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Nino Bartolotta: "Ecco perché torno in pista e cosa è mancato a Santa Teresa" - INTERVISTA
di Andrea Rifatto | 27/02/2022 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 27/02/2022 | POLITICA
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Nino Bartolotta, 68 anni, già sindaco per 11
L’ultima candidatura a sindaco nel 2007, quando non riuscì a tornare sulla poltrona più alta del palazzo e ottenne la minoranza. Poi Nino Bartolotta, già primo cittadino di Santa Teresa di Riva dal 1992 al 2003, ha sostenuto altri progetti politici compreso quello targato De Luca-Lo Giudice, risultato vincente nel 2017. A quindici anni di distanza il rientro in pista in prima persona, alla guida di un progetto elettorale che vede insieme partiti politici, come Lega e Fratelli d’Italia, e gruppi civici. Attualmente è lui il secondo candidato alla carica più alta dopo il sindaco uscente, quando mancano novanta giorni alle elezioni amministrative. Ieri mattina abbiamo incontrato Nino Bartolotta, che il 3 giugno compirà 69 anni, poche ore prima che venisse ufficializzata la sua discesa in campo, che non è stata poi ben accolta da alcuni partiti e movimenti di cittadini. Perchè ha dato la sua disponibilità, dopo tanti anni lontano dalla politica attiva? Cinque anni fa lei ha sostenuto il progetto elettorale di questa amministrazione Però Pd, M5S e altri gruppi non la sostengono Cosa intende per mondo degli esclusi? Cosa è mancato in questi anni secondo lei? Che giudizio dà a questa Amministrazione comunale? C’è stata troppa distanza tra Palazzo e cittadini? Come sarà composta la lista elettorale? Puntate anche su attuali amministratori scontenti su come è stato governato il paese?
“L’attuale amministrazione è basata sulla teoria del monocolore, del ‘ci siamo noi e basta’, non stringono accordi e non aprono le porte alla città e alle forze politiche. In questi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, tante persone che vogliono fare e fanno politica, tanti amici, il mondo degli esclusi, hanno sentito l’esigenza di ricominciare a discutere, sapendo perfettamente che con loro non si può parlare. Alla fine hanno individuato nella mia persona, anche se io in realtà mi ero un po’ defilato, colui che meglio di altri può rappresentare questo desiderio di scommettersi, tornare in campo e presentare una lista che racchiuda tutti coloro che a qualunque titolo vogliano partecipare. Una spinta forte che mi ha convinto ad accettare il peso della responsabilità per guidare questa squadra. Vogliamo ridare vitalità ad un progetto politico e a tante persone che hanno voglia di scommettersi e che non possono farlo dall’altra parte, perchè le porte sono chiuse, per cambiare questo modus operandi che non vede nessuno oltre all’'io'”.
“Si io ero lì, spiegherò in campagna elettorale perchè non sono più lì, non è questo il momento di farlo”.
“Nessuno si deve sentire escluso, se qualcuno non c’è vuol dire che non vuole partecipare al nostro progetto, non perchè non sarebbe gradito o perchè è stato escluso, assolutamente”.
“Non solo forze politiche ma anche associazioni, dirigenti, professionisti, attività, imprenditori, ossia la vitalità di questo paese”.
“Santa Teresa per tanto tempo, con me e prima di me, è stato punto di riferimento della valle d’Agrò e del comprensorio, ma ha perso questo ruolo. Lo ha perso per scelta politica di De Luca e Lo Giudice, come l’uscita dall’Unione dei Comuni, una decisione a mio avviso sbagliata perchè oggi non si può governare pensando solo a se stessi chiudendosi nel proprio orticello. Io sono stato l’artefice di un’apertura al comprensorio con progetti di grande respiro, come l’esperienza del Pit 13, in cui abbiamo accomunato la vallata con opere comprensoriali. Oggi non si possono presentare progetti singolarmente per realizzare opere che contano. Bisogna riaprire le porte di Santa Teresa al comprensorio, questo ci consente anche di offrire agli altri le nostre potenzialità, dal commercio all’imprenditoria, bisogna puntare anche sull’ingresso della popolazione fluttuante che c’è tutti i giorni, dalle scuole ai turisti. Dunque è importante aprirsi e attuare una politica comprensoriale che invece è mancata e di questo ne ha sofferto il tessuto economico, soprattutto quello commerciale, oggi in grande difficoltà”.
“Ci sono luci e ombre. Come detto io l’ho sostenuta e votata nel 2017, ne fanno parte miei amici, Danilo è cresciuto nella mia segreteria, ha fatto cinque anni il consigliere di opposizione dopo che De Luca me l’ha affidato per farlo crescere, ogni settimana ci riunivamo. E lui più di tutti è emerso, quando l’ho riconsegnato cinque anni dopo ha fatto il suo percorso e ha sposato quel modello di politica. Il giudizio non è totalmente negativo ma neanche tanto positivo”
“Non basta rapportarsi con la gente solo sui social network e non è giusto che la gente non possa andare oltre al mettere un ‘mi piace’ e fare un commento. Bisogna confrontarsi nel quotidiano con i cittadini, con quanti in questo paese hanno messo le radici, hanno fatto investimenti, creato aziende, portato soldi. Se non lo può fare il sindaco, deve avere una squadra di assessori all’altezza del compito: io non ho visto crescere nessuno in questi anni, questa squadra così come è stata presentata è rimasta. La gente non li conosce, li vede sullo schermo del cellulare e clicca. Una volta gli assessori erano pezzi da novanta, punti di riferimento della società e intervenivano per risolvere i problemi dei cittadini. La politica deve favorire il rapporto tra cittadino e Palazzo e intervenire quando si inceppa qualcosa. Oggi invece c’è un distacco enorme, anche rispetto ai tanti bisogni del quotidiano. Tanta gente avrebbe bisogno di un punto di riferimento, anche per le piccole cose. L’Amministrazione da questo punto di vista non è stata molto presente”.
“Ci sono tante disponibilità, coloro che mi hanno spinto a candidarmi avranno adesso l’onere di individuare al loro interno le candidature che analizzeremo per dare vita ad una squadra la più forte possibile. Non ci sarà il monocolore, raccoglieremo tutte le intelligenze possibili di questa città per ridare uno slancio forte e anche per creare un laboratorio che possa far crescere una classe dirigente, così da dare modo a tante persone di formarsi politicamente per sostituire un modello politico che non condivido”.
“Non puntiamo sugli scontenti ma su quanti credono nel nostro progetto, poi se ne faranno parte persone dell’attuale amministrazione che ben venga, ma devono sposare il nostro progetto e credere in una alternativa, che è fatta non soltanto di una sostituzione di persone ma di un cambio di rotta, un modo diverso di fare politica, di approcciarsi con la gente e di confrontarsi. Tutti devono poter partecipare. E questo finora non è avvenuto”.