Nizza, la minoranza diffida il sindaco: "Vogliamo risposte sull’esperto”
di Redazione | 13/02/2019 | POLITICA
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Il sindaco Briguglio e l'esperto Forlese
Le mancate risposte sull’attività dell’esperto hanno portato il gruppo consiliare di minoranza di Nizza di Sicilia a inviare un sollecito con diffida al sindaco Piero Briguglio affinché fornisca tutti gli atti richiesti. I consiglieri Giovanni Vega, Carlo Gregorio e Nella Foscolo chiedono risposte in merito all’esperto Gabriella Forlese, nominato da Briguglio il 28 luglio 2017, poco dopo le elezioni, per coadiuvare il sindaco nelle proprie attività, con particolare riguardo a coordinamento attività di comunicazione istituzionale, programmazione coordinamento e monitoraggio fondi strutturali europei e programmazioni eventi e iniziative culturali ricreative. La diffida è stata inviata al sindaco, al presidente del Consiglio comunale, al consigliere indipendente, al prefetto e all’Assessorato regionale Autonomie locali. Il gruppo “RinnoviAmo Nizza” ricorda come il 24 settembre abbia chiesto al Comune, tramite Pec, copia del curriculum vitae fatto pervenire dall’avv. Gabriella Forlese, dal quale si desume il ‘possesso dei requisiti di competenza, esperienza e professionalità nelle materie oggetto di incarico; copia della dettagliata relazione prodotta dall’avv. Gabriella Forlese, in qualità di esperto del sindaco, nell’anno 2017/ 2018, con riferimento anche ai viaggi istituzionali in Portogallo ed in Argentina ed all’evento Estate Nizza in Festa 2018; copia della dettagliata relazione, prodotta dal sindaco e trasmessa in Consiglio”, evidenziando inoltre che l’articolo 99 dello Statuto comunale preveda che “il sindaco annualmente trasmette al Consiglio comunale una dettagliata relazione sull’attività degli esperti da lui nominati”. “Ad oggi, però – scrivono nella diffida Vega, Gregorio e Foscolo – la copia del curriculum vitae, fatto pervenire dall’avv. Gabriella Forlese non è stata fornita e la dettagliata relazione prevista dell’art. 14 comma 4 della Legge Regionale 26 agosto 1992 n.7 e dall’art. 99 dello Statuto comunale è rimasta inevasa. A distanza di diversi mesi e, comunque, superato il termine previsto dalla legge affinché la Pubblica Amministrazione ottemperi ai suoi doveri, è pervenuta solo una brevissima risposta evasiva, gravemente insufficiente, che lede il diritto ispettivo dei consiglieri comunali- Alla luce dei superiori rilievi, in ragione delle possibili conseguenze giuridiche, scaturenti dal silenzio serbato dagli organi onerati di fornire risposta, i componenti del gruppo consiliare di minoranza sollecitano e diffidano l’Amministrazione comunale ad evadere la richiesta entro il termine di 15 giorni utilizzando lo stesso termine, ove ritengano di essere impediti nella loro azione, per esporre analiticamente le motivate ragioni che siano ostative, con l’espresso avvertimento che, in difetto, si procederà come per legge”.