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Roccalumera, il revisore boccia i correttivi sui bilanci ma il Consiglio dice sì
di Andrea Rifatto | 27/08/2018 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 27/08/2018 | POLITICA
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La seduta consiliare
Via libera dal Consiglio comunale di Roccalumera, con i 7 voti del gruppo di maggioranza (assente Simona Saccà), all’adozione delle misure correttive chieste dalla Sezione di controllo della Corte dei conti Sicilia con la deliberazione del 21 maggio scorso, in cui sono state rilevate diverse criticità sugli strumenti finanziari adottati dall’Ente negli ultimi anni. Ma non mancano i dubbi per il parere non favorevole arrivato dal revisore dei conti. La Corte, dopo le verifiche sul Rendiconto 2015, sul Bilancio di previsione 2016-2018 e sul Rendiconto 2016, ha rilevato "anomalie atte a pregiudicare gli equilibri economico-finanziari del Comune e numerose violazioni di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione finanziaria”. L’Amministrazione comunale del sindaco Gaetano Argiroffi ha adesso predisposto quelle che ritiene le misure idonee a superare tali criticità e le ha portate in Consiglio per l’approvazione, ottenendo l’ok dalla maggioranza, mentre i 4 consiglieri di opposizione hanno espresso voto contrario. Il contenuto del documento è stato illustrato in Aula dal responsabile dei Servizi finanziari, Luciano Scala, che ha ritenuto doveroso adottare i correttivi in maniera urgente nonostante il parere negativo espresso dal revisore dei conti, Sebastiano Cannavò, in seguito al quale Scala ha richiesto ulteriori approfondimenti ad esperti del settore confermando le decisioni adottate per replicare ai giudici contabili. Una decisione, quella del revisore, che la maggioranza non si aspettava ma che comunque non è stata tenuta più di tanto in considerazione. “Valutati i pro e i contro dei diversi pareri, riteniamo doveroso votare la deliberazione e propendere per seguire prudenzialmente la via proposta dal responsabile dei Servizi finanziari, ritenuta coerente e convincente – ha detto il capogruppo di maggioranza Natia Basile – mentre il parere del revisore contrasta con la precisa richiesta della Corte, a cui in ogni caso ci rimettiamo”. Secondo il consigliere Carmelo Stracuzzi “non vi sono sono profili di illegittimità nella proposta, la Corte chiede di portare il disavanzo da 1,9 a 2,6 milioni di euro e questo è stato fatto”. Il no del revisore nasce dall’assenza di accantonamenti per spese legali e contenzioso nel Rendiconto 2015, che secondo la Corte ha alterato l’attendibilità del risultato di amministrazione determinando una illegittima espansione della capacità di spesa esponendo l’Ente al rischio di squilibri di bilancio: violazioni che hanno prodotto una sottostima del disavanzo di amministrazione. Il parere non favorevole è stato dettato dalla non condivisione della scelta dell’Ufficio finanziario di modificare le risultanze del riaccertamento straordinario dei residui all’1 gennaio 2015 e dei dati consuntivi del Rendiconto 2015, determinando retroattivamente un maggior disavanzo all’1 gennaio 2015 rispetto a quello già calcolato, da armonizzare in un trentennio. Dai rilievi mossi dalla Corte il revisore non ha infatti rinvenuto la possibilità di procedere a una revisione postuma del riaccertamento straordinario dei residui né alla modifica dei dati definitivamente approvati con il Rendiconto 2015, anche perché i correttivi proposti da Scala, secondo Cannavò, non possono avere effetto retroattivo e ad ogni modo i rilievi formulati dalla Corte dei conti relativamente ai mancati accantonamenti sembrano già trovare seguito con il Rendiconto dell’esercizio 2017 e dunque secondo il revisore rimane assente la presenza di illegittimità e/o errori con riferimento ai residui precedenti al 2015. Con la delibera di Giunta dell’1 agosto scorso l’Amministrazione ha infatti denunciato un disavanzo di 2 milioni di euro dal quale è dato rilevare che l’Ente, appostando i vincoli omessi in precedenza, ha adempiuto in materia di mancati accantonamenti. La minoranza ha manifestato “seri dubbi sulla legittimità della proposta alla luce del parere negativo del revisore”, in particolare in merito al fatto che il disavanzo di amministrazione non può essere ripianato con il riaccertamento dei residui postumo e per la circostanza che l’Amministrazione non ha ancora adottato alcun atto concreto per il riconoscimento di debiti fuori bilancio per circa 550mila euro per spese legali e fornitura di beni e servizi. “Non si tratta di sfiducia nei confronti del responsabile finanziario, le misure correttive in ordine ai debiti fuori bilancio andavano adottate senza indugio perché in caso contrario potrebbe essere a rischio l’equilibrio economico-finanziario dell’Ente – ha detto la capogruppo Rita Corrini - siamo favorevoli a sistemare i bilanci ma nel rispetto delle leggi”. In merito al riconoscimento dei debiti fuori bilancio sia Scala che Basile hanno annunciato che "si è nell’imminenza della definizione dell’iter da parte degli uffici e si procederà con separata deliberazione".