Giovedì 21 Novembre 2024
Eliminata l’incompatibilità, Migliastro ritira la mozione. Rimane l'errore politico


Caso Miano, capogruppo e sindaco ignorano la questione morale e giocano d’attacco

di Andrea Rifatto | 25/07/2019 | POLITICA

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Il Consiglio con l'intervento di Miano

“È stata la foga di servire la cittadinanza, non avrei tratto alcun profitto e non accetto lezioni di etica e morale”. E come lui anche il sindaco. Si è difeso così in Consiglio comunale a S. Teresa di Riva il capogruppo di maggioranza Dario Miano durante la discussione della mozione presentata dall’esponente di minoranza Giuseppe Migliastro sulla sua decadenza per incompatibilità a seguito dell’affidamento della fornitura delle mattonelle per la spiaggia alla Trans Edile di Roccalumera, ditta di cui Miano è amministratore unico. Mozione che alla fine è stata ritirata da Migliastro in quanto il Consiglio ha preso atto come sia venuta meno la causa di incompatibilità dopo la rinuncia alla fornitura a titolo oneroso da parte di Miano e la donazione delle mattonelle al Comune, seguita dall’annullamento in autotutela della determina, atto che appare illegittimo, oltre che superfluo dopo la rinuncia, in quanto non vi erano i presupposti di legge per adottarlo a differenza di quanto riportato nel provvedimento. La presidente del Consiglio Domenica Sturiale ha precisato in apertura di aver portato la mozione in aula anche se non vi fossero più le condizioni per iscrivere l’argomento all’ordine del giorno in quanto Miano aveva eliminato l’incompatibilità già prima. Ma in realtà era obbligo della Presidenza del Consiglio portare l’argomento in aula, senza attendere alcuna mozione, visto che la Legge regionale 31/1986 specifica che in caso di insorgenza di incompatibilità il Consiglio di cui l'interessato fa parte gliela contesta e non spetta alla sola Presidenza decidere se le cause di incompatibilità siano state o meno rimosse.

“Non c’è dubbio che fosse atto dovuto trattare l’argomento – ha esordito Migliastro – la proposta l’ho fatta io e mi prendo tutte le responsabilità del caso, sapevo benissimo a cosa andavo incontro e quindi a parecchie critiche. Ho atteso che venisse annullato l’atto ma visto che ciò non avveniva e la vicenda era uscita sulla stampa non mi sono potuto sottrarre a chiedere di trattarla, la presidente non l’ha fatto e ho deciso di farlo io. Che ci sia stata una violazione di legge non c’è dubbio, non è possibile per un consigliere svolgere attività commerciale nel Comune dove ricopre la carica, sono norme basilari sul funzionamento degli enti locali e del ruolo di consigliere comunale. Mi spiace che Miano non ne fosse a conoscenza, dovrebbe saperlo come anche gli Uffici e chi fa gli affidamenti. Un errore che non è di poco conto nella sostanza. Se guardiamo l’aspetto economico è irrisorio – ha proseguito il consigliere di minoranza – ma è prima ancora una questione morale e di opportunità: parliamo di un prodotto facilmente reperibile che poteva essere acquistato da qualcun altro e sarebbe stato opportuno affidarne la fornitura ad altri, ho qualche dubbio sulla legittimità della determina di annullamento ma fin quando sarà in vigore la causa di incompatibilità è venuta meno”.

Dario Miano ha replicato a Migliastro contestandogli di aver pubblicato continui attacchi sui social network, esagerando con le parole: “Non entro nel merito dell’incompatibilità, la mia ditta non ha bisogno di fare servizi al Comune, non ha bisogno delle 2mila 500 euro, lei sta mettendo in cattiva luce la mia ditta, dove lavorano dieci famiglie che non hanno bisogno nemmeno di un centesimo rubato – ha sottolineato – perché lei lascia intendere che così continuando si mattonella tutta S. Teresa per favorire il consigliere Miano. Lei non ha tralasciato nessuna strada, ha scritto anche al prefetto e all’Assessorato regionale, ha fatto al massimo il suo dovere, ma le persone mi conoscono e sanno chi sono, io non ho detto nemmeno una parola, lei ha esagerato tantissimo sui social, io no perché non sono come lei. Ha scritto 'dilettanti allo sbaraglio', insultando l’Amministrazione ma peggio ancora se riferito agli Uffici: lei come si permette di offendere la professionalità e il lavoro degli Uffici tecnici? Qui nessuno l’ha mai offesa e le ha dato del dilettante”. Poi ha accusato l’esponente di minoranza di aver detto a inizio legislatura di voler rinunciare al gettone di presenza e di contraddirsi avendo fatto pervenire di recente una richiesta di rimborso per spese di viaggio (“che non le spettavano”) dal luogo di lavoro a S. Teresa (“mi serviva una pezza d’appoggio” ha replicato Migliastro). “Lei è poco presente, fa mozioni e scrive su Facebook per far vedere di essere presente, è lei attaccato alla poltrona – ha aggiunto il capogruppo Miano – se aveva un minimo di coscienza faceva un passo indietro e lasciava il posto alla Latto. Lei ha scritto di ‘maldestro tentativo di eludere la legge per consentire di mantenere entrambe le cariche’, l’importo delle mattonelle rappresenta lo 0,07% del fatturato della mia ditta, di sicuro che non c’è motivazione economica. Se avessi dovuto scegliere tra la carica di amministratore della ditta e quella di consigliere non avrei avuto dubbi, perché la prima l’ha scelta la mia famiglia, la seconda oltre 400 persone”. “Non prendo lezioni da lei su come fare il consigliere, se sto in Consiglio o al lavoro non c’è nessuna incompatibilità, chi lavora non è incompatibile – l’immediata replica di Giuseppe Migliastro – deciderò io se e quando dimettermi e lasciare il mio posto, tranne che dovessi essere dichiarato decaduto. Sul mio operato e sulla mia persona articoli di un certo tipo non ne sono usciti, lei ha preso già più volte gli onori della cronaca”, riferendoci chiaramente al procedimento penale che vede coinvolto Miano a cui viene contestata l’accusa di abusi edilizi.

“Sono felice che sia venuta meno la causa di incompatibilità però ne ho sempre fatto una questione di etica e moralità – ha detto nel suo intervento la consigliera di minoranza Lucia Sansone – credo che un consigliere non debba accettare una fornitura o un incarico neanche per un euro. Sull’annullamento in autotutela dell’affidamento ho dei dubbi, la causa di incompatibilità non rientra tra i vizi di legittimità, sarebbe stata sufficiente la rinuncia come fatto e allo stesso tempo è opportuno che la Giunta accetti la donazione. Sicuramente c’è stata buona fede da parte di Miano in quanto non immaginava che con quel provvedimento non potesse scaturire un conflitto di interessi”. “Se è successo qualcosa è per la mia grande voglia di servire la cittadinanza – ha risposto Miano – tutto è avvenuto nell’arco di un giorno, ho un mezzo che riesce a portare fino a 40 metri pedane del peso di 40mila chili: le mattonelle sono state prese a Catania con un camion che costa 250mila euro, scaricate in 5 postazioni in 4 ore per 2mila 500 euro, che profitto ho avuto? È stata la foga di servire la cittadinanza, che si parli di etica e morale non l’accetto”. Nella foga, tra l'altro, non risulta firmata per accettazione dell'incarico la determina 538 del 14 giugno con la quale è stata affidata la fornitura delle mattonelle, come abbiamo constatato consultando la documentazione. 

Per il sindaco Danilo Lo Giudice quello di Migliastro è stato “un attacco squisitamente personale nei confronti di un suo collega, è vergognoso portare in aula un argomento del genere e lasciare una traccia di questo tipo in Consiglio è un demerito che riguarderà tutti, dobbiamo discutere di come migliorare la comunità, non decidere chi deve sopravvivere e chi no. Dovremmo credere che lei si è visto costretto a fare tutto ciò? Con tanto sforzo faccio fatica. Non si possono fare dichiarazioni pesantissime, lei non si può permettere il lusso di emettere sentenze, non può dire che una determina è illegittima. La comunità non merita di essere denigrata e messa alla gogna per situazioni assurde, compresa quest’ultima”. Sansone ha poi ricordato come nel 2010 ci fu un caso analogo quando Lo Giudice, allora in minoranza, disse che “colui che riveste una carica pubblica non può e non deve utilizzare il proprio ruolo per fini personali in quanto tale comportamento non rappresenta un buon esempio per la collettività”. “Allora mancavano anche gli atti di affidamento e lezioni di etica e moralità da parte sua mi guardo bene dall’accertarne – ha risposto il primo cittadino – servo la comunità da 12 anni senza percepire mai un euro. Ritengo questa discussione mortificante per tutti noi”.

“Meglio chiuderla subito, questi interventi sia di Migliastro che Miano non fanno che acuire gli animi e si va fuori tema – ha detto buttando acqua sul fuoco al termine del Consiglio l’esponente di minoranza Antonio Scarcella – avrei preferito non intervenire sia per i soggetti in questione che per l’oggetto, Dario è persona che stimo, e come lui la sua famiglia, l’aspetto personale è un’altra cosa rispetto all’incompatibilità. Qualche errore c’è stato, basta saperlo arginare ed evitare un dialogo a due che può soltanto nuocere a tutti. Rimprovero con affetto a Dario la tardività nel risolvere la vicenda, che ci imbarazza tantissimo e che chiudiamo questa sera, perché il gioco della politica non ritengo possa essere questo”. 

Più informazioni: incompatibilità miano  


COMMENTI

DURO SALVATORE | il 28/07/2019 alle 17:46:31

...E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI...

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