Martedì 16 Luglio 2024
Il sindaco risponde all'interrogazione sull'incarico al progettista del Piano urbanistico


"Infiltrazioni mafiose a Santa Teresa? Minoranza ha scritto una brutta pagina di politica"

di Andrea Rifatto | 05/06/2024 | POLITICA

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Acceso botta e risposta in aula

Un’ora e mezza di accesa discussione, con un botta e risposta su un tema che ha sollevato non poche polemiche nelle ultime settimane e il giudizio finale espresso dal sindaco Danilo Lo Giudice: è stata scritta una delle pagine più brutte della storia politica di Santa Teresa di Riva. Così, in Consiglio comunale, il primo cittadino ha risposto all’interrogazione dei consiglieri di minoranza Nino Bartolotta, Cristina Pacher e Santino Veri che aveva ad oggetto le possibili infiltrazioni mafiose nel municipio santateresino. Dubbi sollevati dall’opposizione dopo l’arresto dell’ing. Paolo Di Loreto, progettista catanese incaricato il 29 dicembre per la redazione del Piano urbanistico generale, finito ai domiciliari il 17 aprile con le accuse di associazione a delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti (non gli sono stati contestati reati di tipo mafioso) per fatti avvenuti nel Comune di Tremestieri Etneo. “La grande discrezionalità che ha il professionista, se utilizzata in armonia con quanto fatto nel centro catanese, introdurrà qualora non già fatto il malaffare nel Palazzo del nostro paese con il conseguente rischio di assistere alla nascita del Pug con il metodo mafioso” la tesi sostenuta dalla minoranza, che in aula con Bartolotta ha ribadito che “se è questo l’andazzo con il quale affidiamo gli incarichi, senza sapere a chi, o c’è molta leggerezza o siamo stati presi in giro e purtroppo è stato azzerato per l’ennesima volta l’iter per lo strumento urbanistico”. Affermazioni che la maggioranza, con in testa Lo Giudice, ha ritenuto aberranti.

"Parlare di infiltrazioni mafiose credo sia una delle vergogne più assolute in termini di speculazioni politiche - ha detto il sindaco - le parole hanno un peso, non può esserci neanche il minimo dubbio sul nostro Comune, se il capogruppo di minoranza ne ha e ritiene che in municipio qualcuno abbia agito in maniera illegittima o ci siano persone legate ad ambienti mafiosi, denunci agli organi competenti. Si tratta di vicende che riguardano Tremestieri Etneo, non ci sono riferimenti a Santa Teresa di Riva, l’oggetto dell’interrogazione è inappropriato ma soprattutto fortemente lesivo dell’immagine dell’Amministrazione, della comunità e della sua storia, qui non c’è mai stato nulla di mafioso e associare la mafia al nostro paese è sbagliato”. Il primo cittadino ha risposto ricordando come l’incarico a Di Loreto sia stato revocato il 19 aprile (un obbligo vista la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione per un anno) e che fosse stato affidato in funzione della comprovata esperienza del professionista in ambito regionale, attestata dal curriculum: “Non è un incarico fiduciario del sindaco, ma una nomina dell’Ufficio tecnico - ha sottolineato - chiaramente il direttore Francesco Pagano non ha fatto una scelta in solitudine, ci siamo confrontati individuando un professionista di grande levatura. Se poi era coinvolto in altre vicende non potevamo saperlo e non si può fare speculazione politica associando fatti di un altro comune al nostro”. Per il capogruppo di maggioranza Dario Miano “dicendo che la mafia ha messo le mani sul comune si fa un danno di immagine al paese e a tutta la riviera, sempre lontana da questi ragionamenti”. Per Bartolotta, però, “il sindaco non ha chiarito le zone d’ombra e non ha spiegato come abbia ottenuto il curriculum dell’ingegnere Paolo Di Loreto - ha replicato - sarebbe bastato un atto di umiltà e ammettere di aver sbagliato”.


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