Forza d'Agrò, la denuncia in Consiglio: "Ci sono amministratori che non pagano le tasse"
di Andrea Rifatto | ieri | POLITICA
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La seduta del Consiglio comunale forzese
«All’interno del Consiglio comunale e dell’Amministrazione di Forza d’Agrò ci sono persone che non pagano i tributi da anni». A denunciarlo in aula è stato il consigliere di minoranza Carmelo Lombardo, nel corso dell’ultima seduta con all’ordine del giorno il bilancio consuntivo 2023 e il bilancio di previsione 2024-2026, approvati con i sette voti favorevoli della maggioranza e i tre contrari dell’opposizione. «È opportuno cambiare completamente rotta e gli amministratori devono dare l’esempio anche sul pagamento dei tributi - ha detto Lombardo intervenendo sul problema dell’evasione che da anni condiziona i bilanci - ce lo impone la legge ma ancor prima il nostro senso di dignità verso il Comune. Chi si è candidato l’ha fatto per difendere l’ente, non interessi personali o di parte, e l’esempio principale deve partire da noi. Ho verificato che ci sono amministratori debitori e gli Uffici hanno fatto quanto dovuto per recuperare, ma ancora prima la nostra dignità ci impone di essere in regola». Parole che hanno suscitato reazioni in maggioranza, dove sull’argomento è intervento il consigliere-assessore Piero Bartolone: «Ci sono cittadini che non pagano perchè non riescono a farlo per difficoltà economiche e altri che non pagano per scelta - ha replicato - ognuno deve assumersi le proprie responsabilità ma non può passare il messaggio che l’Amministrazione e gli Uffici non facciano il loro dovere». In paese sono diverse le anomalie, come evasori fantasma e contribuenti che dichiarano superfici inferiori rispetto a quelle effettivamente occupate, e il responsabile dell’Area Finanziaria, Giuseppe De Salvo, ha fatto presente come siano stati scovati anche evasori totali e come l’ente invii i solleciti. Ma finora, evidentemente, ciò non è bastato, tanto che il revisore dei conti ha rilevato «una scarsa propensione all’incasso» chiedendo di attuare «una lotta all’evasione più incisiva con incassi effettivi». La segretaria comunale Roberta Raciti ha ricordato come eventuali consiglieri debitori rischino la decadenza dalla carica, visto che all’atto della candidatura è stata dichiarata l’assenza di cause di incompatibilità. La Legge regionale 31/1986 stabilisce infatti che non può ricoprire la carica di consigliere comunale “colui che, avendo un debito liquido ed esigibile, rispettivamente, verso il Comune ovvero verso istituto od azienda da essi dipendenti è stato legalmente messo in mora ovvero, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti, abbia ricevuto invano notificazione dell'avviso di cui all'art. 46 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602”. La stessa norma stabilisce che “quando successivamente all'elezione si verifichi qualcuna delle condizioni previste dalla presente legge come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento dell'elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità previste dalla presente legge, il Consiglio di cui l'interessato fa parte gliela contesta”.«Se è opportuno fare verifiche e segnalazioni formali su incompatibilità si facciano - ha aggiunto la segretaria - poi sarà il Consiglio comunale ad esaminare la questione». Una denuncia, quella arrivata in aula, che potrebbe aprire ufficialmente il caso e portare ad effettuare controlli accurati sulle posizioni di tutti gli amministratori.