S. Teresa, "Ecco perché ho scelto il Partito democratico". Minoranza ormai divisa in tre
di Andrea Rifatto | 18/06/2019 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 18/06/2019 | POLITICA
1783 Lettori unici
Il consigliere Antonio Scarcella
L’esordio nel Consiglio comunale di S. Teresa con la nuova casacca del Partito democratico è avvenuto ieri, all’indomani dell’annuncio ufficiale da parte del Circolo della sua adesione ai Dem. Il consigliere comunale di minoranza Antonio Scarcella, candidato sindaco uscito sconfitto alle elezioni amministrative del 2017, ha deciso di svestire la maglia di esponente civico e indossare quella di un partito che alle ultime amministrative non ha preso posizioni ufficiali, lasciando liberi i propri iscritti. E che adesso torna nell’agone politico santateresino, occupando una casella in Consiglio comunale lasciata vuota dal 2017 tra gli scranni dell’opposizione. Scarcella non ha comunicato in aula la sua adesione al Pd ma prima della seduta gli abbiamo posto alcune domande. Dalle sue dichiarazioni emerge però un dato politico che ormai era più che lampante: lo schieramento di minoranza da lui guidato nei primi due anni di legislatura non esiste più (il gruppo consiliare non è più costituito per la mancanza del numero minimo di quattro componenti) e si è diviso in tre, ossia Scarcella e il consigliere Giuseppe Migliastro da una parte, l’indipendente Carmelo Casablanca (capogruppo del Misto dopo aver lasciato il gruppo a febbraio) dall’altra e al centro la consigliera Lucia Sansone, che finora non ha assunto posizioni ufficiali ma pur rimanendo sul fronte dell’opposizione non condivide ormai la linea politico-amministrativa di Scarcella e Migliastro. Antonio Scarcella, perché il Partito democratico e come nasce questa adesione? A quale area politica si è sentito vicino fino ad oggi? Adesso dovrà condividere la sua linea politica in Consiglio con il partito… I rapporti con gli altri colleghi di minoranza? Ha comunicato loro questa sua decisione?
“Ritengo che bisognava necessariamente fare una scelta di campo e la scelta di campo si fa ovviamente nella parte che uno ritiene più consona alle proprie idee. Il Partito democratico a mio parere era quella parte che bisognava scegliere. Ho ritenuto che per poter fare politica non si può soltanto appartenere a una lista civica e avere rapporti sociali e con il territorio, bisogna anche aderire ad un programma di partito. Ora, mentre tutti ormai salgono sul carro dei vincitori e scelgono la Lega o altre compagini di centrodestra, ho ritenuto che in questo momento fosse opportuno cominciare anche dal basso, anche perché il Pd non ha attraversato dei momenti belli. Però una ripresa a mio parere ci può stare e le sconfitte servono a questo, a riprendersi e ad andare avanti e penso che la scelta sia stata la più oculata in questo momento”.
“La mia provenienza politica è stata sempre di centrosinistra, anche ai tempi della Democrazia cristiana con la corrente andreottiana. Poi a lungo andare le cose possono modificarsi ma l’ambito è stato quello del centrosinistra. Ora c’è stata questa opportunità, ritengo che sia il momento giusto per farlo e ho fatto questa scelta di campo.
“Il confronto interno ci sarà sempre ed è ovvio che se si fa parte di una squadra bisogna rendere edotti tutti di quello che si fa ed è giusto che sia così. Come bene è stato osservato, il Pd rientra nel Consiglio comunale dopo alcuni anni, pertanto ritengo che sia stata una scelta oculata. E ogni cosa verrà discussa. Certo, ognuno di noi ha un propria attività da svolgere all’interno del partito, però agirò in Consiglio comunale a nome del Circolo Pd di S. Teresa, quindi è giusto che le cose che si fanno vengano meditate e discusse all’interno del Circolo”.
“Ho avuto un confronto con Giuseppe Migliastro, che ha approvato pienamente questa mia scelta, non so cosa vorrà fare lui ma restiamo nel gruppo io e lui. Gli altri hanno preso altre strade, ce ne faremo una ragione…”