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Roccalumera, Aro rifiuti: "Mancato risparmio per i cittadini di 450mila euro"
10/04/2016 | POLITICA
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I consiglieri Melita, Maccarrone, Corrini, Totaro e Saccà
Il gruppo consiliare di minoranza di Roccalumera denuncia ritardi ingiustificati che gravano sulle tasche dei cittadini in merito al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e spazzamento stradale, disciplinato dal Piano dell’Aro rifiuti approvato dal Consiglio comunale nel corso dell’ultima seduta, argomento sul quale l’opposizione si è astenuta. I consiglieri Rita Corrini, Giuseppe Melita, Ada Maccarrone, Maria Grazia Saccà e Antonella Totaro sottolineano come la verità che viene fuori dai fatti e dagli atti è che ad oggi l’Amministrazione del sindaco Gaetano Argiroffi, nonostante i tanti annunci e proclami, ha accumulato una serie di ritardi pari almeno a 18 mesi, che hanno causato un mancato risparmio per i cittadini di circa 450mila euro. Nella nota sulla vicenda i consiglieri spiegano come la Legge regionale 9/2010 abbia consentito ai Comuni, a far data dal 1 settembre 2013, di gestire in proprio o in forma associata il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti. “Da quella data, oltre al susseguirsi dei soliti annunci e proclami, cosa succede? Si impiegano (perdono?!) circa 8 mesi per capire che non era conveniente che fosse l’Ato Me4 Rifiuti l’interlocutore giusto: bisogna attendere, infatti, maggio 2014 per la scelta dell’avvio della gara di individuazione di professionisti esterni per la redazione del piano, che una volta avviato il servizio prevede un risparmio pari a circa 25mila euro al mese. Ad aprile 2015 la Regione approva il Piano mentre l’Amministrazione trasmette gli atti per le procedure di gara all’Urega solo il 24 novembre 2015 – evidenziano Corrini, Melita, Saccà, Totaro e Maccarrone – impiegando (perdendo?!) altri 7 mesi. L’ufficio dell’Urega prontamente in data 11 dicembre 2015 richiede alcune integrazioni tra cui la delibera di Consiglio comunale di approvazione del Piano, così come peraltro previsto da una direttiva dell’assessorato regionale emanata già dal lontano 14 maggio 2015. L’argomento viene portato in discussione in Consiglio solo il 23 marzo 2016: si è atteso (perso?!) altri 3 mesi”. La minoranza roccalumerese spiega di essere in linea di principio favorevole alla gestione diretta del servizio, come peraltro già evidenziato col voto favorevole alla delibera di approvazione della convenzione col Comune di Furci, ma sostiene come vi siano responsabilità dell’Amministrazione in merito ai tempi di attuazione, manifestando allo stesso alcune perplessità sul Piano Aro che hanno poi portato il gruppo ad astenersi in aula. In primo luogo sulla previsione di un Centro comunale di raccolta in prossimità della zona artigianale, nonostante nei lotti dell’area vi è assoluto ed esplicito divieto di svolgere attività di lavorazione e trasformazione dei rifiuti; poi sulla mancanza di libera concorrenza (a scapito della qualità del servizio e dell’economicità dello stesso?!) in quanto viene inserita una clausola che impone all’impresa appaltatrice la disponibilità di un’area di stoccaggio e di un deposito-autorimessa entro 10 km dal territorio dell’Aro; sul periodo di avvio, che prevede il dimezzamento dei giorni di raccolta con possibili disservizi e in merito alle penalità da applicare all’appaltatore in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, senza prevedere idonee e sufficienti garanzie per l’Amministrazione. “Per tutta risposta, invece di attenzionare quanto responsabilmente evidenziato, maggioranza ed Amministrazione affermano che sono stati bravi e solerti – rimarcano Rita Corrini, Giuseppe Melita, Maria Grazia Saccà, Antonella Totaro e Ada Maccarrone –, che le perdite di tempo sono dovute alla burocrazia regionale e che il Piano non poteva essere modificato trattandosi solo di una presa d’atto. L’Amministrazione comunale di Roccalumera, fa il salto di qualità e continua con lo scaricabarile di responsabilità anche fuori Roccalumera – accusano i componenti dell’opposizione –: non conosce confini e lancia accuse alla Regione ed ai loro Uffici, salvo poi essere smentita dai fatti e da se stessa. È ora che la politica, da Roma a Roccalumera, cambi verso e consideri i cittadini come destinatari di servizi e non come un bancomat da cui attingere all’occorrenza”.