Limina, la minoranza contesta il Bilancio 2016: dalla Regione atti alla Corte dei conti
di Filippo Brianni | 20/11/2016 | POLITICA
di Filippo Brianni | 20/11/2016 | POLITICA
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I capigruppo Ragusa (minoranza) e Ricciardi (maggioranza)
Sul Bilancio di previsione 2016 del comune di Limina, alla minoranza i conti non tornano. E nemmeno le procedure. Il gruppo di opposizione “Rinnovamento Liminese” ha chiesto al sindaco Marcello Bartolotta e al presidente del Consiglio comunale Antonino Restifo l’annullamento in autotutela della delibera con cui lo strumento contabile è stato approvato lo scorso 21 settembre. Galeotto fu un emendamento spuntato in piena seduta, presentato dal capogruppo di maggioranzaFilippo Ricciardi, riguardante una variazione di bilancio da 20mila euro per la messa in sicurezza dell’impianto elettrico del cimitero. Lavori ritenuti necessari in base a una relazione presentata lo stesso giorno dal tecnico comunale Sebastiano Costa. Secondo la minoranza, l’emendamento è però arrivato “fuori tempo massimo”, perché “andava presentato dieci giorni prima”. Il capogruppo Nino Ragusa segnalò la cosa durante la seduta e la maggioranza, dopo qualche minuto di riflessione, una “serie di telefonate” e un parere dato da un legale, rientrò in aula e promosse il Bilancio 2016, emendamento compreso. L’opposizione, uscita dall’aula dopo aver espresso voto contrario, ha preso tastiera e pc ed ha subito inviato una nota all’Assessorato regionale delle Autonomie locali, lamentando anche un problema di carenza di atti in sede di Commissione consiliare Bilancio. Dall’Ufficio Ispettivo sul Controllo degli Enti locali hanno risposto evidenziando che si, è vero, il “mancato rispetto dei termini regolamentari” c’è, ma la Regione non può intervenire. Intanto, però, ha mandato tutto alla Procura della Corte dei conti, “che valuterà eventuali ipotesi di danno erariale”. E per scongiurare il danno erariale, la minoranza chiede ora che Giunta e Consiglio annullino loro le delibere di approvazione del bilancio – cosa che, ovviamente, non avverrà – minacciando di rivolgersi al Tar. Intanto, i soldi dell’emendamento “galeotto” sono già stati belli e spesi.