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Giacomo D'Arrigo: "L'Italia cambiata dai ragazzini"
di Giancarlo Trimarchi | 10/08/2013 | POLITICA
di Giancarlo Trimarchi | 10/08/2013 | POLITICA
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Si è tenuta ieri sera presso il "Ferrara Bar" di S. Teresa di Riva la presentazione del libro "L'Italia cambiata dai ragazzini", edito per "Marsilio Tempi" e scritto da Giacomo D'Arrigo, vicepresidente di “Big Bang” e principale sostenitore del “Comitato Jonio-Alcantara per Matteo Renzi". Il volume in questione intende mettere in evidenza il ruolo sempre più predominante che politici dall'età anagrafica poco avanzata hanno non solo nella politica locale, ma anche in un contesto sovranazionale. Questa nuova ed incipiente classe dirigente spesse volte etichettata con il termine di "ragazzini" si è resa sicuramente responsabile di diversi cambiamenti che si sono rivelati, in base alle singole e peculiari situazioni, più o meno utili. Giacomo D'Arrigo nel proprio libro presenta diversi esempi in cui giovani politici, magari alle prime esperienze, sono riusciti con il proprio operato ad incidere positivamente sulla vita della loro collettività di appartenenza, apportando sostanziali migliorie laddove altri non vi erano in precedenza riusciti. Sfatando il pregiudizio per cui all'aggettivo "giovane" viene spesso fatto corrispondere quello di "inesperto", ossia privo di esperienza, D'Arrigo sostiene che in politica occorra un ricambio generazionale di modo che le nuove leve possano maturare grazie al confronto ed al sostegno della vecchia generazione. Tutto ciò è sicuramente ben rappresentato da Matteo Renzi che costituisce la novità in un panorama politico statico in cui si confrontano sempre le solite personalità senza dare spazio all'innovazione. Nel corso della manifestazione sono intervenuti Filippo Brianni dell'Osservatorio Jonico Beni Culturali, Nino Bartolotta, assessore regionale alle infrastrutture ed Antonio Caffo del Giornale di Sicilia nel ruolo di moderatore. Interessanti le dichiarazioni rilasciate da D'Arrigo riguardo il proprio scritto nell'intervista di seguito riportata: Quali sono i tratti salienti ed i temi principali del suo libro? E soprattutto chi sono i "ragazzini" menzionati nel titolo?" "Questo volume tratta di politiche pubbliche, di innovazioni a livello comunale che stanno cambiando le stesse realtà comunali ed inconsciamente anche l'Italia. Per quanto riguarda il titolo, si tratta di una vera e propria provocazione: i ragazzini sono gli amministratori più giovani che spesse volte vengono definiti in tal modo con disprezzo da parte dei grandi. Sono il consiglio comunale, sindaco ed assessori che non rappresentano la classe dirigente del futuro, ma quella di oggi". Qual è lo scopo per cui ha deciso di intraprendere la scrittura di questo volume? "Lo scopo è quello di sottolineare la forte presenza dei giovani nei diversi comuni italiani e quindi di far conoscere e dare notorietà a questa realtà dinamica ed intraprendente purtroppo spesso distante dai partiti e dall'attenzione del dibattito generale. Si tratta di una realtà fortissima, numericamente significativa che sta progressivamente crescendo". Ritiene che la gioventù odierna sia adeguatamente interessata ed informata per quanto concerne il dibattito politico? "Io penso che i giovani siano distanti da un certo modo di fare politica, però ci sono tantissimi che sono attivi nel mondo del volontariato e della partecipazione alla vita della collettività di cui fanno parte". Come è nata l'idea di scrivere questo libro? "L'idea di scrivere questo volume è nata nel corso di diversi anni di esperienza in cui ho potuto osservare in giro per l'Italia numerose realtà politiche che poi ho deciso di raccontare in queste mie pagine". La copertina Alcuni scatti della serata (foto di Salvatore Coglitore)