". É quanto denuncia Giovanni Ardizzone, presidente uscente dell'Assemblea regionale siciliana. “In questi anni ho tenuto lontana dal Palazzo la mafia, che c’è e resiste e, purtroppo, è tornata perché la corruzione è mafia. Mi auguro che Musumeci, che ne ha le qualità, sappia resistere alle sollecitazioni che gli impresentabili sicuramente gli faranno. Se, per necessità, si è fatto carico in queste elezioni del loro voto, una volta eletto, dovrà avere il coraggio, che non gli manca, di tenerli fuori".