“Ecco come ridurre l’Imu a S. Teresa”. Ma la maggioranza dice no in Consiglio
di Andrea Rifatto | 02/08/2017 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 02/08/2017 | POLITICA
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La seduta del Consiglio comunale
Netto no dal Consiglio comunale di S. Teresa di Riva alla riduzione dell’Imu. La mozione presentata dal gruppo di minoranza “Insieme per cambiare”, tendente a ottenere l’abbassamento dell'aliquota dell’Imposta municipale unica, per l'anno 2018, dall’1,06 allo 0,76% così da abbassare la pressione fiscale sui cittadini, è stata bocciata con otto voti contrari giunti dal gruppo di maggioranza e ha ottenuto solo quattro voti favorevoli dei consiglieri di opposizione. Nei giorni scorsi la proposta ha ricevuto parere non favorevole ed è stata ritenuta inammissibile dal direttore dell’Area Finanziaria del Comune, Rosaria Gambadoro, che ha evidenziato come “la riduzione dell’aliquota comporta una minore entrata di circa 668mila euro per la quale non è stata indicata la corrispondente riduzione in tema di spesa” e che “allo stato attuale non ci si può discostare dai contenuti programmatici e dagli obiettivi definiti nel Documento unico di programmazione, anche per non pregiudicare gli equilibri di bilancio previamente stabiliti”. Secondo la ragioniera comunale “ad oggi non si può effettuare una valida programmazione se non a seguito dell’emanazione della Legge di stabilità che ha effetti impattanti sulle modalità di redazione del bilancio previsionale e inoltre non si conosce l’entità dei trasferimenti regionali”; a ciò ha aggiunto che “le proposte di deliberazione non coerenti con le previsioni del Dup sono da considerarsi inammissibili e che solo in sede di redazione e approvazione del bilancio di previsione 2018 sarà preventivabile un’eventuale riduzione dell’aliquota Imu”. Impossibile, quindi, secondo gli Uffici, farlo già dall’1 gennaio 2018. La minoranza, con il consigliere Lucia Sansone, ha voluto dimostrare la fattibilità della proposta spiegando come trovare le somme. “Il bilancio di previsione 2017-2019, per l'anno 2018, prevede un avanzo di parte corrente di 604mila euro per investimenti di fatto fino ad oggi invisibili che potrebbero essere azzerati riducendo l’entrata Imu – ha evidenziato – e sommando altri 107mila euro di quota rimborso prestiti, si raggiungerebbe un risparmio per i cittadini, in termini di minore tassazione, pari a 711mila euro: basterebbe quindi solo questa manovra per abbattere l'Imu dello 0,3%”. L’opposizione ha previsto per il 2018 un maggiore gettito Imu di 40-50mila euro “dovuto alla ormai certa approvazione del Prg” e fatto presente come sia auspicabile l’affitto della caserma della Guardia di Finanza che produrrebbe un’entrata di circa euro 80-100mila euro l’anno. “Si può intervenire anche sulle spese correnti – ha proseguito Sansone – con una serie di riduzioni: spesa del segretario comunale che potrebbe essere convenzionato con un altro Comune con un risparmio di 25mila euro l’anno; 30mila dalle spese per parcelle, arbitraggi e consulenze; 10mila dal servizio di sportello per il microcredito; 20mila dalla spesa per la provvista di acqua e telefono; 10mila dal fondo di riserva; 7mila dalla spesa per il servizio di vigilanza e salvataggio spiagge; 50mila dalle spese generali acquedotto Eas ed altre ordinanze; 10mila dalla spesa per la manutenzione ordinaria del verde pubblico e dei parchi. Dalle spese per investimenti proponiamo la riduzione di 60mila euro delle spese per competenze tecniche riferite al Prg ed al Piano strategico e 75mila euro per la manutenzione beni patrimoniali”. La proposta risulta essere concreta ed ammissibile – ha fatto presente il consigliere di “Insieme per cambiare” – e a tal proposito non condividiamo le motivazioni riportate nel pareri del responsabile dell’Area Finanziaria e del Collegio dei revisori, in quanto, innanzitutto, la proposta risulta essere ammissibile perché riguarda un argomento di competenza del Consiglio e di conseguenza il riferimento all’inammissibilità da parte del responsabile finanziario è assolutamente privo di fondamento e per certi aspetti anche illogico ed arbitrario”. L’opposizione ha inoltre rilevato come il parere della ragioniera Rosaria Gambadoro sia contraddittorio poiché l’entità dei trasferimenti regionali era sconosciuta anche a febbraio in sede di approvazione del bilancio di previsione, non condividendo altresì l’inammissibilità della proposta in quanto contraria al vigente Dup, modificabile dall’Amministrazione in caso di nuova manovra finanziaria. “Discutiamo del nulla in quanto il bilancio di previsione 2018 è già approvato e non è più possibile modificare l’aliquota Imu” – ha tagliato corto il sindaco Danilo Lo Giudice, che supportato dalla ragioniera ha replicato che i tagli proposti dalla minoranza coprirebbero solo il 50% degli introiti Imu e che per il restante 50% si tratta di somme non disponibili, in quanto le spese per investimenti sono vincolate e non possono essere destinate a coprire l’imposta sugli immobili. “Ridurre l’Imu sarebbe un gesto di responsabilità di tutto il Consiglio – ha detto il capogruppo di minoranza Antonio Scarcella – anche con un abbassamento dell’aliquota in misura minore da quanto noi proposto ma in modo da dare un segnale ai cittadini, operazione a nostro avviso fattibile senza intaccare i servizi per i disabili, la mensa scolastica e le attività di natura sociale”. Dalla maggioranza però non è arrivata l’auspicata apertura e il capogruppo di “GoverniAmo S. Teresa”, Dario Miano, ha fatto presente che il gruppo si è attenuto al parere della ragioniera del Comune, votando contro la proposta.