Articoli correlati
"Ho lavorato bene per salvare S. Teresa di Riva”
di Andrea Rifatto | 01/08/2014 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 01/08/2014 | POLITICA
2787 Lettori unici
Il sindaco Cateno De Luca: nuova candidatura tra tre anni?
Doveva essere la seduta di Consiglio comunale dove il primo cittadino di S. Teresa di Riva avrebbe esposto pubblicamente l’operato dell’ultimo anno di amministrazione, snocciolando dati e numeri che ha già messo nero su bianco nella relazione depositata nei giorni scorsi in Municipio. Ma vista la richiesta di rinvio della discussione avanzata dalla minoranza, che ha ritenuto come non siano stati rispettati i termini previsti dalla legge per la consegna del documento all’Ufficio segreteria (tre giorni prima della discussione in Consiglio), il sindaco De Luca ha accolto l’invito dichiarandosi disponibile a ripresentarsi nella prossima seduta, già fissata per l’otto agosto, per trattare l’argomento.
Ha avuto comunque modo di spiegare la sua linea politica, “il metodo De Luca” così come l’ha definito in aula, quando è stato il momento di deliberare in merito al Bilancio annuale di previsione 2014 e del pluriennale 2014-2016. Lo strumento contabile presentato in aula prevede entrate ed uscite per un totale di 33.357.017,61 euro, cifra che si raggiunge in larga parte con la previsione dell’accensione di mutui per l’ammontare di quasi 18 milioni di euro e con circa 19 milioni di spese in conto capitale. Bilancio che vista la previsione delle entrate correnti permetterebbe all’ente di contrarre mutui per circa 16,5 milioni, mentre l’obiettivo fissato dal legisllatore per il rispetto del Patto di Stabilità per l’anno 2014 è fissato a 798mila euro. In aula De Luca ha spiegato che si tratta dell’ultimo bilancio che impone sacrifici ai cittadini, che nel 2014 dovranno sostenere un ulteriore aumento dei tributi comunali pari a 426mila euro, mentre una riduzione del 15% della pressione fiscale è stata prevista a partire dal 2015. A giustificazione della tagliola che ancora una volta cade sulle teste dei santateresini troviamo la riduzione dei trasferimenti da Stato e Regione (-36%) e il saldo dei debiti pregressi, che ammonterebbero a circa 700mila euro.
Il sindaco ha promesso in aula soluzioni dal cilindro, ma non ha voluto svelare le magie che ha in mente: ha specificato comunque che la sua strategia va nella direzione di una politica dell’indebitamento, perchè “fare debiti non è vergogna”, ha sottolineato dinanzi ai consiglieri comunali. E a chi preannuncia che a fine mandato l’ex deputato regionale lascerà un Comune carico di debiti, De Luca ha risposto che è pronto a ricandidarsi per portare a termine la sua missione. “Ho salvato S. Teresa lavorando per la gente e tra la gente, senza mai tirarmi indietro” ha gridato a gran voce in aula.
Il gruppo di minoranza, per provare a rimescolare i pezzi del puzzle Bilancio, aveva presentato nove emendamenti per un totale di 12 milioni, ma non sono stati ammessi in aula perché depositati dopo il termine previsto dal Regolamento di Contabilità: decisione che “Città Libera” non ha ben accolto, sostenendo come in passato siano stati discussi emendamenti presentati direttamente in Consiglio comunale. Nello specifico veniva proposta una diversa visione della politica dei mutui, in contrasto a quella del sindaco, giudicata non adatta al contesto socio-economico attuale: eliminati 10 milioni per la realizzazione dello svincolo autostradale, 1 mln per la riqualificazione dell’edificio ex Pretura e 1 mln per l’acquisto delle aree demaniali, l’opposizione aveva previsto di destinare 5 mln per il completamento della rete fognaria, 2,3 mln per il progetto di salvaguardia della costa, 2 mln per il completamento della pista ciclabile sul lungomare, 1,5 mln per l’ammodernamento dell’acquedotto comunale e 1,2 mln per il rifacimento del manto stradale sul lungomare. “Meglio indebitarsi per opere di fondamentale importanza – ha spiegato il capogruppo Di Ciuccio – che per interventi di cui la comunità non sente l’immediata necessità”. Ma il Bilancio così come proposto dalla Giunta è stato esitato favorevolmente con i nove voti del cartello di maggioranza (assente il consigliere Cristina Ferraro) e i cinque contrari dell’opposizione.
Valorizzazione beni immobili, tariffe Tari e Unione dei Comuni: via libera tra mille dubbi
Approvato con gli otto voti favorevoli di “Libera S. Teresa-Sicilia Vera” (assenti Cristina Ferraro e Carmelina Rigano) e i quattro contrari della minoranza (assente David Trimarchi) il Piano di valorizzazione dei beni immobili, di cui fanno parte l’ex palazzo comunale, l’edificio ex Pretura e le scuole elementari di Misserio e Fautarì, tutti beni giudicati non più strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali. Dubbi sono stati espressi da “Città Libera” sulla metodologia di stima utilizzata e sull’opportunità di inserire anche l’ex scuola di Misserio, considerando che è destinataria di un finanziamento che a breve dovrebbe andare a buon fine. Il sindaco De Luca ha risposto che sono stati inseriti dei valori puramente indicativi e che valorizzazione non significa necessariamente vendita del bene, ma è solo una delle ipotesi plausibili.
Via libera ( 8 favorevoli, 4 contrari) anche al Piano economico finanziario proposto dall’Ato Me 4 per la gestione del servizio rifiuti e alle tariffe Tari 2014. Quattro le rate del nuovo tributo sui rifiuti che sostituisce la vecchia Tares: dovranno essere versate dai contribuenti entro il 30 ottobre, 31 dicembre, 28 febbraio e 30 aprile 2015.
Tra mille dubbi si è poi votato nuovamente per la fuoriuscita dall’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani: i nove voti del gruppo di maggioranza, secondo il parere della Presidenza del Consiglio supportata dalla segretaria comunale, chiuderebbero definitivamente la questione, liberando S. Teresa di Riva dall’Unione a partire dal primo gennaio 2015. La minoranza ha evidenziato come l’iter andasse concluso entro il 30 giugno e come tra le due votazioni siano trascorsi più di 30 giorni. Ci si rimetterà alla decisione degli organi dell’Unione dei Comuni, che già nei giorni scorsi avevano ribadito come il recesso sarebbe stato valido solo a partire dal 2016.