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Giacomo D'Arrigo, "Come Matteo cambierà il Pd"
di Gianluca Santisi | 26/07/2013 | POLITICA
di Gianluca Santisi | 26/07/2013 | POLITICA
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Mentre a livello nazionale si infiamma proprio in queste ore il confronto sulle regole del prossimo Congresso e nell'Isola il Pd è ancora scosso dallo scandalo formazione che ha coinvolto Francantonio Genovese e Franco Rinaldi, i renziani di Sicilia rinsaldano le fila e sono pronti ad affrontare a viso aperto la contesa. Lo fanno con grande fermezza chiedendo “regole certe e serenità” al segretario regionale Lupo in vista di una fase che si preannuncia caldissima, tra congressi regionali e locali. Il primo passo è stata l'indiretta risposta al governatore Crocetta. Se il “Megafono” è sbarcato in Toscana, sul fronte opposto i fedelissimi del sindaco di Firenze hanno fondato l'associazione “Big Bang”, presieduta dal deputato nazionale Davide Faraone. Tanti i circoli aperti, molti altri lo saranno a breve. Come nella riviera jonica messinese dove l'esponente di punta è il 37enne Giacomo D'Arrigo, originario di Nizza di Sicilia. Amico di lunga data con Matteo Renzi (“Lo conosco da almeno dieci anni e abbiamo condiviso l'esperienza dell'ex Margherita”), D'Arrigo è il vicepresidente di “Big Bang” e una delle anime principali del “Comitato Jonio-Alcantara per Matteo Renzi”, costituito in occasione delle scorse Primarie. Il Comitato, presieduto dal sindaco di Gaggi, Francesco Tadduni, si costituirà presto in associazione e aprirà alcuni circoli sul territorio che andranno ad aggiungersi, in provincia di Messina, a quelli di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Negli ultimi giorni le quotazioni di D'Arrigo sono lievitate a tal punto che si è fatto il suo nome per la corsa alla segreteria regionale. “E' una voce che mi lusinga – replica - ma ancora non c'è nulla di concreto. Al momento la questione per il partito è un'altra”.
Quale?
“Ripartire da quella spinta innovativa delle origini e che ora si sta affievolendo. Per esempio, la proposta portata da Epifani oggi in direzione cancella l'idea di Pd così come è nato ed è stato immaginato. Rappresenta un arretramento. Adesso più che mai, invece, occorre aprire alla partecipazione e al coinvolgimento di tutti”.
La “platea ristretta” non vi piace? Renzi sarebbe ancora una volta penalizzato...
“Qui non è in discussione il destino di Matteo quanto quello di tutto il Pd. Oggi più che mai occorre rinnovare partendo dal basso, dalla partecipazione della gente. Bisogna rivolgersi a tutti, non solo agli iscritti”.
Primarie aperte?
“Assolutamente sì. Ma lo ripeto è perché vogliamo un Pd diverso, non di apparato. E Matteo è la figura giusta per cambiare il Pd perché porta con sé quella carica di freschezza e innovazione che servirebbe non solo a noi ma a tutta la politica italiana”.
A proposito di rinnovamento, avete chiesto le dimissioni di Genovese e Rinaldi e l'apertura di una fase nuova nel Pd messinese.
“Noi siamo garantisti fino alla fine ma serve chiarezza assoluta. Poiché i tempi della politica non sono quelli della giustizia abbiamo chiesto loro di trarne le conseguenze. Tutto qui, non siamo sciacalli. Abbiamo chiesto al commissario Lupo una sede provinciale finalmente aperta a tutti e l'istituzione di sorta di comitato di reggenza rappresentativo di tutte le anime. E poi una verifica sugli aspetti meno chiari come i tesseramenti passati, i bilanci...”.
Si va anche verso il congresso regionale, che clima vi aspettate?
“Abbiamo chiesto una gestione aperta e più condivisa possibile. Servono serenità e tranquillità”.
Con D'Arrigo in prima fila per la candidatura
“Non è tempo di giocare alle figurine. La mia eventuale candidatura dovrà essere espressione di una scelta condivisa e più ampia possibile. Ma, lo ripeto, non è una priorità. Prima viene il progetto”.