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É l'unico candidato eletto all'Ars. Il suo legale aveva diffidato la presidente Bindi


"Impresentabili", De Luca tra i sei nomi dell'Antimafia. Taormina: "Chiediamo i danni"

di Redazione | 03/12/2017 | POLITICA

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Cateno De Luca

C’è anche Cateno De Luca tra i sei “impresentabili” alle elezioni regionali in Sicilia secondo la Commissione parlamentare Antimafia. Lo ha rivelato ieri il quotidiano La Sicilia in un articolo a firma di Mario Barresi. De Luca è l’unico della lista che è stato eletto all’Assemblea regionale siciliana. Gli altri candidati alla competizione dello scorso 5 novembre sono Antonello Rizza (Forza Italia-Siracusa), Pippo Sorbello (Udc-Siracusa), Gaetano Cani (Udc-Agrigento), Ernesto Calogero (Diventerà Bellissima-Catania) e Antonello Calvo (Arcipelago per Micari-Ragusa). I primi cinque rientrerebbero, almeno al momento delle verifiche, nelle previsioni del cosiddetto Codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia, ed erano già nella “lista nera” diffusa alla vigilia del voto dal candidato presidente del M5S, Giancarlo Cancelleri; l’ultimo sarebbe invece l’unico nella condizione di incandidabilità prevista dalla legge Severino per avere una condanna definitiva a due anni per bancarotta riportata nel 1996. De Luca, candidabile per la legge Severino ed eletto nella lista Udc-Sicilia Vera nel Collegio di Messina con 5.418 voti, è finito nel mirino dell’organismo guidato dalla parlamentare Rosy Bindi evidentemente per avere avuto una serie di processi a suo carico, l’ultimo dei quali quello sul cosiddetto sacco di Fiumedinisi, conclusosi lo scorso 10 novembre con sentenza di assoluzione per un capo di imputazione e prescrizione per altri due reati. La rilevazione della Commissione ha riguardato le situazioni alla data del 16 ottobre, “quindi non potevano emergere - in quanto ancora in fase di indagine, e perciò segrete - le note situazioni che si sono tradotte in provvedimenti giudiziari, comprese le ordinanze di custodia cautelare in carcere, che sono state eseguite dopo le elezioni” ha spiegato Bindi. Situazioni che hanno riguardato lo stesso De Luca, arrestato l’8 novembre per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale e poi scarcerato pochi giorni dopo, e altri parlamentari.

La nota dell’avvocato Carlo Taormina. “É difficile comprendere in base a quale disposizione una Commissione Antimafia possa certificare l'impresentabilità di cittadini ad una competizione elettorale quando sotto nessun profilo emergano coinvolgimenti in fatti di mafia, come nel caso di Cateno De Luca - scrive il legale del deputato. Va, anzi, aggiunto che non emerge dalla legislazione l'attribuzione di poteri di inclusione tra gli impresentabili nemmeno per i mafiosi per i quali farebbe bene il legislatore a prevedere, tra  le misure di prevenzione, il divieto di voto. Fino a quando ciò non si verificherà, anche i coinvolti in fatti di mafia hanno diritto di voto e quindi sono elettorato passivo. La verità è che sono impresentabili tutti coloro che per espressa previsione di legge sono incandidabili e questo dimostra l' abusività racchiusa nella categoria degli impresentabili inventata dalla commissione antimafia ed impostasi per le condizioni di degrado in cui versa la classe politica, perciò incapace di reagire. L'onorevole Cateno De Luca, per mio tramite - prosegue  Taormina - aveva diffidato la Commissione Antimafia dall'includerlo nella lista degli impresentabili fornendo documentazione delle sue assoluzioni e i proscioglimenti rispetto al processo cui era sottoposto da sei anni, nonché i provvedimenti di totale annullamento delle misure cautelari di arresto e di sequestro dei beni, da parte prima del giudice delle indagini preliminari e poi del Tribunale della Libertà, entrambi a distanza di quattro giorni dal suo arresto eseguito due giorni dopo la sua elezione a deputato regionale. La qualificazione dell'onorevole De Luca come impresentabile è gravemente lesiva della sua reputazione e fonte di responsabilità non solo penali ma anche di tipo risarcitorio, ragione per la quale il deputato si rivolgerà all'autorità giudiziaria per ottenere la punizione dei colpevoli e il ristoro dei danni. De Luca chiederà alla magistratura anche la verifica dei poteri della Commissione Antimafia per conoscere se sia investita del potere di affibbiare qualificazioni, come quella dell'impresentabilità ai cittadini che sono regolamentati da una Costituzione fondata sulla presunzione di innocenza e da una normativa che stabilisce tassativamente i presupposti per presentarsi o meno ad una competizione elettorale".


COMMENTI

enzo t | il 03/12/2017 alle 22:07:40

Se si riesce a farle pagare personalmente i danni la smette con quella presupponenza che ha. Aveva ragione Berlusconi a definirla improponibile

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