Furci, "Bollette rifiuti raddoppiate: i fessi pagano e all’Amministrazione non interessa"
di Andrea Rifatto | 23/02/2018 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 23/02/2018 | POLITICA
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Il gruppo di minoranza
“Alla maggioranza consiliare non interessa se le bollette della spazzatura sono raddoppiate. E i fessi continuano a pagare”. Non usa mezzi termini il capogruppo della minoranza consiliare di Furci Siculo, Francesco Rigano, dopo la bocciatura in Consiglio comunale della richiesta dell’opposizione di richiedere un parere alla Corte dei conti Sicilia sulla legittimità del Piano finanziario della Tari 2017 (tassa rifiuti) approvato dal Consiglio comunale il 30 marzo dello scorso anno. In particolare la minoranza contesta la scelta dell’Amministrazione, votata in Aula solo dalla maggioranza, di inserire una somma pari a 150mila euro relativa ai crediti di dubbia esigibilità per coprire le mancate entrate dovuti agli evasori che negli ultimi cinque anni non hanno versato l’imposta, per un totale di un milione di euro. “Questa decisione della maggioranza ha comportato un aumento spropositato delle bollette pervenute ai cittadini da agosto in poi, maggiorate tra il 30 e 50% rispetto all’anno precedente” – spiega Rigano. Ad agosto la minoranza aveva chiesto un parere alla Corte dei conti ma l'istanza è stata giudicata inammissibile in quanto presentata solo da cinque consiglieri e dunque da un gruppo che non costituisce un autonomo soggetto giuridico dell’Ente. “Non appena ricevuto il diniego, come atto di prontezza abbiamo richiesto a metà novembre la convocazione del Consiglio affinché fosse tutta l’assemblea a chiedere un parere alla Corte dei conti per verificare la legittimità contabile di questa decisione di inserire un costo maggiore di 150mila euro, ritenendo fosse troppo alto in quanto la legge prevede di poter inserire una previsione tra lo 0,5 e il 5% di tutti i residui attivi. E a causa di questa scelta i cittadini che pagano le tasse pagheranno anche per quelli che non lo fanno”. Nell’ultima seduta consiliare la proposta dell’opposizione di rivolgersi nuovamente ai giudici contabili, allo scopo di tutelare l’interesse della cittadinanza a non essere ingiustamente vessata dai tributi comunali, è stata così bocciata con una votazione finita in parità, con sei favorevoli (Francesco Rigano, Sarah Vita, Chiara Cocuccio, Pietro Trimarchi di minoranza e gli indipendenti Raluca Sandra e Santi Settimo) e sei contrari (Gianluca Di Bella, Rosaria Ucchino, Rosario Ferrara, Concetto Ralli, Agatino Pistone e Angelo Garufi di maggioranza). Assenti Francesco Moschella in minoranza, Martina Casablanca e Giovanni Curcuruto in maggioranza. Una decisione definita “semplicemente vergognosa” da Rigano. In Consiglio il sindaco Sebastiano Foti ha affermato che la discussione era già stata affrontata in un precedente Consiglio comunale durante il quale il vicesindaco con delega al Bilancio, Maria Vera Scarcella, aveva spiegato che la somma di 150mila euro era stata inserita nel Piano Tari 2017 in seguito a esplicita richiesta del revisore dei conti. Il presidente del Consiglio Gianluca Di Bella ha ricordato di avere chiesto al responsabile dell’Area Economico-Finanziaria se la procedura contabile di inserimento di questo costo nel Piano Tari fosse corretta e che gli era stato risposto affermativamente. “Certamente anche per me è un dispiacere dover incidere sulle tasche dei cittadini, ma se la procedura è stata corretta non ha senso chiedere un parere alla Corte dei conti come Consiglio comunale – ha detto Di Bella – se il gruppo di minoranza non reputava la procedura corretta avrebbe potuto fare ricorso al Tar”. Il responsabile dell’Area Economico-Finanziaria, Isabella Ferrara, ha fatto presente che si è attenuta alla richiesta fatta dal revisore dei conti. Il capogruppo Francesco Rigano ha sottolineato che il parere del revisore dei conti non è vincolante e di non capire quale possa essere la paura del Consiglio comunale a riformulare in merito una richiesta di parere alla Corte dei Conti, che potrebbe o meno avvalorare il parere del revisore: “Si potrebbe così anche dare una risposta concreta ai cittadini che si vedono vessati dalle tasse, ma se il Consiglio comunale ha paura a riformulare il parere alla Corte dei conti, la minoranza consiliare non può che prenderne atto, con tutto il rispetto verso gli Uffici e il revisore dei conti”.