Sabato 23 Novembre 2024
Intervista al deputato uscente (e sindaco) non rieletto nonostante l'exploit personale


Lo Giudice: "De Luca non mi ha sacrificato, qualcuno si è rilassato ma non può farlo"

di Andrea Rifatto | 02/10/2022 | POLITICA

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Lo Giudice era deputato uscente

“Siete qui per farmi le condoglianze?” scherza Danilo Lo Giudice, primo cittadino di Santa Teresa di Riva, con i cittadini che passano a trovarlo in municipio, dove ha ripreso a fare il sindaco a tempo pieno dopo le rielezione sfumata all’Ars. 

Un exploit con 6.462 voti che valgono l’ottavo posto nel collegio di Messina, ma non sono bastati: cosa prova?
“Una bella soddisfazione e affermazione, considerati i quasi 2mila voti annullati per errori fisiologici ho raddoppiato le preferenze rispetto al 2017 e ho avuto un risultato straordinario in tutta la zona jonica, sono stato il primo in quasi i tutti i comuni, segno che l’impegno e il lavoro portati avanti in cinque anni sono stati ripagati da un gran numero di voti che la gente mi ha voluto tributare. Peccato che non sia scattato il seggio, comunque la soddisfazione è grande e il ringraziamento va a quanti mi hanno dato fiducia”

Sicilia Vera non era la lista principale e a parte Messina nel resto della Sicilia è rimasta a percentuali bassissime. Perchè la candidatura in questa lista? Aveva fiutato che sarebbe stata a rischio?
“Non sono stato inserito in questa lista perchè c’è qualcuno che decide per me, non è così, ma c’è un gruppo dirigente che mette in campo delle strategie per cercare di ottenere un risultato. A volte funzionano al 100% e si parla di capolavori politici, come è successo nel 2017 o a Messina con l’elezione di Federico Basile, altre volte non funzionano al 100%. Chi ha avuto tanto da Sicilia Vera oggi doveva dare tanto, io ero assolutamente consapevole del rischio che correvo. A Messina Sicilia Vera ottiene l’8,18%, purtroppo è mancato l’apporto dalle altre province dove in poco tempo abbiamo organizzato la lista di Sicilia Vera che non ha portato i risultati che ci aspettavamo e dunque non è scattato il seggio. Il rischio ci può essere, se partecipiamo ad una sfilata di moda sappiamo che può essere bella o brutta, in una competizione elettorale sappiamo che si può vincere o perdere, ma non si può vincolare un progetto ad un questione strettamente personale legata a me. Il progetto politico deve essere un ragionamento complessivo da tenere come riferimento principale e poi ognuno ha le sue soddisfazioni personali. Il risultato ottenuto per me è un capolavoro, dall'avere un solo parlamentare al 25% regionale credo sia un risultato straordinario”

De Luca ha detto che nessuno è stato agnello sacrificale del progetto e che con lui chi pensa di campare di rendita si sbaglia. Pensa si riferisse a lei? C’è chi sostiene che l’abbia mandata a sbattere…
“Sono convinto che non si riferisse a me, chi dice che io sono stato sacrificato da De Luca vive l’amarezza del momento, non penso di essere stato sacrificato nè tantomeno di vivere di rendita. Cateno e tutti sanno quanto mi sia impegnato in questi anni e come da solo abbia condotto una grande crociata per rappresentare il nostro movimento all’Ars. È vero, non si deve campare di rendita, per raggiungere questi risultati dal 18 marzo 2007, quando è nata Sicilia Vera, abbiamo fatto enormi sacrifici che ci consegnano un risultato del 25% regionale e nessuno si può permettere oggi di campare di rendita, perchè si deve rendere conto della possibilità che sta avendo o che ha avuto e la sfrutti al meglio non per se stesso ma per il territorio. Qualcuno che si rilassa c’è ma non può nè deve farlo, perchè se si ha un ruolo di consigliere, assessore o sindaco lo si deve esercitare al meglio, la gente ci ha eletto per questo”.

La scelta di De Luca è stata quella di non ricandidare deputati uscenti, a parte il suo caso: si sente “rottamato” troppo presto?
“Assolutamente no, ci si sente rottamati quando il risultato non è positivo o la gente non ti ha più voluto. Io ho avuto un affetto straordinario, raddoppiando i voti della volta scorsa e riuscendo, nonostante il numero elevatissimo di candidati in questa tornata, a confermare il primato principalmente nella zona jonica, estendendolo anche a Tirreno e Nebrodi, frutto dei rapporti che abbiamo intrapreso in questi anni. Mi piace sottolineare che tutti i deputati uscenti hanno diminuito i voti, io sono stato uno dei pochi casi che li ha aumentati”.

De Luca aveva pensato per lei una candidatura alle Politiche, ma ha preferito rimanere in Sicilia: col senno di poi, visto che avete eletto due parlamentari nazionali, un paracadute non sarebbe stato magari utile?
“No, volevo rimanere qui a Palermo e sapevo di rischiare, ma ritenevo che la mia presenza fosse più utile all’Ars. Spesso ragioniamo sulla necessità di dover avere per forza una poltrona, non è questo il tema, ma riuscire a capire dove puoi dare di più e meglio. Dopo cinque anni ero funzionale al progetto da deputato, non lo farò da parlamentare ma comunque continuerò a dare una mano di aiuto ai colleghi deputati eletti e alla costituzione del movimento in tutta la Regione, per quella che è la mia modesta esperienza di amministratore e conoscitore del territorio”.

Come avete commentato con De Luca il risultato? È vero che tra voi non c’è più il feeling di un tempo?
“Questa è una delle più belle barzellette che sento dire da mesi, io e Cateno abbiamo un feeling straordinario: io ho vissuto l’amarezza della mia non rielezione, lui della sua mancata vittoria. Come sempre gioiamo e ci amareggiamo insieme come avviene da quando ho iniziato a fare politica, dal 2006. Siamo in assoluta sintonia e ci sentiamo quotidianamente, siamo convinti che quello che abbiamo fatto sia l’ennesimo capolavoro politico, perchè partendo dal nulla siamo arrivati ad essere il primo partito in Sicilia, senza strumenti e armi rispetto a corazzate come Centrosinistra, Centrodestra e M55. Per noi è un punto di partenza, siamo già pronti per affrontare i prossimi cinque anni e conquistare la piena fiducia dei siciliani per governare questa terra”.


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