Bando Periferie, appello di Francilia e Cantarella a Salvini per confermare i fondi
di Andrea Rifatto | 16/08/2018 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 16/08/2018 | POLITICA
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Francilia, Salvini e Cantarella a Furci
Si è parlato anche del Bando Periferie e dei soldi “scippati” dal Governo nazionale, con il decreto Milleproroghe approvato al Senato, a oltre 1.300 comuni italiani durante la visita del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. La questione è stata sottoposta al leader della Lega dal sindaco di Furci e coordinatore provinciale del Carroccio, Matteo Francilia, e dall’assessore del Comune di Catania e responsabile regionali enti locali della Lega, Fabio Cantarella, che hanno redatto un documento in cui vengono analizzate cause e conseguenze causate dallo stop ai fondi e le possibili soluzioni per liberarli in tempi celeri. Nel territorio metropolitano di Messina sono 44 i progetti che rischiano di non ricevere i finanziamenti, presentati da 38 Comuni: 19 ricadono in 12 comuni della zona jonica e della valle dell’Alcantara, per 13 milioni 798mila euro. “Il vicepremier Salvini ci ha risposto che se ne sta già occupando” – ha commentato Francilia, che nel suo comune rischia di non vedere arrivare 750mila per la riqualificazione della villa comunale “Furci Verde” secondo un progetto presentato dalla precedente amministrazione. “Questa potrebbe sembrare un’ennesima operazione scippo – hanno scritto Francilia e Cantarella parlando delle refluenze sul territorio – tenuto conto che gli di 1,6 miliardi di cui si parla derivano dal Fondo Sviluppo e Coesione (ex Fas, Fondo Aree Sottoutilizzate) destinato alla rimozione degli squilibri economico e sociali per i cittadini italiani appartenenti al Centro Sud”. Fondi Fas “concepiti in tempi lontanissimi e più volte utilizzati per fini diversi da quelli che li hanno generati. Tutti elemento a disposizione di chi volesse caratterizzare ufficialmente la protesta”. La soluzione? “Portare con urgenza in Conferenza unificata (Stato-Regioni) per una pronta approvazione, l’acquisizione dell’Intesa sul Dpcm del 29 maggio 2017 e confermare il cronoprogramma di attuazione del Piano periferie così come originariamente previsto, senza blocchi o slittamenti”. Nel documento i due leghisti ricostruiscono la vicenda ricordando come con un emendamento al Milleproroghe si vuole far slittare fino al 2020 l’erogazione delle risorse previste mettendo a rischio 96 convenzioni per interventi che interessano oltre 1.300 comuni. I fondi bloccati (140 milioni nel 2018, 320 nel 2019, 350 nel 2020 e 220 nel 2021) dovrebbero essere dirottati in un fondo cassa. “Sembra che ciò sia stato causato da un problema procedurale e non di copertura, il Governo di allora (Renzi e poi Gentiloni) era tenuto ad agire d’intesa con le Regioni (e non sentite le Regioni) e la Corte costituzionale ha ritenuto per questo incostituzionale le legge del 2016 di stanziamento dei fondi per le periferie” – hanno evidenziato Matteo Francilia e Fabio Cantarella. “I Comuni, sulla base di un contratto (convenzione), hanno assunto impegni che sono giuridicamente vincolanti, affidando progettazioni e lavori e per questo ora rimangono esposti. Gli imprenditori che hanno a suo tempo deciso di partecipare a questo grande piano di riqualificazione delle periferie, impegnandosi, sulla scorta di cronoprogrammi, a cofinanziare in maniera importante gli interventi, si trovano ora a dover rivedere i loro piani di investimento, a subire danni provenienti da perdite dirette e indotte, generate dal non aver potuto cogliere altre opportunità e a maturare una forse non reversibile crisi di fiducia della Pubblica Amministrazione, che agisce asimmetricamente imponendo sanzioni ed interessi in casi di ritardi nella contribuzione discale e non onore gli impegni facendo venire meno la continuità amministrativa. I cittadini, potenziali fruitori delle previste rigenerazioni – concludono – sono esposti a quest’ondata di perdita di fiducia nei confronti degli operatori della politica (sia centrale che di prossimità), rei di averli ancora una volta illusi promettendo che qualcosa sarebbe cambiato”.