Santa Teresa, accuse ambigue di Bartolotta e occhi puntati su Veri: divorzio in minoranza?
di Andrea Rifatto | 29/10/2024 | POLITICA
di Andrea Rifatto | 29/10/2024 | POLITICA
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Bartolotta e Veri nell'ultima seduta del Consiglio
La divergenza di vedute sul modo di fare opposizione non è più un mistero da tempo, ma un’esternazione inaspettata potrebbe adesso aprire una vera e propria crisi. Fino al divorzio. A Santa Teresa di Riva tira vento di tempesta all’interno del gruppo consiliare di minoranza, dopo un apparente clima sereno che negli ultimi mesi aveva tenuto sopite voci di allontanamenti o avvicinamenti ad altri schieramenti. A irrompere improvvisamente sulla scena è stata un’esternazione social del capogruppo Nino Bartolotta, un commento dal titolo “Il salto della quaglia” con tanto di spiegazione: «Il politico che cambia casacca prima si prepara il terreno in cui deve atterrare - ha scritto l’ex sindaco - poi si prepara il terreno da cui deve partire creandosi alibi per non perdere la faccia e poi dirà che non condivide più l'operato del gruppo di appartenenza perché… Tutte cavolate: nessuno vi dirà mai che tradisce per un suo tornaconto personale». Parole che tutti hanno interpretato come riferite al suo gruppo, ma poche ore dopo Bartolotta è intervenuto direttamente in Consiglio comunale per fornire una chiave di lettura diversa, portando come prova dell’assenza di divisioni il voto compatto espresso da lui e dal collega Santino Veri (era assente Cristina Pacher): «Le allusioni del mio post non sono riferite a Santa Teresa di Riva - ha commentato il capogruppo di minoranza - se si guarda la politica in senso più ampio, come la guardo io, basta leggere i fatti avvenuti in questi giorni a Taormina e si comprende il significato del salto della quaglia, che non è certamente ascrivibile alla nostra comunità visto che qui di salti della quaglia non ce ne sono stati, che io sappia. Poi se non sono a conoscenza delle cose che succedono è un altro discorso». Salto della quaglia che in realtà non c’è stato neanche nella città del Centauro. I latini avrebbero detto “excusatio non petita accusatio manifesta”, visto che se non si ha nulla di cui ci si deve giustificare non occorre scusarsi. Una giustificazione che ha convinto poco e il bersaglio delle parole di Nino Bartolotta è stato subito individuato in Santino Veri, apparso teso per tutta la seduta consiliare dopo l’uscita di poche ore prima del suo capogruppo. Il consigliere della frazione Misserio non ha fatto mistero già in passato di non condividere certe esternazioni del suo leader e non ha gradito neanche l’ultimo attacco in diretta video rivolto al sindaco Danilo Lo Giudice e alla gestione dell’appalto rifiuti, con riferimenti a guai giudiziari dell’impresa relativi ad affidamenti in altri comuni della provincia. Accostamenti che Santino Veri ha fatto intendere di non aver affatto apprezzato e che potrebbero essere stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Al momento il consigliere preferisce non esprimersi, ma starebbe valutando le prossime mosse, la più “estrema” delle quali potrebbe essere quella di uscire dal gruppo di minoranza e assumere una posizione indipendente in Consiglio. Un gesto che si ripeterebbe esattamente dieci anni dopo, visto che nel 2014 passò indipendente dopo due anni e mezzo dalle elezioni. Poi un anno dopo divenne presidente del Consiglio…