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L'antennopoli di Santa Teresa, la minoranza attacca: "La vicesindaca deve dimettersi"
di Andrea Rifatto | 31/12/2022 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 31/12/2022 | POLITICA
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Il dibattito tra Bartolotta e Lo Giudice
Gli aspetti tecnici e politici affrontati dagli amministratori, la rabbia e le preoccupazioni manifestate dai cittadini, con una certezza emersa al termine del dibattito: la battaglia è solo all’inizio. Il Consiglio comunale di Santa Teresa di Riva ha discusso in seduta aperta l’interrogazione della minoranza sulle stazioni radio base 5G di Iliad in fase di installazione nelle vie Monsignor Antonino Celona e Scorsonello, grazie ai permessi di costruire ottenuti con il silenzio-assenso ma per i quali il Comune ha avviato nei giorni scorsi la procedura di revoca, dopo aver rilevato diverse irregolarità. “Sul banco degli imputati non c’è Iliad, sono servizi di cui tutti usufruiamo, ma la scelta della collocazione delle antenne che suscita allarme sociale nella popolazione - ha esordito il capogruppo di opposizione Nino Bartolotta - per quasi cinque mesi c’è stato il silenzio assoluto dell’Amministrazione senza riscontro alla documentazione presentata, è stato detto che era tutto in regola, invece ci sono enormi lacune che derivano dalla mancanza di istruttoria o per lo meno dalla mancanza di risposte che dovevano essere date entro i 90 giorni. Riteniamo che il Comune abbia superato il tempo massimo per evitare il contenzioso, una vicenda così importante e sentita dalla comunità non poteva essere definita con il silenzio-assenso, meritava una risposta positiva o negativa, l’Amministrazione avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilità, c’è una scala gerarchica rispetto alla quale ognuno deve sempre e in ogni caso rendere conto, in cima alla quale c’è il sindaco e che è composta da vari soggetti che all’interno dell’Ufficio tecnico erano chiamati a valutare le richieste e dare risposte e ad assumersi la responsabilità sul silenzio-assenso”. “Il sindaco dice che non ne sapeva nulla - ha proseguito Bartolotta - ma su certe cose viene informato e anche se non sapeva non è sollevato da responsabilità, anzi la situazione è ancora più grave, un sindaco che non sa cosa succede nel Palazzo in una vicenda dove è coinvolto un dipendente comunale, la vicesindaca, il capo dell’Ufficio tecnico: dare la responsabilità all’architetto Natale Coppolino che non lavora più al Comune mi sembra un po’ troppo, non ve la dovete prendere con l’ultima ruota del carro, c’è un capo dell’Ufficio che deve sapere cosa fanno i suoi collaboratori. Ci sono persone che direttamente o indirettamente non potevano non sapere e se sapevano e hanno taciuto il sindaco faccia le sue valutazioni. Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato ma qualche volta si azzecca e io questo peccato l’ho fatto: un capo deve sapere cosa fanno i suoi collaboratori, non può non sapere quando tutti sapevano. Chiediamo le dimissioni della vicesindaca Annalisa Miano per il grosso conflitto di interessi che la coinvolge - ha attaccato il leader della minoranza - visto che il proprietario del terreno di via Celona è il suocero che lavora all’Ufficio tecnico, anche se mi risulta non abbia preso parte al procedimento, per le ombre che hanno determinato tutti coloro che sono stati coinvolti e perchè c’è una inadempienza del rapporto di fiducia tra assessori e sindaco: se il sindaco non è stato informato dalla sua vice viene a mancare il rapporto di fiducia e dunque lei deve fare una valutazione”. Danilo Lo Giudice ha ammesso di dover rispondere di cosa accade nel Comune, ma con i dovuti distinguo: “L’Amministrazione non c’entra nulla, non ha titolo e ruolo nell’intervenire nelle pratiche edilizie: ci sono state leggerezze all’Ufficio tecnico, credo che l’architetto Coppolino non sia andato a fondo nella pratica, questo non mi può fare piacere. È stato grave non informarmi ma è stato un errore in buona fede del direttore e non mi sento di condannarlo, gode della mia massima fiducia. Senza dubbio bisognava intervenire prima, ma non siamo fuori tempo massimo, l’importante era agire: Iliad ha risposto ma non puntualmente alle criticità che abbiamo sollevato, arriveremo alla chiusura del procedimento con la revoca delle autorizzazioni. Faremo tutte le battaglie possibili, non c’era volontà dell’Amministrazione di nascondere nulla, non siamo contro l’installazione delle antenne ma per una loro corretta installazione nel rispetto delle regole, abbiamo agito sempre così per far stare tranquilli i cittadini. Non vi è conflitto di interesse della vicesindaca - ha aggiunto - il suocero-dipendente comunale non lavora all’Ufficio Urbanistica, non ha accesso allo Sportello unico edilizia e non ha possibilità di incidere in un senso o nell’altro. Le valutazioni di opportunità non riguardano me, ho massima fiducia nella vicesindaca, continuerà a svolgere il suo ruolo e non ho motivo di dubitare della bontà della sua azione, non trasformiamo una discussione su un tema importante in speculazione politica, ai cittadini non interessa questo aspetto”. Dal dibattito sono emerse diverse anomalie nella documentazione presentata da Iliad per installare le due antenne, come l’aver dichiarato l’assenza di edifici sensibili nel raggio di 300 metri (vi sono scuola e asilo a meno di 200 metri) e che le aree circostanti sono rurali (mentre sono residenziali), oltre a violazioni di altezze e distanze. Secondo l’azienda vi è un’ininfluenza dei campi elettromagnetici sulla popolazione, perchè la potenza massima prevista è di 1,2 Volt/metro rispetto al limite di 6 Volt/metro fissato dalla legge, anche se aver dichiarato che la zona è rurale consente potenze fino a 20 Volt/metro. Inoltre le due stazioni sono nella fascia di rispetto autostradale e in quella del nascituro nuovo svincolo: “L’Arpa ha rilasciato un parere favorevole previsionale sulla base delle dichiarazioni di Iliad che però non rispondono allo stato dei luoghi - ha evidenziato Lo Giudice - forniremo noi tutti gli elementi utili per esprimere una valutazione più corretta”. Secondo Bartolotta “il procedimento di annullamento è stato avviato per motivazioni deboli, quasi insignificanti, mi auguro di sbagliarmi ma nel momento della presentazione di un ricorso contro la revoca del Comune, motivato dalla carenza di documentazione, il Tar darà ragione a Iliad in quanto le opere sono state già realizzate e avrebbe un danno grave e irreparabile e non si potrà più procedere al ripristino dello stato dei luoghi. Siamo arrivati troppo tardi”.