Sabato 23 Novembre 2024
Angelo Saglimbeni prende il posto di Nino Restifo. Possibili modifiche in Giunta


Limina, eletto il presidente del Consiglio: maggioranza compatta con il sindaco

di Filippo Brianni | 28/06/2018 | POLITICA

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Angelo Saglimbeni

Quando dopo il 4 marzo la troupe di Rete4 si inerpicò fino a Limina per capire perché il paese votasse Lega (e non lo capì: Limina non vota Lega, ma vota Lo Monte, così come lo votò durante il suo volteggiare nell’arco costituzionale, Italia dei Valori compresa) lo beccò al fianco delle sue pecorelle. “Sono un giovane pastore”, disse lui davanti la telecamere. Da tre giorni, Angelo Saglimbeni è… “pastore” anche del Consiglio comunale, che lo ha eletto proprio presidente. Ma oltre al pollice verde e al palato biologico c’è di più, perché Angelo Saglimbeni, 26 anni, studia Medicina a Messina e soprattutto ha il “merito” politico di essere tra i “bartolottiani” più integralisti. E proprio Bartolotta ha voluto per lui la poltrona orfana di Nino Restifo, che si era dimesso per impegni di lavoro a Milano. Il voto di tre giorni fa ha avuto anche un significato politico importante. Le dimissioni di Restifo avevano infatti acceso un tentativo di approccio tra “colombe” di maggioranza ed opposizione, con voci che davano per velatamente dissenziente proprio Restifo ed in una posizione scomoda Filippo Ricciardi, l’ex sindaco cui fanno riferimento diversi esponenti di maggioranza. Una di queste, Rosanna Ragusa, vicepresidente del Consiglio, sembrava dall’esterno la candidata naturale all’eredità di Restifo ma il sindaco Bartolotta ha preferito, da una parte, premiare la fedeltà di Saglimbeni, dall’altra probabilmente, fare una conta che desse un segnale al paese. E il segnale è arrivato, forte e chiaro: sei voti su sei (Micheal Palella si trovava in Germania) a Saglimbeni. Segno che, a dispetto di voci e malumori confessati tra un caffè e l’altro, quando c’è da dare una direzione alla politica dell’Amministrazione attraverso un voto, i consiglieri di maggioranza seguono tutti l’indice del sindaco, ovunque esso porti.

Eppure la minoranza aveva provato a stanare l’eventuale dissenso e individuare crepe, proponendo per la carica di presidente un proprio esponente (Domenico Saglimbeni) e dicendosi, in alternativa, disposta anche a votare proprio Filippo Ricciardi, capogruppo di maggioranza, assessore ed ex (nonché probabile “futuro” candidato) sindaco. Ricciardi ha ringraziato per la stima ma non si è mosso da un millimetro dalle indicazioni del sindaco. E come lui anche gli altri consiglieri a lui vicini. Il voto compatto della maggioranza è stato il segnale più eloquente all’opposizione, che ha finito per votare scheda bianca. E così è abortito un accordo mai nato. Angelo Saglimbeni ha intascato la presidenza, ringraziato per la fiducia, ostentato sicurezza e ha esplicitamente dato la disponibilità per il futuro anche per altri incarichi. Sul fronte Giunta non sono esclusi assestamenti, come la promozione ad assessore di un altro Saglimbeni, Antonio. E la minoranza, dopo mesi di “tattica”, potrebbe aver archiviato ogni possibilità di dialogo e imbracciare nuovamente il fucile. E la penna…


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