Letojanni, reddito di cittadinanza per 109 cittadini ma progetti bloccati dalla burocrazia
di Andrea Rifatto | 29/03/2021 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 29/03/2021 | POLITICA
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La seduta consiliare
Non saranno brevi i tempi per l’attivazione dei progetti utili alla collettività per i 109 beneficiari del reddito di cittadinanza residenti a Letojanni. È quanto emerso in Consiglio comunale durante la risposta fornita dal sindaco Alessandro Costa (letta in aula dall’assessore alla Politiche sociali Teresa Rammi) all’interrogazione presentata il 9 marzo dai consiglieri comunali di minoranza Marilena Bucceri, Marina Scimone e Fabio Cicala per avere chiarimenti sull’argomento. “Non abbiamo ancora provveduto all’attivazione dei Puc come anche la quasi totalità dei Comuni aderenti al Distretto socio-sanitario - ha spiegato il primo cittadino - non sono ancora disponibili i dati sui soggetti esclusi/esonerabili e sono stati fatti numerosi incontri per definire le modalità operative relative all’attivazione dei Puc, per la quale è necessario il coordinamento del Distretto D32 e del Centro per l’impiego, con i quali i cittadini beneficiari del reddito di cittadinanza hanno sottoscritto il patto per l’inclusione sociale e il patto per il lavoro”. Costa ha fatto presente come l’emergenza pandemica abbia visto gli uffici comunali impegnati nel fronteggiare una situazione emergenziale senza precedenti e la programmazione del lavoro ‘ordinario’ ha subito uno slittamento: ad avere un ruolo fondamentale nei ritardi dell’attivazione dei progetti utili alla collettività è stata principalmente la mancanza di un’assistente sociale, carenza riscontrata anche a livello del Distretto D32, visto che è necessario svolgere i colloqui con i 109 percettori del reddito, tra cui parecchie persone anziane. “L’Ufficio servizi sociali, su indicazioni dell’assessore alle Politiche sociali, ha comunque iniziato a individuare i settori su cui saranno stilati i progetti (ambientale, sociale, culturale e tutela dei beni comuni) - ha aggiunto il sindaco - e l’attivazione dei Puc rientra nell’ottica di gratificare i soggetti e farli sentire cellule vive della società e sono ritenuti un valido strumento per i Comuni pur trattandosi di un impiego marginale in termini temporali (da 8 a 16 ore settimanali)”. La minoranza si è detta soddisfatta per la celerità della risposta ma non per il contenuto: “Emerge da un lato che la competenza sia del Distretto socio sanitario e dall’altro che il Comune si stia muovendo ma come se si fosse perso un anno di tempo visto - ha detto il capogruppo Bucceri - speriamo che ci si attivi a rendere operativi i Puc, che non prevedono costi per il Comune ma consentono a tante persone di rendersi utili per la comunità e svolgere servizi per l’Ente. Se il Distretto non si attiva facciamolo noi singolarmente come fatto da altri centri.