S. Teresa. Sindaco contro le interrogazioni, consigliere (non) spiega la mancata firma
di Andrea Rifatto | 09/08/2018 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 09/08/2018 | POLITICA
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Il sindaco Lo Giudice e il consigliere Casablanca
Al sindaco Danilo Lo Giudice le interrogazioni a risposta scritta presentate dal gruppo di minoranza di S. Teresa non vanno proprio giù, a tal punto che è arrivato a dire che proporrà alla maggioranza di modificare il Regolamento del Consiglio (in realtà è lo Statuto che disciplina il diritto di iniziativa dei consiglieri) per eliminare tale forma di chiedere chiarimenti all’Amministrazione. L’ultima interrogazione che lo ha fatto irritare è stata quella presentata dai consiglieri Antonio Scarcella e Giuseppe Migliastro sul servizio di salvataggio in mare. “Due papelli – li ha definiti il primo cittadino - perché anziché chiedere risposta scritta, non ci confrontiamo in Consiglio comunale alla luce del sole? Perché ci troviamo con continue interrogazioni sempre sugli stessi argomenti, sempre con le stesse domande a distanza di qualche mese che impiegano tempo prezioso agli Uffici che potrebbero destinarlo a cose più urgenti? Su questo servizio è stata fatta una gara ad evidenza pubblica aperta a tutti, abbiamo avuto due controlli (chissà perché sono venuti solo da noi) dalla Capitaneria di Portoche nulla ha eccepito. Quale può essere in tutto ciò il beneficio per la comunità, su un servizio che da lavoro a tanti giovani santateresini e che ha riscontrato apprezzamenti da parte della comunità e dei vacanzieri? Pensate forse di intimorire qualcuno mandando carte a prefetto e Assessorato e non so più a chi?” – ha scritto rivolgendosi ai due esponenti di “Insieme per cambiare”. “Noi andiamo avanti, apprezzo che l’interrogazione non sia stata firmata dai consiglieri Carmelo Casablanca e Lucia Sansone che, piuttosto che basarsi sul nulla, hanno preso una posizione che gli rende onore e merito del ruolo affidatogli dalla comunità. La minoranza deve svolgere il suo ruolo ma questo continuo ostruzionismo non giova a nessuno, benché meno alla crescita della comunità”. Un mantra che si ripete costantemente, quest’ultimo. Basterebbe modificare lo Statuto e prevedere che l’interrogazione a risposta scritta possa essere trattata anche in Consiglio comunale, cosicché si possa dare ampio spazio al dibattito. Intanto il consigliere di minoranza Carmelo Casablanca, in una piccata nota scritta con toni da politico navigato, spiega che "il gruppo 'Insieme per cambiare' continua ad essere coeso e che non esiste alcun punto di rottura fra i vari componenti dello stesso: chiaro è che pur nel perseguimento di un’unica linea politica, opinioni e modi di vedere diversi possono portare ad assumere posizioni politiche differenti nei confronti di determinate situazioni ma trattasi di normale dialettica politica, che come tale va letta”. Nessuno ha parlato di rottura ma è innegabile che su questa vicenda l’opposizione si sia divisa tra chi ha deciso di firmare l’interrogazione e chi no. Casablanca si sente poi chiamato in causa e giudica come illazioni l’ipotesi da noi formulata che qualche consigliere non abbia firmato l’interrogazione perchè potrebbero aver inciso sulla decisione i rapporti personali con la vicepresidente del Consiglio comunale (moglie del responsabile del servizio di salvataggio) e i suoi familiari. “Ben comprendendo di essere il destinatario di tali illazioni, nel rivendicare il diritto di intrattenere e coltivare rapporti di amicizia (peraltro consolidati negli anni) con chi ritengo opportuno, anche con un consigliere dell’attuale maggioranza e nel considerare che certamente ciò può sembrare inconcepibile a chi per malsano senso di intendere la politica fa ‘macelleria di rapporti umani’, per rispetto verso tutti coloro che nel sottoscritto hanno riposto e continuano a riporre la propria fiducia ribadisce che l’azione politico-amministrativa dallo stesso, portata avanti in questo anno di amministrazione, è stata sempre ispirata dal voler fare bene ed operare nell’interesse della collettività e per il benessere di tutta la comunità santateresina, mai subordinando tale interesse all’interesse particolare del sottoscritto né tantomeno confondendo i rapporti personali con l’azione politica. Con riguardo al caso specifico, come ho già dichiarato, ho ritenuto di non sottoscrivere il documento per delle motivazioni squisitamente politiche”. Motivazioni che a specifica domanda il consigliere non ha voluto meglio chiarire, anche a beneficio dei suoi elettori. Nessuno, ovviamente, ha mai contestato i rapporti umani e di amicizia del consigliere Casablanca, che certamente è giusto rimangano duraturi nel tempo al di là delle posizioni politiche, spesso fugaci. Magari quello dei colleghi firmatari potrebbe essere stato giudicato un “accanimento” contra personam a cui non associarsi. Legittimo da parte sua farlo. Non si comprende perché eventualmente non spiegarlo.