S. Teresa, ok al bilancio 2018: troppe tasse non riscosse e scarsa liquidità
di Andrea Rifatto | 23/08/2019 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 23/08/2019 | POLITICA
1282 Lettori unici
La seduta del Consiglio comunale
Con 40 giorni di ritardo rispetto al termine del 30 giugno, tanto che la Regione aveva già nominato un commissario ad acta, il Consiglio comunale di S. Teresa di Riva ha approvato il Rendiconto di gestione 2018, con otto voto favorevoli della maggioranza e l’astensione dei tre di minoranza presenti (assente Giuseppe Migliastro). “Un documento che mostra come tutti i risultati siano stati positivi, abbiamo un bilancio sano e ricorriamo spesso alle anticipazioni di tesoreria solo perché dobbiamo far fronte al pagamento degli stati di avanzamento lavori per i finanziamenti ottenuti – ha evidenziato il sindaco Danilo Lo Giudice – e il 2018 che ci ha permesso anche di stabilizzare i dipendenti precari, visto che gli indici rispetto alla spesa del personale sono positivi, e sigleremo presto i contratti”. Il primo cittadino ha inoltre ricordato i contributi ottenuti dalla Regione, pari a 834mila euro, per la Bandiera blu e la raccolta differenziata dei rifiuti. “La nostra capacità di indebitamento è cresciuta dell’1,85% e ciò ci ha consentito di avviare interlocuzioni con la Cassa Depositi e Prestiti per alcuni progetti tra cui quelli del bando Periferie, senza ricorrere alle anticipazioni di tesoreria”. Dalla minoranza Lucia Sansone ha fatto notare come i residui attivi siano molto alti, pari 16 milioni di euro, mentre il fondo cassa al 31 dicembre, dal 2014 a oggi, sia sceso arrivando a zero (636mila euro nel 2016, 169mila nel 2017, ndc): “Ciò comporta molto spesso il ricorso di anticipazione di tesoreria e i residui attivi elevati, oltre a portare a un alto accantonamento per il Fondo crediti di dubbia esigibilità, denota una capacità di riscossione dei tributi molto bassa, a differenza di quello che l’Amministrazione comunale lascia passare – ha detto l’esponente di opposizione – non è colpa dell’ente se i contribuenti non pagano ma bisogna metterli nella condizione di poter pagare. Per questo a settembre, stilando un apposito regolamento con l’Area Finanziaria, proporrò al Consiglio comunale l’istituzione del ravvedimento operoso, che permette ai cittadini di regolarizzare spontaneamente le situazioni debitorie, pagando sanzioni ridotte. Questo ci permetterebbe di abbassare i residui attivi e risparmiare anche con la Maggioli, società di riscossione che opera per conto del Comune”. Il sindaco Lo Giudice ha replicato spiegando che è stata svolta negli anni una importante lotta all’evasione e che sicuramente bisogna migliorare la capacità di riscossione: “Gli strumenti a nostra disposizione non ci consentono di fare miracoli o magie, negli anni scorsi si è avuto un immediato riscontro da parte dei ‘furbetti’ che hanno prontamente risposto, adesso c’è una parte di contribuenti più difficile da far pagare e dunque i residui aumentano. Il fondo cassa è pari a zero perché i trasferimenti da Stato e Regione sono arrivati in ritardo, al 31 dicembre avanzavamo dalla Regione 850mila euro ma lo Stato al tempo stesso ha prelevato la quota dell’Imu indipendente da quanto avevamo incassato. Preferisco comunque andare in anticipazione di tesoreria e pagare i fornitori. Come certificato dal collegio dei revisori dei conti, composto da Domenico Donato, Francesco Vito e Anna Maria Scilipoti, il limite massimo dell’anticipazione di tesoreria nel 2018 è stato di 1,1 milione di euro e il continuo ricorso all’anticipazione deriva da due elementi di criticità: l’entità dei residui attivi superiore a quella dei residui passivi a causa della mancata riscossione e l’anticipazione dei pagamenti alle ditte fornitrici riguardanti lavori finanziati dalla Regione le cui somme sono restituite successivamente ai pagamenti.